la polemica
lunedì 20 Novembre, 2023
di Redazione
Una «odiosa speculazione su una tragedia immane per promuovere una visione ideologica del mondo». Ha chiamato così Claudio Cia le dichiarazioni del consigliere provinciale del Partito Democratico Paolo Zanella riguardo il femminicidio di Giulia Cecchettin e riprese questa mattina da un quotidiano locale con il titolo: «La Provincia è complice di questa strage di donne».
Zanella, nello specifico, critica a scelta della scorsa Giunta provinciale di eliminare i corsi di educazione alla relazione di genere, assumendosi così la «responsabilità politica di negare un futuro diverso alle nuove generazioni. Un futuro fatto di pari opportunità per entrambi e privo di prevaricazioni e violenza nei confronti delle donne».
Una frase alla quale Cia ribatte sorpreso dall’atteggiamento di Zanella che ritiene essere entrato «a gamba tesa in una tragedia immane, al fine di speculare politicamente promuovendo la propria ideologia politica, la propria visione del mondo».
E continua «Certi comportamenti, in un mondo condizionato dalla sempre presente volgarità e ferocia nei confronti delle donne (basti pensare agli aberranti, eppur tollerati, testi delle canzoni che ascoltano i nostri giovani), con atteggiamenti errati che vengono sdoganati e promossi anche dalla televisione pubblica (si pensi anche agli ultimi Festival di Sanremo), non possono trovare soluzione tramite una formale delega alle scuole all’educazione su temi specifici».
Cia ritiene quindi che «credere che l’eliminazione dei corsi di educazione alla relazione di genere renda la Provincia corresponsabile nella violenza contro la donna (soprattutto avendo in mente come tali corsi venivano svolti), significa sostanzialmente negare il fondamentale e pregnante ruolo di agenzia educativa già a oggi rivestito dalla scuola a supporto delle famiglie nell’istruzione, formazione e sviluppo del pensiero critico dei nostri studenti anche sui temi delle pari opportunità. Non si può infatti pensare all’Istituzione scolastica come a un imbuto in cui far transitare i desiderata della politica. Ciò significa ledere in primis la tanto sbandierata (all’occorrenza) autonomia scolastica ma, cosa ancora più importante, il diritto degli studenti ad essere partecipi di un’istruzione scevra da posizioni ideologiche e che li prepari alla vita quotidiana».
Il neoassessore con l’occasione rinnova la propria «solidarietà nei confronti delle due famiglie coinvolte in questo indescrivibile dramma, auspicando che in futuro – in maniera forse più intelligente – non vi siano persone che ad un rispettoso silenzio contrappongono l’assordante vociare di chi prova a tutti costi a promuovere la propria agenda politica».
il caso
di Redazione
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