Il confronto

sabato 5 Agosto, 2023

Fiemme, ospedale: segnali di distensione

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Sulla proposta Dossi commenti positivi dai sindaci di Cavalese e Predazzo

Mentre fra l‘opinione pubblica di Fiemme aleggia l’impressione che le comunicazioni della Giunta provinciale all’incontro dell’altra sera a Tesero con i sindaci fiemmesi significhino una ripartenza quasi da zero della questione ospedale e circola molto pessimismo sui tempi e sulla sua effettiva realizzazione, i sindaci sono tutti contenti, posto che l’altra sera è stato definitivamente cassato il progetto della Mak Costruzioni di Masi, così come la ricostruzione sull’attuale sito secondo il progetto Morosini approvato nel 2018 e poi rimasto fermo prima della proposta di Partenariato pubblico privato della Mak.
Soddisfatto è il presidente della Comunità territoriale Giovanni Zanon. «L’incontro è stato apprezzato da tutti, soprattutto perché le nuove proposte dovranno comprendere anche quale sarà la destinazione del vecchio ospedale». Zanon è in attesa dei due provvedimenti annunciati da Fugatti. Innanzitutto, una delibera in cui sarà indicata la localizzazione di massima che la Provincia ha parzialmente individuato nella zona Dossi di Cavalese, ma la decisione puntuale spetterà all’Assemblea per la pianificazione territoriale della Comunità, che dovrà comunque tener conto di una serie di valutazioni ambientali, economiche e sociali e sulla viabilità fornite dalla stessa Provincia. Contemporaneamente la Giunta attiverà con una seconda delibera una manifestazione d’interesse che non sarà necessariamente un progetto di Ppp, ma che dovrà contenere anche indicare cosa fare dell’attuale struttura. Quindi si riparte quasi da zero. «Fondamentalmente sì – afferma Zanon – mi è parso di vedere un’atmosfera più tranquilla». Contento anche Sergio Finato per la bocciatura del progetto in fondovalle, «anche per la sua genesi e per il metodo che non ci era piaciuto. Ripartire ora con una manifestazione d’interesse trasparente, aperta a più soggetti non può che farci piacere», così come piace al sindaco di Cavalese il fatto di aver legato il nuovo progetto (Finato lo chiama «il nuovo ampliamento») alla destinazione della vecchia struttura.
«Ci piace il ritorno sui Dossi evitando il consumo di suolo e di intervenire sulle aree agricole di pregio». Finato (per questo parla di nuovo ampliamento) considera quindi fattibile intervenire in prossimità dell’attuale nosocomio in un tessuto urbanizzato. Ma c’è posto accanto a quello attuale senza intervenire con demolizione e ricostruzione in tre step come previsto dal progetto Morosini del 2018? «Il progetto 2018 è completamente nuovo in adiacenza a quello vecchio che poi doveva essere demolito, il posto c’è, saranno i tecnici a sbizzarrirsi e a portare soluzioni tecniche, ma di aree nel tessuto urbano di proprietà della Provincia ce ne sono».
La sindaca di Predazzo sostiene che se c’è questo spazio per costruirlo slegato dall’esistente perché non l’hanno progettato prima. «C’è un progetto Keller del 2011, si può tranquillamente recuperarlo o farne altri, sono aspetti tecnici, l’importante è che non venga consumato territorio come ha confermato Andreatta. È l’ultima stregua andare a intaccare territorio pregiato, lo dice anche la Legge urbanistica del 2015».
Fugatti sembra essere riuscito ad accontentare tutti posto che la più contenta sembra essere la sindaca di Predazzo Maria Bosin che ha opinioni non proprio coincidenti con quelle del sindaco di Cavalese, e non solo sulla possibilità di costruire un edificio vicino all’esistente, «se ci stava perché hanno fatto un progetto per demolire l’esistente a blocchi? Se fosse fattibile sarei la prima ad essere contenta», ma soprattutto sul vecchio progetto del 2018 che giudica una follia. «Mi va bene la collocazione ai Dossi, può essere un bel compromesso trovando però una soluzione adeguata per l’accesso. Non è vero che si parte da zero. Ci sono alcuni punti fissi. Intanto è stata messa una pietra sopra il progetto del 2018». Però Andreatta ha parlato di non consumare territorio di pregio. «Se per esempio invertissero il campo sportivo con l’ospedale, è un esempio, non è mica aria agricola di pregio. Ai Dossi non ci sono solo aree di pregio. Non mi convince l’idea di Finato perché altrimenti l’avrebbero fatto prima».
Le ultime considerazioni della sindaca di Predazzo sono la sintesi della serata dell’altro ieri: «Qualche punto fisso c’è, nuovo, tra Cavalese e Predazzo, con una viabilità e una mobilità adeguata e se ai Dossi le due cose possono coesistere perché no?».
Anche Marco Larger sindaco di Castello Molina sembra fiducioso. «Qualcuno ha detto, è la solita campagna elettorale. No, se la cosa è partita da questa amministrazione è giusto che la chiudano prima della chiusura della legislatura. È stato un passaggio corretto, coerente col percorso che hanno fatto. Ci hanno ascoltati, cosa che non abbiamo fatto noi cittadini di Fiemme. Io non sono intervenuto, sono andato solo ad ascoltare in accordo col consiglio comunale».