politica

sabato 29 Aprile, 2023

Figlio di due mamme, Ianeselli replica al prefetto che lo aveva diffidato: «Ho agito proprio per la tutela di quei bambini»

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Il sindaco di Trento difende l’atto di iscrizione anagrafica: «Senza registrazione c’è discriminazione». E le associazioni Lgbtiqi+: «Pronti alla protesta»

«Gli atti sono stati firmati perché vi è una discriminazione evidente, e non vi è una ragione valida per non riconoscere la genitorialità di due mamme nel caso di una nascita attraverso il ricorso alla fecondazione da un donatore esterno alla coppia». Franco Ianeselli risponde così alla lettera del commissario del Governo che lo diffida dal registrare nuovi nati con genitori dello stesso sesso. «Ho ritenuto di firmare le iscrizioni nell’interesse del neonato», continua il sindaco, sicuro che il riconoscimento di entrambi i genitori e non solo di quello biologico sia in favore del minore. Per la legge, infatti, c’è il riconoscimento automatico soltanto del genitore biologico, ma non di quello «sociale», anche se nell’equilibrio familiare entrambi svolgono le stesse funzioni di cura. Un paradosso che non è mia stato sanato a livello legislativo, gestito dalla amministrazioni solo in forza della giurisprudenza che ha portato molti tribunali a pronunciarsi, quasi sempre nel maggior interesse del minore. Con l’arrivo del centrodestra al governo, tra i primi provvedimenti una lettura più stringente della norma, con una circolare che ha imposto ai prefetti di richiamare i sindaci a procedere alla registrazione solo del genitore biologico. «Prendo atto di quanto scritto dal commissario del Governo, sulla base delle indicazioni ministeriali, ma rilevo anche come sia necessario un intervento del legislatore per superare la discriminazione».
La questione, da amministrativa, rischia però di assumere un rilievo penale, tant’è che il commissario del Governo ha informato anche la Procura della Repubblica, per l’eventuale richiesta di cancellazione della registrazioni già in essere. «Ancora una volta si tenta di colpire i nostri figli — denuncia il presidente dell’associazione Famiglie Arcobaleno del Trentino Alto Adige Giuseppe Lo Presti — quando andrebbero invece tutelati e rispettati, così come devono essere tutelati e rispettati tutti i bambini del mondo. Non riconoscere uno dei due genitori significa non riconoscerci come famiglie al parti di tutte le altre famiglie». La decisione del commissario del Governo sarà contrastata: «In queste ore ci stiamo confrontando all’interno dell’associazione e tra tutte le altre associazioni a noi vicine. Tra le ipotesi c’è anche una manifestazione da tenere nei prossimi giorni proprio sotto al Commissariato del Governo, perché giunga all’esecutivo nazionale la voce della nostra protesta».
E nei prossimi giorni, su questo tema, si muoverà lo stesso Ianeselli: «Il 12 maggio mi incontrerò con altri sindaci a Tornino per discutere della questione, in occasione dell’assemblea degli amministratori e delle amministratrici locali contro le discriminazioni per orientamento sessuale e identità di genere e per i diritti di tutte le famiglie».