Mori
domenica 9 Luglio, 2023
di Leonardo Omezzolli
Alessandro Bertolini, il 29enne di Manzano, piccola frazione del Comune di Mori in val di Gresta, non sarebbe solo italiano, ma avrebbe un secondo passaporto sul quale è riportata la cittadinanza Russa. Un documento che apre un fronte internazionale nell’arresto del giovane foreign fighter avvenuto lo scorso 29 giugno non appena messo piede su territorio italiano all’aeroporto di Malpensa con l’accusa di aver partecipato «ad azioni, preordinate e violente, dirette a mutare l’ordine costituzionale o a violare l’integrità territoriale del governo ucraino, Stato estero di cui non era né cittadino né stabilmente residente, senza far parte delle forze armate di alcuna delle parti in conflitto». A diffondere la notizia è l’agenzia di stampa russa Tass che riporta la richiesta del Consolato generale russo a Milano, di voler far visita in carcere a Bertolini in quanto cittadino russo. Secondo la Tass il grestano «è stato volontariamente nel Donbass dal 2014 ed è diventato cittadino russo con l’aiuto delle autorità del Donbass nel 2021». Sempre secondo quanto riportato dall’agenzia di stampa russa la richiesta del Consolato russo è stata accolta e funzionari di stato potranno fargli visita già dalla prossima settimana. Trentino, roveretano e da sempre vicino alle problematiche del Donbass c’è anche Ennio Bordato, presidente dell’associazione «Aiutateci a salvare i bambini Odv» (Aasib) che si occupa proprio dei minori che da ben prima dello scoppio della guerra russo-ucraina vivono le sofferenze di una guerra intestina che si protrae da decenni. Bordato, sentito dalla Tass in qualità di attivista benefico ha rilasciato alcune dichiarazioni in merito alla vicenda Bertolini aprendo a riflessioni più ampie. Bordato ha spiegato all’agenzia russa che è tipico dell’Italia il concetto di avere diversi standard in base alla situazione. «Se gli italiani sono pagati per combattere dalla parte dell’esercito ucraino nessuno li insegue, sono quasi degli eroi, mentre quelli che combattono dalla parte del Donbass vengono arrestati e attaccati». Bordato ha poi chiarito che per la legislazione italiana «la partecipazione al combattimento come mercenario – conclude – costituisce reato».
Ancora una volta a Manzano, paese natale di Bertolini, dove vivono la madre e lo zio, la comunità preferisce restare in silenzio, divisa tra chi vorrebbe che queste attenzioni in un posto ameno in cui la vita si misura con il ritmo dei campi, cessassero e chi auspica una veloce scarcerazione e la libertà del proprio caro. Il nuovo fronte russo potrebbe aprire a qualche trattativa in tal senso.
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