Lo spettacolo
lunedì 30 Gennaio, 2023
di Redazione
La Stagione del Teatro Sociale continua con un nuovo e imperdibile appuntamento. Da giovedì 2 a domenica 5 febbraio sul palco del prestigioso teatro cittadino andrà in scena Mine Vaganti, uno spettacolo del pluripremiato regista e sceneggiatore Ferzan Ozpetek, che per la prima volta si confronta con una regia teatrale, mettendo in scena l’adattamento di uno dei suoi capolavori cinematografici.
Una pièce di grande successo, interpretata da un cast di assoluto livello guidato da Francesco Pannofino, Iaia Forte, Erik Tonelli e Carmine Recano, con la straordinaria partecipazione di Simona Marchini. Una produzione Nuovo Teatro diretta da Marco Balsamo.
Era il 2010 quando Mine Vaganti uscì per la prima volta nelle sale cinematografiche italiane, facendo registrare ben presto un grande successo di pubblico e di critica (2 David di Donatello e 5 Nastri D’Argento sono solo alcuni dei riconoscimenti ottenuti).
Ora, a oltre dieci anni di distanza, Ozpetek torna con le vicende della famiglia Cantone. Storie di persone, di scelte sessuali, di fatica ad adeguarsi ad un cambiamento sociale ormai irreversibile, questa volta però raccontate dal palco di un teatro.
Ma come si trasportano i sentimenti, i momenti malinconici, le risate sul palcoscenico? «Questa è stata la prima domanda che mi sono posto, e che mi ha portato un po’ di ansia, quando ha cominciato a prendere corpo l’ipotesi di teatralizzare Mine vaganti. – ha confessato lo stesso Ferzan Ozpetek – La prima volta che raccontai la storia al produttore cinematografico Domenico Procacci, lui rimase molto colpito aggiungendo entusiasta che sarebbe potuta diventare anche un ottimo testo teatrale. […] Certo, ho dovuto lavorare per sottrazioni, lasciando quell’essenziale intrigante, attraente, umoristico. Ho tralasciato circostanze che mi piacevano tanto, ma quello che il cinema mostra, il teatro nasconde, e così ho sacrificato scene e ne ho inventate altre, anche per dare nuova linfa all’allestimento».
In scena ci sarà sempre la famiglia Cantone, proprietaria di un grosso pastificio, con le sue radicate tradizioni culturali alto borghesi e un padre desideroso di lasciare in eredità la direzione dell’azienda ai due figli. Tutto precipiterà quando uno dei due si dichiarerà omosessuale, battendo sul tempo il minore tornato da Roma proprio per aprirsi ai suoi cari e vivere nella verità.
«Ho realizzato una commedia che mi farebbe piacere andare a vedere a teatro, – ha aggiunto Ozpetek – dove lo spettatore è parte integrante della messa in scena e interagisce con gli attori, che spesso recitano in platea come se fossero nella piazza del paese e verso cui guardano quando parlano. La piazza/pubblico è il cuore pulsante che scandisce i battiti della pièce».