La kermesse

venerdì 11 Ottobre, 2024

Festival dello sport, il futuro della rassegna sportiva rimane a Trento e in Trentino: accordo raggiunto

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Lo hanno annunciato Fugatti e Cairo dal palco del Teatro Sociale, accordo fino al 2027

Continua il connubio fra il Trentino e il Festival dello Sport. È Maurizio Fugatti, presidente della Provincia autonoma di Trento, sul palco assieme a Urbano Cairo, presidente e a.d. RCS MediaGroup (e pochi minuti dopo anche con la leggenda Carl Lewis), ad annunciare la conferma che tantissimi aspettavano: «Ora possiamo dire che anche nei prossimi anni questa straordinaria manifestazione sarà in Trentino, un territorio che crede nei valori dello sport e si prepara, con entusiasmo, convinzione e un lavoro portato avanti ogni giorno, alle Olimpiadi e Paralimpiadi 2026. Un momento in cui tra l’altro saremo protagonisti, visto che un terzo delle medaglie verrà assegnato qui. Dunque, il connubio fra Trento, Trentino e Gazzetta dello sport può così continuare. Anche con questa settima edizione, un palinsesto che sta portando tantissimi nomi sempre più importanti», le parole di Fugatti.
«Sono veramente felice anch’io – le parole di Cairo, presidente e a.d. RCS MediaGroup – questo appuntamento fa numeri incredibili. Sicuramente è andato al di là delle previsioni più rosee. Io stesso ho conosciuto una città davvero bellissima e accogliente. E il Festival ormai da sette edizioni, una più bella dell’altra, ha reso Trento un villaggio olimpico in queste quattro giornate, dove puoi incontrare i più grandi campioni del passato, presente e non solo».
Ma sul palco dell’inaugurazione, che ha riempito il Teatro sociale ed è stata aperta dall’esibizione-show delle ginnaste Alice D’Amato e Manila Esposito, oro e bronzo olimpico alla trave a Parigi 2024, c’è anche Carl Lewis, che ha dato un incoraggiamento a tutti coloro che praticano sport: «Invito tutti a credere in se stessi, a prendersi il proprio tempo, per esprimersi, e a non avere paura dei fallimenti. Nello sport tutto è un’opportunità, anche un infortunio o qualsiasi altra cosa. Non bisogna mai smettere di sognare».
La serata al Teatro sociale di Trento, condotta da Federica Masolin, è ricca di emozioni e di grandi protagonisti e vede anche il videomessaggio di Thomas Bach, presidente del Comitato Olimpico Internazionale («I miei migliori auguri per il successo del Festival dello Sport, crediamo assieme nel motto olimpico, ‘più veloce, più in alto, più forte, insieme»). Ci sono gli ospiti istituzionali e della «squadra» del Festival: il sindaco di Trento Franco Ianeselli, il rettore Flavio Deflorian, il direttore di Gazzetta dello sport Stefano Barigelli, il vicedirettore vicario La Gazzetta dello Sport e direttore scientifico Il Festival dello Sport Gianni Valenti, oltre a Marco Mezzaroma, presidente Sport e Salute, società dello Stato che si occupa dello sviluppo dello Sport in Italia, Luca Pancalli, presidente Comitato italiano paralimpico-CIP, Maurizio Rossini, amministratore delegato Trentino Marketing.
Non mancano certo i campioni: in sala sono numerosi, per dirne solo alcuni Francesco Moser, Miguel Indurain, Mario Kempes. Sul palco strappa gli applausi Fabio Cannavaro: «Se mi sono sentito nato per vincere? Fin da bambino pensavo, come diceva Carl Lewis, bisogna sognare in grande. Sono riuscito ad arrivare alla Serie A e ho fatto anche meglio. Come calciatore ho raggiunto degli obiettivi, ma attraverso il lavoro, e fondamentali all’inizio sono stati i miei genitori».
L’inaugurazione è una festa, un filo che si avvolge e riavvolge. Si apre con l’esibizione di Alice D’Amato e Manila Esposito, la musica che incalza e il braciere olimpico nelle immagini proiettate sullo sfondo che arde simbolicamente, un legame che dalle scorse Olimpiadi estive si proietta ai Giochi invernali del 2026 di Milano Cortina.
