L'evento
giovedì 23 Maggio, 2024
di Tommaso Di Giannantonio
Il conto alla rovescia è finito. Si apre oggi la diciannovesima edizione del Festival dell’Economia di Trento, firmata per la terza volta consecutiva dal Gruppo 24 Ore. «Una bussola in un momento di grande incertezza», spiega Flavio Deflorian, rettore dell’Università di Trento, che contribuisce, insieme al Comune di Trento, all’organizzazione della kermesse. Sia l’ateneo che Palazzo Geremia, però, mettono in guardia dal rischio di politicizzazione della manifestazione. «La presenza dei tanti ministri? Non diventi una kermesse politica», dice Deflorian. Gli fa eco il sindaco del capoluogo Franco Ianeselli: «Il Festival resti un’arena libera». Intanto il Partito Democratico del Trentino attacca il ministro leghista Matteo Salvini, che oggi presenterà il suo libro in piazza Duomo: «Mescolanza indecente di attività private e funzione pubblica, in piena campagna elettorale».
Quest’anno il Festival dello scoiattolo si interroga sui «dilemmi del nostro tempo». «Quo vadis», dove stiamo andando, è questa la domanda che plasmerà i tanti incontri. «Il Festival si inserisce nel solco delle iniziative precedenti — considera il rettore — Verranno trattati molti temi, anche al di fuori dell’economia, e avremo una partecipazione importante di figure istituzionali e politiche. Mi pare un Festival con buone premesse».
Il quadro geopolitico, in cerca di un nuovo equilibrio tra la guerra russo-ucraina e il conflitto israelo-palestinese, farà da sfondo alla kermesse. «Viviamo in un momento di grande incertezza, caratterizzato da macro cambiamenti, non solo sul fronte geopolitico, ma anche sul fronte tecnologico: l’intelligenza artificiale cambierà l’economia e la società. In una fase come questa — conclude — è molto importante porsi le giuste domande».
Tra i numerosi relatori ci saranno cinque Premi Nobel e ben ventidue ministri, una partecipazione massiccia da parte del governo che pone un punto interrogativo sul carattere scientifico della manifestazione. «Bisogna mantenere equilibrio ed evitare una kermesse politica — sottolinea Deflorian — La differenza la farà la modalità degli incontri: se ci sarà modo di dibattere, se il pubblico avrà la possibilità di fare domande, allora il Festival sarà in linea con il suo spirito; invece, se assisteremo a monologhi di ministri che intervengono con un contraddittorio limitato, allora sarà un’occasione persa». Un rischio intravisto anche dal sindaco di Trento, che si limita a esprimere un auspicio: «È importante che il Festival continui a essere un’arena del libero pensiero, una finestra per ragionare in modo plurale sui grandi temi della nostra epoca».
Fa già discutere, invece, la presenza di Salvini alla libreria del Festival dell’Economia per il «firmacopie».
«Domani (oggi, ndr) — scrive in una nota Alessio Manica, presidente del gruppo consiliare del Pd — il sig. vicepresidente del Consiglio dei ministri, ministro della Infrastrutture e dei Trasporti e leader di un partito di governo, dovrebbe essere ospite istituzionale del Festival dell’Economia. In quell’occasione però sembra che lo stesso colga l’occasione per presentare la sua ultima “fatica letteraria”, firmando e vendendo le copie al pubblico presso la “Libreria del Festival”. In una mescolanza indecente di attività private e di funzione pubblica, e in piena campagna elettorale — attacca il consigliere provinciale — Salvini non perde occasione per dar prova della scarsa considerazione nella quale tiene ruoli e istituzioni pubbliche. E in questo agire scandaloso trova il silente sostegno dei suoi accoliti locali, anch’essi incapaci di distinguere e proni invece ai desideri del ”capo”. Un pessimo esempio di “incultura” politica e di assenza totale di un minimo senso delle istituzioni».