LA SENTENZA

mercoledì 25 Settembre, 2024

Filmata mentre prendeva a calci il cane, arriva l’assoluzione: «Non è stato provato il dolo»

di

Gli animalisti della Lav: «Ci aspettavamo una giusta condanna, indignati, valuteremo l’appello». Pallina ha una nuova famiglia

Picchia e prende a calci la sua cagnolina, e le telecamere di un esercizio del centro di Trento, il 27 dicembre 2021, la filmano mentre si accanisce contro la povera bestiola sotto i portici di piazza Duomo, all’altezza del bar Pasi. Sequenze terribili, queste, che finiscono in Rete, provocando indignazione e spregio verso la padrona, una trentina allora di 23 anni, per la quale gli utenti avevano sollecitato una condanna. Che, però, non c’è stata. Per quanto siano state accertate le sevizie, nonostante i maltrattamenti al cane siano stati documentati anche dai cellulari di alcuni passanti, nel corso del processo non è emerso il fine della crudeltà, non è stato provato il dolo, il fatto che la donna volesse fare del male all’animale. Insomma, i colpi sferrati a ripetizione con una borsa di tela contro il pastore del Lagorai, Pallina il suo nome, e i calci assestati subito dopo a raffica, contro la stessa bestiola terrorizzata, erano insindacabili, ma, a quanto emerso, è mancata la volontà di provocare, di fare del male, almeno secondo la linea difensiva. Che sarebbe stata sposata dal giudice Greta Mancini che ha infatti assolto, «perché il fatto non costituisce reato» l’ex padrona di Pallina, una senza fissa dimora con fragilità psichiche, a cui una perizia ha riconosciuto la semi infermità. Caduta, insomma, l’accusa di maltrattamento di animale, reato punito con pene da tre a diciotto mesi e multe da 5mila a 30mila euro. Reato che, per essere contestato, prevede appunto anche il fine della crudeltà.
«Volevo mi ubbidisse»
L’avvocato Giuliano Valer ha spiegato come non c’era stato un motivo scatenante e l’intento della cliente era quello di richiamare il cane e farlo ubbidire. «Volevo solo educarlo» ha spiegato la 26enne che ha raccontato di aver diviso il cibo con Pallino e di sognare di vivere con i suoi animali. In aula si è delineata una sorta di abuso di mezzi di correzione, che però non è previsto per animali. «La sentenza non sdogana affatto il maltrattamento. Tutt’altro. Ma fa buon governo delle circostanze emerse in dibattimento: disagio sociale e psichico dell’imputata, stato di emarginazione sociale, intento non crudele, incapacità incolpevole di relazionarsi con il cane — dichiara Valer — Non fu, quindi, mera crudeltà, ma involontaria, ma pur sempre censurabile, reazione, finalizzata a educare l’animale, da parte di chi vive un disagio interiore» ancora il legale.
Lav: «Risultato indegno»
«Un risultato indegno e frustrante» sbotta la Lav, Lega Anti Vivisezione, in merito alla sentenza, che attende venga depositata per leggerne le motivazioni. Tre anni fa era stata la stessa associazione animalista a ritrovare la cagnolina maltrattata e ad affidarla alla polizia locale di Trento che l’aveva sequestrata e fatta visitare dal veterinario. «L’esito del processo ci lascia indignati ed insieme ai nostri legali, una volta chiare le motivazioni, valuteremo di appellare la sentenza — annuncia Simone Stefani, responsabile Lav Trento — Chi commette simili gesti, violenti ed ingiustificabili, non deve più poter detenere un animale». E, ancora: «Le tragiche immagini delle percosse subite da Pallina avevano invaso i social e commosso moltissime persone in ogni parte d’Italia. Ci aspettavamo una giusta condanna, non certo l’assoluzione». La cagnolina allora, liberata dal sequestro, era stata affidata alla stessa Lav che si era mossa per vie legali ed era stata identificata come parte offesa. Per Pallina, adottata da una famiglia, è iniziata una nuova vita, fatta di coccole, lunghe passeggiate tra i vigneti e sonnellini sul divano. «Non fosse stato così con l’assoluzione sarebbe potuta tornare nelle mani di chi l’ha maltrattata» evidenzia Lav. Che insiste: «Viene da chiedersi cos’altro deve accadere a Trento per far condannare o almeno processare chi maltratta gli animali, visto che nonostante i video che mostrano in maniera per noi inequivocabile quelle che non abbiamo paura di definire violenze, è stata richiesta l’archiviazione per i pastori che prendono a calci gli agnelli e ora è stata assolta la picchiatrice di Pallina» ha concluso Stefani di Lav, la quale chiede ancora alla Commissione Giustizia della Camera dei Deputati di approvare le proposte di legge per inasprire le pene e rendere più efficaci le norme per perseguire i reati contro gli animali.