«La partecipazione ai Giochi è stata un’emozione grandissima. Siamo partiti per l’Olimpiade cercando una medaglia di squadra, che è arrivata. Poi ho pensato: non voglio andare via da Parigi senza un’altra medaglia e così è avvenuto» ha detto Alice.
«È sempre stato il mio sogno partecipare alle Olimpiadi, vincere la medaglia di squadra è stata la più bella di tutte – così Manila Esposito – mentre il bronzo alla trave è stato ancora più inaspettato».
Sul palco e dalla platea intervengono in tanti. Ci sono i rappresentanti istituzionali, come il sindaco di Trento Franco Ianeselli e il rettore dell’ateneo trentino Flavio Deflorian. «Siamo una città sportiva tutto l’anno e quest’anno anche la capitale europea del volontariato – così Ianeselli -. Lo sport che celebriamo al Festival è quello che nasce dai campetti di periferia con le centinaia di volontari che animano questa passione. Ogni volta che ascolto un campione qui al Festival sento che c’è una ‘testa’, dietro a performance e risultati, pensiamo ai nostri Ruggero Tita e Nadia Battocletti. Quel nati per vincere del titolo di quest’edizione vuol dire darsi un obiettivo: è quello che noi ci diamo in questo grande villaggio olimpico per rendere queste quattro giornate memorabili come nelle edizioni precedenti».
«Tutto il mondo dell’università di Trento è emozionato per la possibilità di incontrare sportivi di altissimo livello – così il rettore di UniTrento Flavio Deflorian -. La nostra è un’università molto sportiva, per i suoi percorsi formativi ma anche perché cerca di favorire l’attività motoria a fianco di quella accademica. È un valore aggiunto, non un ribasso. Sport e studio sono attività sinergiche, lo dimostra anche il fatto che dal nostro ateneo vengono una medaglia d’oro e una d’argento a Parigi 2024, proprio Tita e Battocletti».
Tocca poi a Marco Mezzaroma, presidente Sport e Salute, la società dello Stato che si occupa dello sviluppo dello Sport in Italia: «Lo sport è la nostra missione, continueremo a lavorare in questa direzione», afferma. Luca Pancalli, presidente Comitato italiano paralimpico-CIP, racconta l’esperienza delle Paralimpiadi 2026: «I risultati dell’Italia mi riempiono di orgoglio, ma la cosa più bella è tutta la famiglia paralimpica: noi infatti lavoriamo per tutti i nostri atleti, con umiltà». Stefano Barigelli, direttore La Gazzetta dello Sport, racconta «il privilegio» di occuparsi di sport: «È una fortuna, finché ti occupi di sport hai sempre vent’anni, specie per la Gazzetta che è nata con le Olimpiadi».
Gianni Valenti, vicedirettore vicario La Gazzetta dello Sport e direttore scientifico Il Festival dello Sport, passa in rassegna i tanti appuntamenti e i significati di “Nati per vincere”: «Ci sono tantissimi eventi e grandissimi campioni, tanti proprio qui con noi in questa splendida serata di inaugurazione. Non vi annoierete al Festival quest’anno. Pane e sport è la pietanza migliore, buon Festival a tutti».
Per Maurizio Rossini, amministratore delegato di Trentino Marketing, «si conferma la passione molto forte del Trentino per lo sport, un entusiasmo che vive durante tutto l’anno ma che con il Festival dà il meglio di sè. Per Leclerc abbiamo avuto ragazzi che non sono riusciti ad entrare in Teatro, ci dispiace, ma è comunque un segno di affetto il ritrovarci in tantissimi ad onorare un grande team e un grande campione. Ci tengo in questa occasione a sottolineare che, come nello sport, dietro ad un atleta, è fondamentale avere una importante ed efficace organizzazione, anche qui dietro a ciò che vediamo sui palchi c’è un’organizzazione molto robusta, fatta di tante persone che con passione si impegnano perché tutto proceda per il meglio. Vanno ringraziate di cuore».