Mobilità

giovedì 19 Gennaio, 2023

Fiemme e Fassa, il sogno di Transdolomites: «La ferrovia dell’Avisio diventi realtà»

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Ieri l'incontro dell'associazione per fare il bilancio delle attività 2022. Pronto uno studio di fattibilità, rattrista l'assenza dei decisori politici dai tanti incontri organizzati: «Manca visione per il territorio»

C’erano un quindicina di soci nella sala dell’oratorio di Cembra ieri pomeriggio, altri hanno seguito l’assemblea di Transdolomites in streaming, per ascoltare il presidente Massimo Girardi raccontare il lungo e appassionato elenco di attività realizzate nel 2022. L’associazione dal giugno 2006, quando è stata costituita a Pozza di Fassa, si occupa di mobilità alternativa nelle valli dell’Avisio, ma non solo, portando in provincia esempi, esperienze, progetti, e spesso soluzioni alternative al trasporto privato e soprattutto a quello su gomma presenti in tutto l’arco alpino.
«Dovrebbero dare a te il premio il premio Luigi Negrelli non al principe Filippo. Se fosse in vita Negrelli parteciperebbe ai nostri incontri». È il commento che Silvano Paolazzi, socio storico di Transdolomites, ha riservato al presidente Massimo Girardi nel corso dell’assemblea.
Massimo Girardi, è il «deus ex machina» di Transdolomites, lo riconoscono anche i soci che da 16 anni si battono e lavorano accanto al cuoco fassano, per realizzare un sogno: il treno dell’Avisio, da Trento a Penia. L’elenco delle iniziative svolte nel 2022 è lungo. Il convegno di aprile al Muse sul tema di Eusalp, il viaggio-studio di maggio a Lugano e l’incontro con l’azienda tramviaria della località ticinese, la serata di giugno a San Giovanni di Fassa sul tema della riorganizzazione del servizio di mobilità pubblica nel centro Fassa, l’incarico alla Qnex di Bolzano per uno studio incentrato sui temi della comunicazione del servizio di trasporto pubblico. E a settembre il trekking dell’Avisio seguendo idealmente il tracciato del treno e che sarà ufficializzato il prossimo anno come cammino della tramvia avisana, progettata nel 1904 fino a Moena.
A novembre, finita la stagione, l’attività è nuovamente rifiorita. Dopo il convegno di ottobre al Muse sui costi della mobilità, c’è stato un altro convegno sulla grande bellezza che viaggia in treno, il viaggio a Mules alla galleria del Brennero e, a fine novembre, l’importante appuntamento, che sarà ripetuto in primavera in altre località, con la presentazione a Cavalese e poi alla Camera di Commercio di Trento dello studio svizzero «Ferrovia delle valli dell’Avisio» con il gruppo di lavoro formato da Luigi Urbani, Willi Husler, Daniel Staubli.
Tantissime serate, ma senza amministratori. L’assenza dei decisori politici è stata sottolineata da più d’uno, con amarezza, delusione. C’è uno scadimento della classe politica, ha commentato amaramente Silvano Paolazzi, «gente senza sogni, senza visione, solo l’immediato». Altri gli hanno fatto eco, ma Girardi, inguaribile ottimista, ha minimizzato. «Sceglieremo assieme le date dei convegni, forse così si sentiranno più partecipi, a partire dalla presentazione dello studio svizzero. E poi c’è un sommerso sempre più consistente che partecipa e si interessa».
Ma di quello studio da 30.000 euro, dopo le presentazioni che ne facciamo? Ci si è chiesti. Forse potrebbe essere la chiave di volta per entrare nelle stanze dell’economia. È stata una risposta. Un po’ di amarezza, ma per altri motivi, l’ha espressa pure Girardi, dispiaciuto di alcuni commenti sul calendario 2022 realizzato da Transdolomites per riflettere sul problema delle barriere architettoniche. Sì, perché sempre di mobilità, oltre che di civiltà, si tratta. «Forse non è stato compreso ma mi è dispiaciuto che qualcuno abbia detto: non ho piacere a esporre un mutilato». Così va il mondo.
Fatti quindi i conti con l’approvazione del bilancio 2022 che ha visto entrate per 56.000 euro e uscite per circa 53.500 euro, è stato eletto il nuovo direttivo con la conferma di quasi tutti gli uscenti, a parte Mario Forti di Trento che, per far posto ad un giovane, Michele Dellagiacoma di Predazzo che già con Trasdolomites aveva presentato un proprio progetto sulla mobilità interna del paese dell’alta val di Fiemme, si è ritirato, pur confermando la sua collaborazione. Un’iniezione di gioventù e di entusiasmo. Il direttivo sarà quindi formato da Massimo Girardi, Giuliano Pojer, Giuseppe Spazzali, Renato Gottardi, Quirino Zulian, Stefano Weiss e Michele Dellagiacoma.
Numerosi i progetti per il 2023. Oltre alla presentazione del progetto svizzero nelle principali località delle valli dell’Avisio, coinvolgendo le associazioni di categoria, economiche e sociali per aprile-maggio si parla di un workshop internazionale a Zurigo in collaborazione con la Camera di Commercio e coinvolgendo la Pat. Lo scopo è di fare un passo in più verso le possibilità di finanziamento, di realizzazione e di gestione della Ferrovia dell’Avisio. In programma anche un convegno, in collaborazione con l’associazione «Vivi in strada» di Roma, sul costo sociale dei trasporti per ripensare la viabilità dei territori alla luce delle troppe vittime della strada. Proseguirà inoltre il progetto di restauro delle carrozze ferroviarie per il museo della Ora-Predazzo (a Predazzo una carrozza sarà collocata accanto alla vecchia stazione ora biblioteca) e le altre iniziative ricorrenti: dal Festival del gusto di Predazzo alla lotteria di autofinanziamento.
Ma poi, assicura Girardi, ci saranno altre iniziative che nasceranno nel corso dell’anno.