Le indagini

venerdì 30 Agosto, 2024

Fermato il presunto omicida di Sharon Verzeni. È «l’uomo in bici»

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La svolta nella notte. Il sospettato è Moussa Sangare, 31 anni, non conosceva la vittima e avrebbe agito senza apparente ragione

Fermato il presunto omicida di Sharon Verzeni. Si tratta di un uomo di 31 anni, disoccupato, identificandolo nel soggetto ripreso dai sistemi di video sorveglianza del comune di Terno d’Isola mentre si trovava a bordo di una bicicletta e si allontanava velocemente dalla scena del crimine dell’omicidio di Sharon Verzeni. È quanto si legge in una nota dei carabinieri di Bergamo che spiegano come a carico dell’uomo ci siano “gravi indizi di colpevolezza, elementi probatori del pericolo di reiterazione del reato, di occultamento delle prove, nonché del pericolo di fuga”, che hanno determinato “la decisione del Pubblico Ministero di disporre un decreto di fermo di indiziato di delitto”.

Il fermato si chiama Moussa Sangare, italiano di origini maliane nato nel 1994, il 31enne fermato per essere il presunto autore dell’omicidio di Sharon Verzeni, avvenuto la notte tra il 29 e il 30 luglio a Terno d’Isola, nella Bergamasca. L’aggressione sarebbe avvenuta senza un apparente motivo.

“L’indagine” sull’omicidio di Sharon Verzeni che ha portato al fermo del 31enne Moussa Sangare “è stata agevolata dalla collaborazione di due cittadini stranieri, regolari in Italia, che si sono presentati spontaneamente e hanno riferito ciò che sapevano. Grazie alle loro dichiarazioni e l’analisi di tantissime telecamere è stato possibile tracciare l’intero percorso fatto dal ciclista”. Lo hanno detto il procuratore aggiunto di Bergamo, Maria Cristina Rota, e i carabinieri di Bergamo nella conferenza stampa sul caso. I due testimoni, cittadini di origini marocchine che si trovavano a Terno d’Isola nei pressi di via Castegnate la notte fra il 29-30 luglio, “si sono presentati per segnalare una presenza strana”, hanno spiegato gli investigatori, che “approfondita” è risultata estranea all’indagine ma ha portato comunque a poter riconoscere il ciclista ripreso dalla telecamere di sorveglianza mentre pedali in contromano.

Sangare, “si è messo a piangere” durante l’interrogatorio di questa notte e “alla fine ha detto di essere dispiaciuto per quello che ha fatto”. È quanto è stato detto in conferenza stampa in Procura a Bergamo sull’omicidio della 33enne. Non sono emersi elementi sul fatto che la notte dell’omicidio avesse assunto alcol o droghe. “Sentivo di dover compiere questo gesto, ha detto sentire l’impulso di accoltellare”, avrebbe spiegato ai magistrati