Politica

lunedì 13 Gennaio, 2025

Fedriga: «Terzo mandato, sto con Fugatti. Meloni ci rispetti»

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Il governatore del Friuli Venezia Giulia: «Le nostre sono autonomie speciali, sui mandati decidono i cittadini»

Il suo secondo mandato scadrà nel 2028: «Come Maurizio», che lui chiama per nome, intendendo Fugatti, governatore come lui, leghista come lui. Massimiliano Fedriga, che guida la Regione Friuli Venezia Giulia, con l’omologo trentino non condivide solo il partito e la scadenza del mandato: «Siamo entrambi presidenti di due autonomie speciali».

E in entrambe si discute di terzo mandato.
«Non si può? Come Speciali mi risulta che abbiamo competenza esclusiva sulla materia elettorale».
Dice che a differenza della Campania, l’eventuale impugnativa sul terzo mandato non andrà a buon segno?
«A dire il vero credo che non vada a segno nemmeno il ricorso contro una Regione ordinaria come la Campania. Nutro qualche dubbio».

Quale?
«La norma nazionale chiede alle Regioni che inserisca un limite ai mandati. Ma non si è mia vista una legge che dice alle Regioni come devono legiferare».

Torniamo però alle Regioni e alle Provincia autonome. Nella sua conferenza stampa di inizio anno la premier Meloni è stata chiara: il tema dei mandati è nazionale, per speciali e per ordinarie. Ha confuso i due ordinamenti? Sarebbe un errore grave…
«Due possibilità. La prima, che pensasse solo alle ordinarie mentre parlava di tutte le Regioni. L’altra possibilità è che il suo discorso fosse politico, che volesse dire che ovunque si pone il tema e che quindi la decisione deve essere nazionale, a livello di coalizione».

E sarebbe giusto? A maggior ragione per un’autonomia, non si tratterebbe di un’ingerenza?
«Autonomia significa darsi delle norme. E la Provincia di Trento, come la Regione Friuli Venezia Giulia, possono legiferare sul numero dei mandati. Decideranno i Consigli provinciale e regionale. Assemblee legislative sovrane».

Ma nel merito, sul terzo mandato…
«Io penso che quando c’è l’elezione diretta, in questo caso dei governatori, c’è la totalità del corpo elettorale che decide. E non farlo decidere è una contrazione del processo democratico».

Corpo elettorale che potrebbe affidare allo stesso candidato il governo di una Provincia un altro mandato. Non è troppo?
«Ma attenzione, il terzo mandato non significa che un governatore lo fa in automatico. Ripeto, sono sempre i cittadini che decidono, nelle elezioni dirette…».

Lei vuole sottolineare la contraddizione, perché nelle elezioni indirette, come per la premier che deve avere la fiducia dal Parlamento, mandati non ce ne sono. È così?
«È così. Nell’elezione indiretta non ci sono limiti, e la platea è molto ristretta rispetto a una totalità del corpo elettorale. Platera composta da eletti in liste bloccate scelte da chi si candida a fare il premier».

C’è chi crede, però, che il terzo mandato sia ad personam. Per De Luca in Campania, per Zaia in Veneto, per lei in Friuli, per Fugatti in Trentino.
«Io e Fugatti andremo a votare nel 2028. Magari nemmeno avremo nemmeno intenzione di ricandidarci. Non è questo il discorso. Il discorso è che il desiderio di alcuni di imporre un limite sia funzionale alle spartizioni territoriali dettate dalla partitocrazia centralista. Ma per noi la questione è chiara: alla partitocrazia che vuole imporsi, preferiamo che siano i cittadini a decidere».

E chi deve decidere se sì o no al terzo mandato, quindi?
«I Consigli, quello provinciale da voi e quello regionale da noi. A maggior ragione se si tratta di autonomie. E attenzione, non decide il governatore, perché io non mi intrometto, e so che farà così anche Fugatti. Si tratta di una iniziativa legislativa, che è anche al di fuori dai patti di coalizione, dai vincoli di maggioranza. I Consigli delle autonomie decidono, in autonomia».

E ce la faranno i Consigli a imporsi?
«Sia io che Fugatti scadiamo nel 2028. Tempi lunghi, chissà cosa faremo. Ma il punto è politico, al di là dall’interesse personale. Qui stiamo parlando della libertà dei cittadini, che devono essere messi nelle condizioni di decidere a chi affidare i loro territori.