Il caso

lunedì 20 Novembre, 2023

Fiaccolata a Vigonovo per Giulia Cecchettin, la sorella Elena: «Turetta non è un mostro, ma il figlio del patriarcato»

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Grande partecipazione per ricordare la ragazza uccisa. Il papà Gino: «Non provo né odio né rabbia. Penso solo alla mia Giulia, che ora non c’è più». Presenti anche i genitori di Filippo Turetta

Migliaia di persone hanno partecipato ieri sera a Vigonovo alla fiaccolata silenziosa nel ricordo di Giulia Cecchettin, la giovane universitaria uccisa dall’ex fidanzato. Il Comune aveva fatto preparare 2000 candele da distribuire, ma sono andate esaurite in brevissimo tempo, e molte altre persone si sono aggiunte comunque al corteo, dove c’erano il papà di Giulia, Gino Cecchettin, e la sorella, Elena. Nessun discorso, ma solo un momento composto di dolore e di vicinanza alla famiglia. Alla fiaccolata hanno preso parte anche una trentina di sindaci dei paesi vicini, tra le province di Venezia e Padova. I genitori di Filippo Turetta hanno preso parte stasera, in fondo al corteo, alla fiaccolata silenziosa per Giulia tenutasi a Vigonovo, con quasi 3mila persone. «Hanno sentito fosse loro dovere esserci – ha detto l’avvocato Emanuele Compagno – come segno di vicinanza alla famiglia Cecchettin, che non hanno incontrato».

Il papà di Giulia: «Non provo né odio né rabbia»
«Non provo né odio né rabbia. Penso solo alla mia Giulia, che ora non c’è più». Lo dice ai cronisti fuori dalla casa a Vignovo Gino Cecchettin, il papà di Giulia la ragazza di 22 anni trovata morta sabato. Per l’omicidio è stato arrestato l’ex fidanzato Filippo Turetta. «Ieri alla fiaccolata la vicinanza è stata enorme. È arrivata al cuore, non smetterò mai di ringraziare tutti gli italiani».

La sorella Elena: «Non mostro, ma figlio del patriarcato»
«Turetta viene spesso definito come mostro, invece mostro non è. Un mostro è un’eccezione, una persona esterna alla società, una persona della quale la società non deve prendersi la responsabilità. E invece la responsabilità c’è. I “mostri” non sono malati, sono figli sani del patriarcato, della cultura dello stupro. La cultura dello stupro è ciò che legittima ogni comportamento che va a ledere la figura della donna, a partire dalle cose a cui talvolta non viene nemmeno data importanza ma che di importanza ne hanno eccome, come il controllo, la possessività, il catcalling. Ogni uomo viene privilegiato da questa cultura». Lo scrive in una lettera al Corriere della Sera, Elena Cecchettin, sorella di Giulia, parlando del femminicidio della 22enne per il quale è stato fermato e arrestato l’ex fidanzato Filippo Turetta.
«Viene spesso detto ‘non tutti gli uomini’. Tutti gli uomini no, ma sono sempre uomini. Nessun uomo è buono se non fa nulla per smantellare la società che li privilegia tanto. È responsabilità degli uomini in questa società patriarcale dato il loro privilegio e il loro potere, educare e richiamare amici e colleghi non appena sentano il minimo accenno di violenza sessista. Ditelo a quell’amico che controlla la propria ragazza, ditelo a quel collega che fa catcalling alle passanti, rendetevi ostili a comportamenti del genere accettati dalla società, che non sono altro che il preludio del femminicidio», afferma.
«Il femminicidio è un omicidio di Stato, perché lo Stato non ci tutela, perché non ci protegge. Il femminicidio non è un delitto passionale, è un delitto di potere. Serve un’educazione sessuale e affettiva capillare, serve insegnare che l’ amore non è possesso. Bisogna finanziare i centri antiviolenza e bisogna dare la possibilità di chiedere aiuto a chi ne ha bisogno. Per Giulia non fate un minuto di silenzio, per Giulia bruciate tutto», conclude Elena Cecchettin.