le testimonianze
venerdì 12 Gennaio, 2024
di Davide Orsato
Che fosse successo qualcosa di grave, un tragico delitto, i residenti di Montalbiano l’hanno capito ieri alle 15, all’arrivo dei vigili del fuoco e dei carabinieri. Il femminicidio di Ester Palmieri è avvenuto nel silenzio più totale, al piano superiore della villetta bifamiliare in cui viveva da un paio di anni con i suoi tre figli e, fino a pochi giorni fa con il suo ex compagno (e assassino), Igor Moser. Poi, dopo il ritrovamento, del corpo, la piccola frazione di Valfloriana, quella più monte del comune, si è trovata improvvisamente sotto una cappa di dolore e di sconforto. Tutti conoscevano Ester Palmieri. Perché era una figlia di quella terra: cresciuta lì, nella frazione più a valle, il «Villaggio», costruito per gli emigranti di ritorno e per i nuovi residenti, e poi, per scelta, aveva scelto di ritornarci con tutta la famiglia. Perché aveva scelto di lavorarci, con la sua attività «olistica» a Casatta: un’attività che la portava a stretto contatto con le persone della zona. «L’avevo vista solo ieri — dice tra le lacrime una vicina di casa — e aveva sulle labbra quel sorriso, come sempre… chi poteva immaginare». Non è l’unica. Davanti alla casa in cui si è consumato il delitto sono passati i familiari, la sorella, il padre Andrea e la madre Bruna, ma anche molti altri che la conoscevano. «Una persona splendida — la descrive Anna Genettin — mi ha aiutato qualche volta con dei problemi al piede… io non so cosa sta succedendo. Ammazzano una donna al giorno, ed è successo anche qui… per me c’è lo zampino del diaòl, del diavolo». Con molto tatto, sulla scena del delitto, si sono presentati il presidente della Provincia, Maurizio Fugatti e il sindaco di Valfloriana, Michele Tonini. Entrambi parlano di «tragedia immane, che richiedere il silenzio» e chiedono di evitare i riflettori. Come spesso si dice dopo un delitto del genere, le avvisaglie sembravano non esserci. Nessuno tra i vicini dice di aver assistito a liti furiose, quelle con urla e strepiti. Tutto il paese, però, sapeva della separazione della coppia. «Lei era bella e solare — racconta un altro vicino di casa — lui più impulsivo ma, da quanto si sa, non ha mai fatto nulla di male. Per noi era “quello di Castello”, anche se frequentava Valfloriana da molti anni. Lei ci teneva tantissimo ad abitare qua, per anni era stata nella casa dello zio a Villaggio. Diceva che non se ne sarebbe mai andata per nessun motivo al mondo».
Nessuna frizione, dunque? In realtà qualcosa c’era stato. C’erano state discussioni sull’acquisto di un terreno in una contrada lì vicino, Dorà, un acquisto che sembrava fatto ma che era saltato all’ultimo momento. A Natale, Igor Moser, aveva comprato due televisori, per regalarli. Anche questo aveva portato a discussioni. Questioni familiari che, certamente, non spiegano tanta violenza, ma che dipingono uno sfondo tutt’altro che idilliaco. Dopo la separazione di fatto, sotto le vacanze di Natale, Ester Palmieri si era avvicinata ancora di più ai genitori. Lo scorso weekend si erano trovati assieme, al bar ristorante «Villaggio», che si trova nei pressi della frazione omonima ed è un punto di riferimento per tutto il paese. «L’ho vista serena, in un momento familiare — racconta il gestore Paolo Micheli — nulla faceva pensare a quello che sarebbe successo oggi (ieri, ndr)». Quando una donna cade vittima di un compagno violento, quando lascia soli tre bambini, ora affidati alle cure dello zio, è quasi doveroso trovare solo pensieri positivi per ricordarla. «Ma questa è la semplice verità — prosegue Micheli — a Ester tutta Valfloriana le voleva bene. Le si voleva bene perché era una donna combattiva, creativa: si era fatta un’attività dal nulla e aiutava la gente. Tutti quelli che la conoscevano avevano un pensiero buono per lei e lei ricambiava». Ora, alla gente di Valfloriana non resta che piangerla.
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