femminicidi
martedì 16 Aprile, 2024
di Samanta Deflorian
Quando accade un femminicidio l’attenzione è catalizzata sul caso per giorni, forse settimane. Tv, radio, giornali ripropongono in continuazione la vicenda arricchita ogni volta da qualche dettaglio, da un’intervista esclusiva, da una foto della vittima. E poi i riflettori si spengono. Torna il silenzio, e si fa strada il desiderio di mettere a tacere, andare avanti, forse dimenticare. Non è quello che i famigliari di Viviana Micheluzzi hanno voluto. Il silenzio non è la strada che hanno scelto per la loro mamma, sorella, amica, uccisa a Castello di Fiemme il 29 marzo 2022 dai colpi di pistola esplosi dall’arma del marito Mauro Moser. Vivana era titolare dell’azienda «I dolci sapori del bosco», una piccola realtà di apicoltura portata avanti nella sua Val di Fiemme. Non son passati nemmeno sei mesi dalla sua morte che il fratello Carlo Micheluzzi, assieme alla mamma Angela Defrancesco e altri familiari e amici vicini a Viviana, hanno deciso di convogliare il dolore in qualcosa di concreto, e di fondare una associazione con il preciso intento di contrastare il fenomeno del femminicidio. È nata così «I dolci sapori del bosco odv», una realtà con sede a Bolzano, ma radici e cuore in Val di Fiemme, che si adopera per prevenire tragedie come queste e dare supporto a chi subisce violenza e alle famiglie delle vittime.
«L’idea è di dare una seconda vita a Viviana e non smettere di parlare di quanto successo, informando e cercando di portare serenità», racconta Gloria Vezzali, moglie di Carlo e membro del direttivo dell’associazione. Accanto a Carlo e Gloria, fin dall’inizio ci sono stati Monica Defrancesco, compagna di uno dei figli di Viviana, Gianluca Salvadori, cugino di Gloria, Claudio Palerma e Corinna Conci. La professionalità di quest’ultima – Corinna è psicoterapeuta – è stata la chiave per poter presentare al Liceo Pertini di Bolzano un ciclo di incontri per parlare ai ragazzi di temi quali la gestione della rabbia, l’educazione di genere, la capacità di riconoscere le situazioni di violenza e il saper chiedere aiuto. «L’urgenza che è emersa parlando con la direzione prima e la sovrintendenza poi, è quella di dare continuità al tema, farne una sorta di materia scolastica che non si risolva con alcuni incontri, che sensibilizzi i ragazzi e che dia spazio ad approfondimenti durante l’intero anno scolastico», hanno spiegato Carlo e Gloria. Il progetto è in divenire e l’amico Claudio Palerma, socio di Rotarian 4 Health di Milano, un’associazione del Rotary Club che promuove iniziative in favore della comunità, si sta prodigando per la sua divulgazione.
Accanto a questo, un secondo progetto ha già preso vita ed è stato presentato in anteprima sabato 13 aprile a Cavalese in occasione della serata danzante svoltasi al Palafiemme in ricordo di Viviana. L’idea è semplice quanto efficace: la realizzazione di un poster con l’illustrazione di una donna e i vari tipi di violenza che può subire: psicologica, fisica, sessuale, economica, emozionale e via dicendo, e le percentuali di chi commette femminicidio. Un qr-code rimanda a una pagina che elenca i servizi attivi sul territorio in cui viene distribuito il poster. «Fare rete è importantissimo e il poster vuole essere uno strumento che, con immediatezza, indirizza chi si riconosce vittima di violenza al servizio di supporto più vicino», spiega ancora Gloria. «Nelle città c’è più propensione ad affrontare il problema, mentre nella valli l’impressione è che la violenza susciti ancora vergogna e reticenza a parlarne». La Val di Fiemme, però, ha dato prova di non voler nascondere la testa sotto la sabbia. «Abbiamo trovato grande sostegno e la volontà di mettere in rete i servizi già attivi: dalla comunità territoriale ai singoli comuni, dall’associazione “La voce delle donne”, allo sportello d’ascolto, il territorio si sta muovendo affinché l’emergenza venga affrontata, e l’attenzione sul problema tenuta viva». Inutile dire che la recente vicenda di Ester Palmieri abbia riacceso i riflettori su quanto ancora ci sia da fare in termini di educazione e cambio di mentalità.
La festa danzante in onore di Viviana è stata pensata come momento di spensierata allegria, i momenti istituzionali sono stati volutamente contenuti. Per questo in futuro verrà organizzata a Cavalese una serata ufficiale di presentazione dei progetti dell’associazione «I dolci sapori del bosco». Perché ricordare Viviana con una serata di ballo? Il fratello Carlo e la moglie Gloria sono dei grandi appassionati e in qualche modo il ballo «è metafora di quel che accade nella vita di una coppia: ci si muove insieme per ricercare armonia», conclude Carlo.