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sabato 27 Maggio, 2023

Festival dell’Economia, il dibattito con Guè conquista il Teatro sociale sold out: «Le donne faticano ad emergere nel rap»

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Dopo venti minuti di live il rapper milanese ha raccontato la sua storia ricca di produzioni e cambiamenti, l’ultimo legato proprio al suo nome d’arte

Guè ha riscaldato subito la platea di ragazze e ragazzi che hanno affollato il Sociale, nell’ambito del Festival dell’Economia di Trento, con un vero e proprio live di una ventina di minuti accompagnato da un dj.
Cellulari spianati e tutto il teatro a cantare le rime di alcuni dei suoi maggiori successi come “Nulla accade”, “Chico”, “Mi hai capito o no?”, “Veleno”, “Brivido”, “Mollami Pt.2”, “Cookies N’Cream” e “Love”. Oltre la musica Guè ha raccontato il suo amore per l’hip hop: «Tutto nasce dalla passione per questa musica. Nonostante le controversie resto sempre un appassionato e devo tutto a questa passione. Diventare un artista mi ha cambiato la vita, mi ha permesso di girare il mondo, mi ha aperto la mente e mi ha permesso di conoscere tanta musica diverse».
Riguardo al nuovo disco invece il rapper milanese ha spiegato: «Non tutti capiscono le citazioni o il campionamento, ma va bene così perché la musica è per tutti, anche per chi non coglie i riferimenti. Questo disco è pensato più alla cultura che all’hype, al momento. Ho messo dentro tutte le mie influenze, dagli inizi a oggi. E’ un disco un po’ vintage. Dopo tutta questa cultura però il prossimo sarà un disco commerciale».
Fra le doti di Guè quella legata allo storytelling: «Mi affascina ricreare delle immagini. Essendo molto appassionato di cinema, non potendo portare avanti quella passione, attraverso delle strofe che apparentemente non parlano di niente però costruiscono delle immagini e ti ritrovi se sai leggere tra le righe come in un quadro». Interessante la posizione di Guè sulle difficoltà delle donne di emergere nella scena rap: «In Italia per le ragazze è sempre stato difficile. Da una parte ci sono molte influencer che cercano di rappare, di fare trap e di sfruttare l’immagine. Ma per avere una carriera non basta essere primi su Tiktok. Il caso di Anna che è diventata famosa con un pezzo, poi si è riscattata e credo abbia una possibilità di carriera lunga».
Sul suo ruolo di produttore invece Guè ha raccontato: «Di aver avuto sempre attenzione per i giovani. Ho avuto un’etichetta indipendente tra i primi. Credemmo tra i primi in Ghali ed Ernia che erano uno dei primi gruppi interrazziali in Italia: un’argentina, un italiano e due arabi. Il loro stile era odiatissimo perché troppo avanti. Avevamo un sacco di haters ma ora tutti fanno così. Ora non mi interessa però farlo di mestiere, non credo sia possibile, non mi ci vedo ad avere un’etichetta e avere a che fare con dei diciottenni che magari mi rispondono male. È meglio che lo facciano persone come il mio manager».