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domenica 14 Gennaio, 2024

Femminicidio in Valfloriana, il dolore della mamma dell’omicida: «Non perdonerò mai mio figlio Igor»

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«Non accettava la separazione. Sono stata dai genitori di lei: mi hanno abbracciata»

Sono parole tronche quelle di Fiorella Simonazzi, la mamma di Igor Moser, l’uomo che lo scorso giovedì mattina, con atroce lucidità, prima ha ucciso l’ex compagna Ester Palmieri con un coltello da caccia e poi si è suicidato, impiccandosi nell’abitazione dove si era trasferito da un mese.

Sono parole interrotte dall’emozione, da lacrime di disperazione. Indossa un cappello verde bosco con il logo dell’impresa del figlio, «Moser Igor». Ci viene incontro con passo lento, a fianco a una delle tre figlie, Morena. Arriva dallo spiazzo del suo maso, nascosto in un fondovalle di Castello di Fiemme, fuori dal paese.

«Non glielo perdonerò mai, non glielo perdonerò mai. Igor non doveva farlo. Darei la mia vita per far tornare Ester», dice con voce tremolante la madre, 66 anni. Ci fa entrare in casa, passando per il magazzino dove il figlio boscaiolo riponeva la legna e gli attrezzi.

C’è anche la zia di Igor, Silvana Simonazzi, che nell’ultimo mese, ogni sera, riceveva una chiamata dal nipote. «Non accettava la separazione. Mercoledì notte — racconta Silvana — era angosciato per la lettera che aveva ricevuto dall’avvocato di Ester. Quando ci siamo salutati, non mi ha detto “ci sentiamo domani”. Probabilmente aveva già quell’intenzione».

L’intenzione di ammazzare Ester, la mamma dei suoi tre figli, rimasti orfani di entrambi i genitori.

La lettera ha materializzato quella separazione che lui non accettava. «I soldi non c’entrano nulla», sostiene la famiglia. «Non glielo perdonerò mai», ripete la mamma, mentre sfoglia l’album di famiglia.

Due giorni fa è andata a fare visita ai genitori di Ester, nella loro casa di Villaggio, Valfloriana. «All’inizio avevo un po’ di timore, ma mi hanno accolto a braccia aperte». Domani, nella chiesa di Castello di Fiemme, ci saranno i funerali di Igor. Non sono stati ancora fissati quelli di Ester: saranno celebrati la prossima settimana.

Come vi spiegate quello che ha fatto Igor?
La mamma: «Non sappiamo, perché non ci siamo messi in mezzo. Volevamo molto bene a Ester. È come se mi fosse andata via una figlia. Le volevamo un bene dell’anima. Darei la mia vita perché tornasse. Non glielo perdonerò mai a Igor. Non doveva prenderla. Ester era una ragazza d’oro».
La sorella: «Igor aveva paura che gli portassero via i bambini e non potesse vederli. I soldi non c’entrano niente. Igor aveva un’impresa boschiva impiantata, aveva fatto delle spese e riusciva a pagare tutto. Ognuno nel proprio dolore ha il diritto di dire quello che si sente e, forse anche in un momento di rabbia, la sorella di Ester ha detto che Igor era instabile, ma non è vero. Non era pericoloso. Per noi Ester è stata una bravissima mamma e una donna capace di andare avanti».
La mamma: «Igor sarebbe morto per i bambini. Durante le vacanze di Natale sono stati lì da lui (in un altro maso di famiglia a Castello di Fiemme, dove si è tolto la vita, ndr): avevano fatto l’albero e il presepe insieme. E lui gli aveva comprato 500 euro di regali. Non sono in grado di capire come sia potuto succedere tutto questo in un mese».
La sorella: «Il giorno prima (mercoledì, ndr) Igor era andato a impiantare i macchinari nel bosco, a Ziano di Fiemme, perché lunedì avrebbe iniziato un lavoro».

Non ci sono state avvisaglie? Non avete percepito nulla di strato in Igor?
La mamma: «Non ha detto nulla. Veniva tutti i giorni a mangiare da me a pranzo. Venerdì sono andata da Ester (era titolare di un centro olistico a Casatta, frazione di Valfloriana, ndr). Non ho toccato l’argomento della separazione. Abbiamo mangiato una ciambella e abbiamo chiacchierato. Mi ha dato delle creme per i miei dolori. Poi ci eravamo messe d’accordo che a febbraio saremmo andati insieme al Muse per festeggiare il compleanno del più piccolo, che fa 6 anni. Igor non accettava la separazione. Ester è stato il suo primo grande amore. È stato un dolore grande. Si volevano bene, e poi guarda com’è andata a finire… L’ultimo giorno che è venuto a pranzo, mercoledì, mentre stava andando via con l’auto Igor ha abbassato il finestrino e mi ha detto “Mamma, dici che le passa alla Ester?”. Io gli ho detto di aspettare».

