Il fenomeno

sabato 21 Gennaio, 2023

Figli di coppie omogenitoriali: sempre più iscrizioni all’anagrafe

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Due neo mamme hanno registrato il proprio figlio in Comune a Trento solo pochi giorni fa. Diverse le coppie gay che chiedono informazioni per iscrivere il piccolo nato da una maternità surrogata

Figli e figlie di coppie omogenitoriali riconosciuti agli uffici anagrafe dei comuni trentini: sono sempre di più. L’ultimo atto di nascita — che va iscritto o trascritto a seconda che il bimbo sia nato in Italia o all’estero — è quello depositato in Comune a Trento solo pochi giorni fa. A novembre scorso era stata la volta di un’altra coppia di neo mamme che era tornata a Trento dagli Usa con il neonato da «registrare» in Italia come loro figlio. Una procedura, questa, che però non risulta sempre così snella, facile e immediata. Per la verità non lo è mai stata. Fin dall’inizio. Dai primi casi in Trentino. Era il 2018 quando due neo mamme si erano dovute affidare all’avvocato Alexander Schuster per ottenere che il Comune di Rovereto recepisse l’atto di nascita di un altro comune italiano. Quello in cui risultava appunto che il piccolo era il loro bambino, di due madri appunto (una delle quali era la partoriente) e che aveva quindi il diritto di ottenere la carta d’identità. Un atto che però il comune di Rovereto si rifiutava di registrare, tanto da far diventare il piccolo di fatto un fantasma, con una serie di diritti che gli erano stati negati. Per sette mesi. Fino a quando il tribunale (prima di Rovereto e poi anche la corte d’ Appello di Trento) non ha dato ragione alle neo mamme. Un caso, questo, che ha fatto scuola. Ma non è inusuale che genitori dello stesso sesso si rivolgano all’avvocato Alexander Schuster per il riconoscimento all’anagrafe del proprio figlio. Era capitato anche tre anni fa, per due neo mamme della zona di Rovereto che avevano fatto nascere il loro piccolo all’estero, in Belgio. O, caso più recente, dell’autunno scorso, quello delle due trentine che sono rientrate dagli Usa da genitori. Con un pargoletto tra le braccia e un atto di nascita da far trascrivere negli uffici anagrafe del proprio comune. Non senza dubbi e burocrazia da affrontare.
Ci sarebbe poi un altro caso che da qui a breve dovrebbe approdare in un Municipio dell’alto Garda: quello di due neo papà che sono riusciti a realizzare il loro sogno di diventare genitori grazie a una maternità surrogata. Avrebbero già recepito informazioni per capire come muoversi, una volta rientrati a casa, per il riconoscimento del piccolo come loro figlio.