Il femminicidio

sabato 25 Novembre, 2023

Filippo Turetta oggi arriva in Italia, poi l’interrogatorio nel carcere di Montorio a Verona

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Ieri mattina, a Padova, presso il Dipartimento di Ingegneria dell'informazione dell'ateneo patavino, si è svolta la cerimonia di collocazione di una panchina rossa. Il primo dicembre alle 9, invece, è stata programmata, all'istituto di medicina legale di Padova, l'autopsia sul cadavere di Giulia Cecchettin

Filippo Turetta arriverà oggi in Italia e verrà portato nel carcere di Montorio a Verona dove tra lunedì e martedì verrà interrogato dal Gip di Venezia e dal sostituto procuratore, titolare dell’inchiesta sull’omicidio di Giulia Cecchettin. L’arrivo del presunto killer nel nostro Paese dalla Germania, è previsto per le 12.30 e la traduzione avverrà a bordo di volo militare che dall’aeroporto di Francoforte atterrerà probabilmente a Venezia, salvo variazioni del piano di volo. A spiegarlo a LaPresse è Joerg Martienssen, portavoce della polizia aeroportuale dello scalo tedesco. «La consegna è prevista alle 10:45. Il cittadino italiano sarà portato in Italia con un volo militare diretto a Venezia», ha spiegato Martienssen. La consegna di Turetta alle autorità italiane, aveva riferito in precedenza il portavoce, avverrà «all’interno dell’area di sicurezza dell’aeroporto di Francoforte».

Il primo dicembre alle 9, invece, è stata programmata, all’istituto di medicina legale di Padova, l’autopsia sul cadavere della vittima, a cui parteciperà anche il consulente medico legale Antonello Cirnelli, nominato dai familiari di Giulia Cecchettin. In quella sede, si stabilirà l’orario approssimativo della morte, la causa del decesso, se dissanguamento o asfissia, e il numero delle coltellate che Turetta avrebbe inferto su Giulia. Da questi elementi si potrebbe profilare per il presunto assassino anche l’aggravante della crudeltà.

Necessario, inoltre, mettere in fila gli altri elementi fin qui raccolti dai carabinieri per capire se può essere contestata la premeditazione. Bisognerà capire infatti se Filippo Turetta si è portato da casa i due coltelli sequestrati, se l’acquisto online del nastro adesivo, fatto un paio di giorni prima dell’omicidio, avesse la finalità di coprire la bocca e impedire a Giulia di urlare e se il 21enne abbia fatto ricerche internet per studiare il percorso di fuga di più di mille chilometri fino in Germania dove è stato arrestato e se abbia cercato informazioni su come sopravvivere in una zona di montagna. Intanto prosegue la mobilitazione contro la violenza sulle donne da parte della società civile con iniziative, manifestazioni, come quella in programma oggi nella Capitale, che ha come slogan: “Non una di meno”. Ieri mattina, a Padova, presso il Dipartimento di Ingegneria dell’informazione dell’ateneo patavino, si è svolta la cerimonia di collocazione di una panchina rossa alla memoria di Giulia Cecchettin, nel giardino del dipartimento dove studiava.

Alla cerimonia hanno presenziato la rettrice dell’Università di Padova, Daniela Mapelli, e il papà di Giulia. «Da questo tragico evento deve nascere qualcosa: vanno bene i messaggi che state dando, vanno bene i minuti di silenzio o di rumore ma poi finiranno. Io voglio fare in modo che qualcosa di positivo nasca, Giulia non me la restituirà più nessuno, ma la sua morte può far nascere qualcosa» ha detto Gino Cecchettin nel suo intervento. «Voglio che tutti i giorni ognuno di noi si fermi e guardi nella propria vita e provi a fare anche solo un pensiero per come migliorarla. Io stesso mi faccio delle domande cercando di capire cosa si può fare per sradicare la violenza, in particolare sulle donne» ha concluso Gino Cecchettin.