Secondo la Procura il movente del femminicidio potrebbe essere economico. Igor aveva problemi di soldi e l’assegno di mantenimento dei figli lo avrebbe messo in grossa difficoltà.
La mamma: «Igor non aveva bisogno di soldi. Aveva in tasca 900 euro quando si è impiccato. Aveva comprato una torretta da 50mila euro. E se fosse stato instabile la banca gli avrebbe dato i soldi? Non penso. Lui è sempre stato stravagante: vendeva, comprava, poi rivedeva. Ma ha sempre lavorato. Ha iniziato a 10 anni a lavorare, faceva il pastorello. Quando mi sono separata dal mio precedente marito, Igor è voluto venire con me. È sempre cresciuto con noi».

Avete sentito la famiglia di Ester in questi giorni?
La mamma: «Siamo andati a casa dei genitori di Ester – io, mia sorella e mio marito – e ci hanno accolto a braccia aperte. All’inizio avevo un po’ di timore. Ma loro sono persone per bene, gente gentilissima. Bruna (la mamma di Ester, ndr) mi ha detto “ti capisco, ma noi non veniamo al funerale di Igor”. Neanch’io andrei. Loro gli hanno sempre voluto bene. Il dispiacere più grande è per i bambini. Quando sono arrivata a casa loro, il figlio piccolo mi ha detto “Sai nonna, il papà e la mamma sono morti”. Gli ho detto che forse è stato un incidente in auto e che più avanti ci faranno sapere. Non doveva farlo Igor, doveva pensare ai bimbi. Ho chiesto a Bruna se potrò andare da loro a vedere i bambini, mi ha detto “Fiorella, qui la porta è sempre aperta, perché ti sei comportata sempre bene e hai sempre voluto bene a Ester”. Ma cosa gli è venuto in mente a Igor? Cosa gli è venuto in mente? Non gli perdonerò mai di aver ucciso Ester. Cosa avrà pensato quella notte? Sarà stata quella lettera dell’avvocato».

Cosa vi ha detto della lettera?
La zia: «Da un mese mi chiamava tutte le notti. Stavamo anche due, tre ore al telefono, fino all’una di notte. Gli facevo compagnia. L’ultima sera mi ha detto che era angosciato per questa lettera legata alla separazione. Forse lui pensava che non gli avrebbero più fatto vedere i bambini. Penso che sia partito tutto da lì. Addirittura i carabinieri dicono che è avvenuto tutto nel giro di qualche decina di minuti. Mi vengono i brividi a pensarlo. È brutto da dire, ma se si fosse ammazzato solo lui… Penso che abbia pensato di fare quello che ha fatto dopo la nostra telefonata. La notte prima, secondo me, aveva già preparato tutto per impiccarsi. Si è alzato il mattino presto con quella intenzione. La sera prima mi aveva raccontato come ha conosciuto Ester, cosa faceva e dove andava con lei: mi ha raccontato la sua vita con Ester. Di solito a fine telefonata mi diceva “ci sentiamo domani”, invece quella sera non me l’ha detto…».
La mamma: «Ieri (venerdì, ndr) ho visto la salma. Sembrava un bambino che dormiva. Gli ho detto cos’hai fatto, cos’hai fatto. Ha rovinato la vita dei bambini, di Ester, dei suoi genitori. Avevo vent’anni quando è nato. Poi diciamoci la verità (si ferma e guarda la figlia tra le lacrime), Igor è sempre stato il mio idolo».

Come avete saputo del femminicidio?
La mamma: «Quella mattina lo aspettavo per il caffè perché qui aveva il magazzino. Quando non è venuto ho pensato che fosse successo qualcosa. Ho telefonato a Ester, ma non rispondeva. Ho sentito la mamma allora, con quel suo urlo straziante. Non avremmo mai immaginato una cosa del genere. Quando ho visto Igor in casa (dopo il suicidio, ndr) mi sono sentita male e mi hanno caricato in ambulanza».

Andrete al funerale di Ester?
La mamma: «Certo. Se potessi, darei la mia vita per farla tornare. Le ho voluto un gran bene. Non glielo perdonerò mai a Igor. Doveva lasciarla vivere. Ho detto alla mamma di Ester che venderò tutta l’attrezzatura di Igor e poi metterò tutti i soldi in banca per i bambini. Al funerale di Igor, invece, verrà anche un suo amico di Perugia, un ragazzo del Bangladesh che incontrai tanti anni fa in spiaggia a Rimini: lo aiutai a regolarizzarsi e poi andò a lavorare al ristorante di un’amica di Perugia. Igor era buono come me».

A Trento centinaia di persone sono scese in piazza per dire no alla violenza contro le donne. Volete esprimere un messaggio?
La mamma: «Igor non lo doveva fare. Prima di tutto perché è stata la donna che ha amato, la donna che le ha dato tre figli. La violenza non va bene. Ester aveva il diritto di vivere, era una donna che aveva coraggio. Lei era allegra. Non glielo perdono. Nonostante tutto il bene del mondo che volevo a Igor, darei la mia vita per far tornare Ester. Era una ragazza d’oro».