Boschi
sabato 16 Marzo, 2024
di Francesca Dalrì
Il Trentino-Alto Adige è la prima regione d’Italia per quantità di foreste certificate. È quanto afferma il rapporto Pefc 2024, redatto dal programma di valutazione degli schemi di certificazione forestale (in inglese Programme for endorsement of forest certification schemes, da cui l’acronimo Pefc). La certificazione di gestione sostenibile delle foreste assicura che le foreste siano gestite in linea con stringenti requisiti ambientali, sociali ed economici ed è oggi uno dei principali strumenti a livello internazionale per fornire prove della gestione sostenibile delle foreste. La certificazione consente infatti ai proprietari e ai gestori forestali di dimostrare che le pratiche che oggi applicano sono sostenibili e che le foreste che gestiscono soddisfano non solo i bisogni attuali, ma anche quelli delle generazioni future. A ciò si aggiunge la certificazione di catena di custodia (la cosiddetta chain of custody), uno strumento volontario che tiene traccia dei prodotti di origine forestale e arborea derivanti dalle foreste gestite in maniera sostenibile lungo tutta la filiera produttiva, garantendo ogni fase della catena.
Venendo ai numeri, secondo il rapporto, nel 2023 (i dati sono aggiornati al 31 dicembre) gli ettari di foreste gestite in maniera sostenibile in Italia sono salite a quota 980.611,54, con un incremento del 5,9% rispetto all’anno precedente, a cui si aggiungono 14 nuove certificazioni e 14 regioni con almeno una foresta certificata. Crescono anche le certificazioni per servizi ecosistemici (più 47%) e le aziende di trasformazione che hanno ottenuto la certificazione di catena di custodia Pefc (più 8,6% rispetto al 2022). «Abbiamo raggiunto quasi un milione di ettari certificati dal Pefc in Italia: la diffusione della certificazione forestale è uno strumento decisivo per il contrasto al cambiamento climatico – afferma soddisfatto il presidente di Pefc Italia Marco Bussone –. Un milione di ettari di foreste certificati fanno bene al Paese. Le aziende stanno imparando a essere sempre più sostenibili, creando delle filiere virtuose intorno alle loro attività e l’incremento dei servizi ecosistemici sta promuovendo un cambio prospettico che ci riguarda tutti, dal produttore al consumatore».
La classifica nazionale
Come anticipato, a livello nazionale il Trentino Alto-Adige è capofila per superficie forestale certificata con 578.963,8 ettari su 762.637 ettari di boschi complessivi, ben il 75,9% della superficie forestale totale. Le foreste certificate in regione sono curate da tre soggetti: l’Unione agricoltori di Bolzano (Bauernbund), il Consorzio dei Comuni trentini e la Magnifica Comunità di Fiemme. Il Trentino-Alto Adige stacca inoltre in maniera netta le restanti regioni. Scorrendo la classifica nazionale, al secondo posto si colloca infatti il Friuli Venezia Giulia, che vanta però «solo» 96.035,94 ettari certificati. Al terzo posto il Piemonte, con 82.157,10 ettari, grazie a tre nuove certificazioni che nel 2023 hanno fatto salire la regione sul podio. Con 80.066,27 ettari certificati si posiziona al quarto posto il Veneto, cui segue la Lombardia con 71.005,17 ettari certificati secondo lo standard Pefc. Tra le regioni in crescita spiccano inoltre la Toscana (35.809,88 ettari) e l’Emilia Romagna (6.888,60 ettari) con il Parco nazionale dell’Appennino tosco-emiliano che ha ottenuto la certificazione per la gestione forestale sostenibile e responsabile oltre che la verifica dei servizi ecosistemici biodiversità, servizi turistico-ricreazionali e carbonio forestale.
Premiata la Paganella
Incrementate nell’anno passato anche le certificazioni per i servizi ecosistemici, che crescono su scala nazionale del 47% rispetto al 2022, con otto nuove certificazioni, di cui cinque legate ad attività di aumento dello stoccaggio o diminuzione delle emissioni di anidride carbonica equivalente – che hanno portato a un aumento della CO2 stoccata o non emessa di 128.923 tonnellate – e altre tre per le funzioni turistico-ricreative. In particolare, Toscana e Trentino-Alto Adige hanno promosso progetti dedicati alla fruizione del bosco come servizio ecosistemico per il benessere derivante dalla frequentazione dei boschi, come il «forest bathing» del Consorzio forestale dell’Amiata e il «Parco del respiro» del Comune di Fai della Paganella. Significativa anche l’esperienza del Consorzio dei boschi carnici, in provincia di Udine, non solo prima realtà in Italia ad aver certificato il servizio ecosistemico dello stoccaggio o non emissione del carbonio, ma anche tra le prime a dare il via a una filiera certificata dei servizi ecosistemici.
Le aziende certificate
Per quanto riguarda le imprese, sono 115 le aziende che nel 2023 hanno ottenuto la certificazione di catena di custodia (Coc) Pefc, portando il totale a 1.403, ovvero un più 8,6% rispetto al 2022. Numeri che confermano la crescente necessità dei consumatori di avere delle garanzie in merito alle tematiche di sostenibilità ambientale e, di riflesso, quella delle aziende (alcune perlomeno) di impegnarsi per la costruzione di un futuro diverso.
Un altro esempio è la certificazione di gruppo dei produttori, strumento a cui possono accedere le aziende con un fatturato al di sotto dei 10 milioni di euro e con meno di 50 dipendenti, che consente anche alle piccole imprese di ottenere la certificazione Pefc. Il 33,9% delle nuove aziende è di fatto parte di una certificazione di gruppo, che non significa solo ottenere la certificazione Pefc a costi minori rispetto a quelli individuali, ma anche poter contare sulla consulenza di un ufficio centrale. Per quanto riguarda le categorie produttive, in termini assoluti le più certificate sono le imprese produttrici di pannelli (297 aziende, con un aumento del 16,93% rispetto all’anno precedente), che quest’anno sorpassano le segherie (254), finora la categoria più numerosa. In termini di crescita, la più rilevante anno su anno la registra il settore degli imballaggi in legno con un aumento del 20,56% di aziende certificate, sottolineando lo sforzo di un settore come quello del packaging oggi responsabile della maggior parte degli scarti che arrivano dalle case dei consumatori. Crescono anche le aziende di infissi con un più 19,15%, mentre si attestano su più 16,20% le imprese che si occupano di legno lamellare e su un più 15,15% quelle che realizzano componenti per mobili; inoltre, si segnala il più 13,51% per il cartone e il più 12,22% per la carpenteria.
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