Edilizia
domenica 11 Giugno, 2023
di Tommaso Di Giannantonio
Se da un lato la maggioranza vuole adottare un «approccio razionale» al divieto di consumo di suolo, dall’altro «certi consiglieri di minoranza si fanno scudo del fabbisogno abitativo per soddisfare interessi speculativi in campo edilizio». Il consigliere comunale di Trento Andreas Fernandez, tra i portavoce locali di Europa Verde, interviene così nel dibattito sulla variante strategica al Piano regolatore generale (Prg), replicando implicitamente al leader dell’opposizione Andrea Merler (il T di ieri). Il percorso della variante è appena iniziato. Nei giorni scorsi, in una seduta della Commissione urbanistica incentrata sulla variante «tecnica», l’assessora Monica Baggia ha tracciato i temi da affrontare nella revisione «sostanziale» al Prg. Ed è in questa cornice che si inserisce la proposta di Fernandez, indirizzata anche alla stessa amministrazione guidata dal sindaco Franco Ianeselli: «Passiamo dal consumo di suolo zero al consumo di suolo sotto zero».
Cosa intende per «consumo di suolo sotto zero»?
«L’impegno a riqualificare gli edifici sfitti e abbandonati. Prendiamo in considerazione il patrimonio di Itea: ci sono 2mila abitazioni sfitte o inagibili che potrebbero essere riqualificate, in certi casi, anche soltanto con una manutenzione ordinaria. Ecco, soltanto così potremmo arrivare a 2mila abitazioni in meno da costruire».
L’assessora Monica Baggia ha aperto alla possibilità di una deroga al divieto di consumo di suolo sancito dalla legge provinciale del 2015, ma solo in caso di reale necessità di nuove abitazioni. Condivide l’impostazione?
«È chiaro che nel momento in cui neppure il consumo di suolo sotto zero è perseguibile bisognerà fare altre valutazioni. L’Osservatorio del paesaggio trentino, però, ha già bacchettato l’ente pubblico per le continue deroghe. Le deroghe vanno limitate perché al momento il nostro territorio non si sta sviluppando in maniera adeguata. Il Trentino, rispetto al consumo di suolo, presenta i dati peggiori dell’arco alpino. Vista la situazione, lo sviluppo edilizio in verticale non può essere più un tabù se a farne le spese è il consumo orizzontale di suolo. Dobbiamo attivare politiche in grado di rigenerare e riqualificare gli edifici e i capannoni industriali vuoti. L’ente pubblico deve fare questo: non deve andare in deroga perché non sa trovare soluzioni a monte».
Anche la minoranza ha condiviso l’approccio di calcolare il fabbisogno abitativo per valutare eventuali deroghe al divieto di consumo di suolo.
«Certi consiglieri di minoranza si fanno scudo del fabbisogno abitativo per soddisfare interessi speculativi in campo edilizio».
È d’accordo con il percorso delineato per la variante?
«L’impostazione è condivisibile. Penso, però, che sia necessario affrontare questi temi non solo con una logica urbanistica, ma anche come una questione di tipo ambientale. Mi rendo conto che era necessario quel passaggio in Commissione urbanistica, ma sarà necessario affrontare i temi della variante in maniera congiunta con la Commissione ambiente (di cui è presidente, ndr)».
Cosa proporrebbe?
«Il modello del “limite disegnato” dell’Alto Adige è molto interessante: si traccia una demarcazione netta tra aree dove si può edificare, con limiti, e aree tutelate al 100%».
il caso
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