L'evento

sabato 12 Aprile, 2025

Festa di Primavera 2025 a Trento: giovani allevatori e famiglie protagonisti dell’evento zootecnico

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Dai formaggi artigianali alla tosatura: il mondo agricolo si racconta con passione e autenticità

Allevare non è un semplice lavoro, ma una vocazione. Un’attività a tempo pieno, che richiede abnegazione e passione, per prendersi cura degli animali quasi con l’amore e attenzione che si dedica a un figlio. Una professione tuttavia ancora poco sdoganata, oscurata dagli chef super stellati che da “cuochi” si sono trasformati in star. Eppure molti i giovani in Trentino scelgono di affacciarsi all’ambito della zootecnia, magari portando avanti l’attività di famiglia. Loro sono i protagonisti della “Festa di primavera”, appuntamento annuale attraverso cui la Federazione provinciale degli Allevatori, fondata nel 1957, annuncia l’arrivo della bella stagione e apre al pubblico le porte del mondo zootecnico. La diciassettesima edizione, in corso sabato 12 e oggi, domenica 13 aprile, dalle ore 9 alle 18, nella sede della Federazione in via delle Bettine, ha accolto numerose realtà della zootecnia nei suoi stand, attirando famiglie da tutto il Trentino. Nonostante un programma pensato per un pubblico di ogni età, stupisce, anche quest’anno, l’elevatissima presenza di bambini, lanciati verso la scoperta degli animali con una commistione di curiosità e di soggezione, come si evince dai loro occhi sgranati e incantati. Un’occasione anche per evadere momentaneamente dalla vita caotica della città e rifugiarsi con tutta la famiglia in un ambiente bucolico immerso nella natura, in un weekend di sole con temperature quasi estive, in cui maniche corte e gelato sono la regola. Nonostante l’aria di vacanza, per i ragazzi della Fondazione Edmund Mach è un giorno di lavoro, ma anche un po’ di festa. Nello stand dedicato alla Fondazione, alcuni studenti del terzo anno dell’indirizzo agroalimentare dell’Istituto San Michele si rimboccano le maniche, concentrati mente e corpo nelle loro attività. Klara Reti dell’indirizzo operatore della trasformazione vegetale allestisce un banchetto con sciroppi di sambuco e menta e marmellate di arancia da abbinare a formaggi stagionati. Alcuni suoi colleghi sono alle prese con la lavorazione della spalla di maiale per la preparazione dell’impasto per la lucanica. Lo stand ha anche accolto attività didattiche per mostrare ai bambini la preparazione del formaggio fresco. «Abbiamo scelto l’indirizzo per operatore della lavorazione della carne, alcuni per portare avanti l’attività di famiglia, altri per passione», raccontano Samuele Slomp e Simone Micheli. «La difficoltà principale è imparare ad adattarsi al cliente, si tende a proporre prodotti pronto cuoci, bisogna vendere il prodotto già confezionato, non come una volta, quando si vendeva il pezzo intero e poi lo si cucinava», hanno detto i due studenti. Un settore, quello dell’agroalimentare, che continua ad attirare giovani. «Per ora la richiesta è continua. Forse in alcune zone del Trentino però, il fatto che questo percorso esista non è ancora arrivato, stiamo cercando di fare puntate con loro nelle scuole medie e open day», ha ammesso Mara Decristian del Centro Formazione e Istruzione. Tra gli eventi più attesi, la sfida di tosatura per quattro diverse categorie e quella di oggi, sulla conduzione delle mucche. In gara razze da tutte le valli del Trentino, tra cui Val di Fiemme, d’Adige e Val di Non, come la Jersey, Pezzata Rossa, Bruna Alpina, Goldstein e Frisona italiana. Una manifestazione che apre uno squarcio su una professione in evoluzione tra luci e ombre. «La professione dell’allevatore è difficile, richiede molta passione, perché non ci sono orari, le vacche partoriscono anche di notte, e ci sono sempre problemi con gli animali, bisogna sempre stare attenti a seguirli», ha spiegato Eric Gabrielli, presidente di Junior Club. «Qua in Trentino si punta a fare sempre di più, ma è un settore che è stato messo un po’ da parte. I giovani ci sono, sono appassionati, ma bisogna stare attenti a non perderli», avverte Gabrielli, «perché il lavoro è difficile e il guadagno non è alto». Aumentano infatti i costi delle materie prime. «Qualche anno fa sono saliti e poi non sono più scesi. In più ci sono caseifici che hanno il costo del latte ancora basso», ha sottolineato il presidente. A ciò si aggiunge il problema dei grandi carnivori. «Gli animali in presenza di lupo e orso abortiscono, sono stressati, ci sono animali che sono finiti giù in un dirupo perché avevano paura». Un settore che ha risentito anche dell’emergenza contaminazione da latte crudo. «Sicuramente un ostacolo che c’è adesso è la caseificazione con rischio Escherichia Coli, è quello che si sta cercando di risolvere. Per esempio adesso c’è la norma che vieta la somministrazione a bambini e donne in gravidanza», ha riferito Ambra Bordati di un’azienda in Val di Pejo. «Abbiamo la passione per gli animali, un po’ l’abbiamo ereditata da nostro nonno, ma è anche un po’ nostra», raccontano Daniela Bernardi e Fabiano Dalbon, due giovanissimi e motivati ragazzi dell’Unione allevatori Val d’Adige. «È un lavoro a tempo pieno», ha detto Daniela. Un lavoro ancora preceduto da molti pregiudizi. «Al giorno d’oggi è molto difficile, molti giudicano da fuori ma non conoscono le difficoltà, come l’inflazione», si è sfogato Fabiano, che ha questa passione nel sangue. «Da piccolo come regalo ho sempre voluto i trattori della Bruder e gli animali di plastica. Con questo lavoro sviluppi molte emozioni che molti lavori non ti danno, come la felicità per una manza che dopo molto tempo partorisce il vitello e, quel vitello, nasce grazie a te», ha confidato Fabiano. Un’emozione condivisa anche da Daniele Anesin dell’azienda Ventufarm: «Nel mio lavoro provo soddisfazione nel vedere gli animali che stanno bene, che producono latte e nell’allevarli fin dalla nascita».