Sfida a carte bollate
venerdì 28 Luglio, 2023
di Benedetta Centin
Ha rinunciato al ricorso che aveva presentato al Tar la studentessa della classe quinta del liceo scientifico Da Vinci alla quale proprio il Tribunale amministrativo regionale (Tar) aveva dato la possibilità di svolgere le prove suppletive per l’esame di Stato (che poi però non ha superato). E questo nonostante i suoi insegnanti, in sede di scrutinio finale, considerate le cinque insufficienze conseguite in materie chiave, non l’avessero ammessa. I giudici avevano invece concesso una possibilità alla ragazza, anche in considerazione del fatto che aveva già passato il test di ammissione all’Università, ad Economia aziendale. Ma questa chance non le è valsa a diplomarsi. Dopo quasi sei ore di scrutini la commissione, il 10 luglio scorso, ha sentenziato la bocciatura. Che però la ragazza non potrà più impugnare. Non più. Ha esaurito ogni possibilità. Per quanto i suoi legali, gli avvocati Filomena Alaia di Avellino e il veronese Gian Paolo Sardos Albertini, avessero preso in considerazione ogni ipotesi.
Anche la «partita» del Tar si è chiusa. La giovane si era rivolta a questo tribunale una volta saputo di non essere stata ammessa all’esame di Stato. Alla base del ricorso c’era la contestazione secondo la quale la scuola non aveva organizzato i corsi di recupero, che pure sono previsti dalla normativa, nelle materie nella quali non aveva ottenuto la sufficienza (cinque e nelle materie principali). Il Tar allora aveva annullato di fatto la decisione presa dal consiglio di classe e accordato «eccezionalmente» alla giovane l’ammissione e «con riserva» (il decreto presidenziale era 29 giugno scorso). Lo stesso tribunale aveva fissato udienza il 27 luglio per discutere la richiesta di sospensiva della decisione di non ammissione. Ma, ormai, l’esito della prova suppletiva aveva già di fatto risolto la questione. Ma lo ha fatto ancor prima la rinuncia del ricorso da parte della stessa liceale. Insomma, la valutazione della commissione è confermata.
La vicenda aveva avuto grande clamore mediatico a livello nazionale, ancora di più dopo che il padre della liceale aveva scritto al ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara. Lo aveva già fatto Alessio Marinelli, docente di Matematica e fisica del Da Vinci, raccontando della sua categoria «umiliata»: una missiva, questa, sottoscritta da altri 110 docenti trentini. Il titolare del dicastero aveva risposto dimostrando di stare dalla parte degli insegnanti.