Le perizie

martedì 21 Maggio, 2024

Femminicidio di Rovereto, l’avvocato de Bertolini: «Quando Nweke ha ucciso Iris Setti sapeva quello che faceva»

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Ieri l’ultimo giorno per il deposito delle tante consulenze chieste dai legali di parte e dalla procura sullo stato psichico dell’uomo accusato dell’omicidio della bancaria

Scadevano ieri, lunedì 20 maggio, i termini per la consegna delle perizie richieste dagli avvocati di Nweke Chukwuka e della famiglia Setti, oltre alla procura, per stabilire lo stato mentale dell’uomo al momento del brutale omicidio di Iris Setti, uccisa a mani nude dall’uomo lo scorso agosto al parco Nikolajewka, in pieno centro di Rovereto, nella prima serata e sotto gli occhi (anche elettronici) degli abitanti delle case che sul parco si affacciano. «Quello che stiamo cercando di dimostrare – spiega l’avvocato della madre di Iris Setti, Andrea de Bertolini – è che Nweke Chukwuka fosse in grado di comprendere quello che stava facendo quando uccise Iris Setti. Siamo convinti della sua piena capacità al momento dell’omicidio». Per questo il legale che, con l’avvocato Giovanni Rambaldi rappresenta la famiglia della sfortunata donna, oltre a presentare una perizia psichiatrica da parte del dottor Eraldo Mancioppi, ha depositato anche la consulenza di Claudia Pretto, esperta di migrazioni e di cultura, disciplina giuridica ed etnie africane. Una tesi molto differente rispetto a questa quella della difesa dell’uomo, rappresentata dall’avvocato Andrea Tomasi, che ha depositato la perizia della criminologa Isabella Marzagora. Sarà soprattutto uno scontro fra perizie il processo all’uomo che ha ucciso Iris Setti: il magistrato Fabrizio De Angelis ha nominato un suo consulente nella persona dello psichiatra Ermanno Arreghini, mentre la giudice per le indagini preliminari Consuelo Pasquali ha nominato il consulente psichiatra Fabio Bonadiman. Cinque perizie per definire lo stato mentale e psicologico del trentasettenne Nweke Chukwuka quando aggredì brutalmente, a mani nude, sfigurandola e causandone la morte, la sessantunenne Iris Setti, per poi sfilarle un anello prezioso dal dito e allontanarsi a piedi. Fermato dalla polizia poche ore dopo i fatti, molto agitato come hanno spiegato gli agenti che con difficoltà lo hanno preso in custodia, ha sempre dichiarato di non ricordare nulla di quanto fatto. L’uomo, sul quale pendono diversi procedimenti è al momento detenuto nel carcere di Trento. Il prossimo 13 giugno è programmato l’inizio della discussione sulle perizie.