festa dello sport
venerdì 13 Ottobre, 2023
di Redazione
Nel 2016, mentre irrompeva Alice sulla scena, Valentina chiudeva la sua carriera. “Quando è nata Alice il 15 aprile 1992 – dice in apertura la Vezzali – io fui battuta nel Campionato giovani e fu quello il giorno in cui capii di far tesoro delle sconfitte” e prosegue: “Nei mondiali under 20 di Genova centrai il secondo e terzo posto, una sconfitta dura perché durante l’anno vincevo sempre. Grazie al mio maestro Giulio Tommasini, nel 1993 il titolo è arrivato finalmente dopo duro lavoro”. Vezzali ripercorre poi le tappe più importanti: “Dopo il campionato nel 99 a Seul e nel 2000 a Sidney con la medaglia d’oro individuale e a squadre è arrivata l’apoteosi ed è esplosa la popolarità. Altra tappa indimenticabile della mia vita, le Olimpiadi di Atene nel 2004 e il mondiale vinto da neomamma, a 4 mesi dalla nascita del primogenito Pietro”. E poi ricorda gli esordi: “Ho iniziato a 6 anni e andavo in palestra dalle 15 alle 20 quasi tutti i giorni, perché mia sorella faceva scherma fino a tardi.
La parola passa a Alice che ha cominciato a 7 anni a conoscere la scherma. “Ero una bambina molto agitata e mio padre mi portò in palestra. Rimasi subito affascinata dalle divise bianche e fu amore a prima vista”. Dal 2000 al 2004 Alice Volpi è stata in nazionale under 20 a Siena e poi a Jesi. Il talento stava uscendo arricchito da due ingredienti: grinta e tanto divertimento. “Mi dicevano di essere una ragazzina talentuosa – prosegue – e lo sport è finito per diventare un mestiere. Poi un grande infortunio a Torino e la ripresa con slancio alle Olimpiadi nel 2008, con la terza medaglia consecutiva nella scherma. Vedevo Valentina come un mito e sognavo di raggiungere quei traguardi. Sono riuscita ad entrare nella mitica squadra, conosciuta come il “Dream team del fioretto” e ho toccato l’apice della mia carriera nel 2008 con 3 ori consecutivi, nel 2015 l’oro individuale ai Giochi europei di Baku e l’oro ai mondiali di Lipsia nel 2017”. E conclude: ”È impossibile raggiungere i traguardi di Valentina, però voglio dare ancora il mio contributo alla scherma e ho voglia di vincere a partire dalle prossime Olimpiadi a Parigi”.
Prosegue nel viaggio della memoria la Vezzali, che ricorda l’esperienza emozionante di essere stata portabandiera per l’Italia alle Olimpiadi di Londra nel 2012: “Era la quinta olimpiade per me e avevo 37 anni, per confermare che l’età anagrafica non ha alcun peso se ci si allena costantemente. Quel giorno, da portabandiera sono stata in piedi 3 ore, sono andata a dormire a mezzanotte e il giorno dopo avevo la gara con la sveglia all’alba”. E prosegue: “Ero a cinque stoccate sotto, poi il miracolo e la vittoria”. Valentina ha chiuso la carriera nel 2016: “Il segreto è che io sono sempre stata la prima ad entrare e l’ultima ad uscire in palestra. Con Alice ci siamo spesso allenate e, se vincevo io, lei si arrabbiava e voleva superarmi. Se ci credi veramente, puoi arrivare ovunque con una grande motivazione. Ho praticato scherma per 36 anni e negli anni Ottanta non era così scontato fare sport. La maestra sosteneva che lo sport toglieva tempo allo studio. Ho ottenuto i traguardi migliori anche negli studi con 60/60 alla maturità. Scuola, studio e sport si può fare, se ne sei convinta”. “Lo sport è una grande palestra di vita – conclude – e ora sono responsabile del gruppo sportivo Fiamme Oro per creare nuove palestre e allontanare i giovani dalla strada e magari trovare tra di loro i campioni olimpici del domani”.
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