val di fiemme
mercoledì 14 Agosto, 2024
di Gilberto Bonani
Lo storico albergo Valsorda ha cambiato nome. La nuova segnaletica lo indica come «Flos Hotel» che in lingua latina vuol dire «fiore».
All’imbocco della Val di Fassa nelle vicinanze dell’abitato di Forno, antico insediamento legato alla lavorazione del minerale estratto dalle pendici del Latemar, da anni sorge l’unico albergo della frazione. A realizzarlo la famiglia Degiampietro «Mariela». L’ultimo a reggere le sorti del Valsorda è stato Walter, una vita spesa nel settore turistico e nel volontariato. Quando non era in albergo indossava la divisa del vigile del fuoco volontario, pronto a dar man forte in caso di incendio e calamità. Nel 2018 l’età e gli acciacchi lo hanno obbligato a lasciare. È arrivata la pandemia che ha fermato ogni attività.
Il Valsorda è rimasto al buio, dimenticato, mentre l’erba in giardino, una volta così curata, cresceva fuori controllo. A salvarlo dalla decadenza due giovani ragazze trentine: Emili Donini, 24 anni, di Molveno, e Vanessa Bottamedi, 32, di Andalo. Coraggio e grinta non mancano alle due imprenditrici che hanno lasciato il Brenta per sfidare le montagne della Val di Fassa. Come è nata la vostra avventura? «Lavoravamo in un ristorante a Molveno e quindi partiamo da una esperienza turistica» affermano Emili e Vanessa. «Non siamo partite proprio da zero ma certamente metterci in proprio per gestire un albergo da 68 posti non è stato uno scherzo. Da un’amicizia nata sul posto di lavoro siamo diventate socie in affari. Per due anni abbiamo cercato qualcosa che ci ispirasse. Volevamo metterci in gioco per inseguire il sogno di avere un hotel tutto per noi. Quasi per caso abbiamo visto l’Hotel Valsorda in un angolo verde e tranquillo della frazione di Forno. Quindi la scelta di contattare il proprietario e aprire una trattativa. Il 30 maggio 2022 abbiamo iniziato a lavorare in un ambiente nuovo e con tanta voglia di fare».
Da subito una netta divisione dei compiti: Emili accoglie gli ospiti e tiene i contatti con la clientela mentre Vanessa dirige la cucina. Le due ragazze hanno occupato i posti strategici dell’albergo. C’è poi un manipolo di collaboratori fidati tra cui le rispettive famiglie che completano la squadra. «Abbiamo dovuto creare una nuova clientela – spiegano Emili e Vanessa – visto che con la chiusura pluriennale del Valsorda gli ospiti di un tempo avevano provveduto a cambiare destinazione. Abbiamo fatto alcune scelte. Ci rivolgiamo specialmente a chi ama l’attività all’aria aperta e possiede animali da compagnia. Non accogliamo invece famiglie visto che non ci sono spazi adatti e personale per gestire i piccoli. Abbiamo stretto alcune collaborazioni con aziende che offrono noleggio bici. L’albergo stesso dispone di monopattini elettrici con cui è possibile raggiungere Moena o Predazzo utilizzando la ciclabile che costeggia l’albergo».
Tra le innovazioni anche l’idea della Spa privata, uno spazio per il benessere su prenotazione con sauna finlandese, bagno turco, vasca idromassaggio, pioggia tropicale e nebbia fredda. In inverno la clientela è formata da fondisti (la pista della Marcialonga passa accanto all’albergo), ciaspolatori, escursionisti e sciatori. In estate sono ciclisti, escursionisti, persone che amano la vita attiva. La presenza della ciclabile in estate e della pista da fondo invernale è una possibilità non ancora pienamente sfruttata. «Facciamo piccoli passi alla volta» – spiegano Emili e Vanessa. «Ogni anno programmiamo piccoli interventi, di norma nel mese di maggio. Cerchiamo di mantenere un’apertura “lunga” per farci conoscere e per offrire, anche in periodi non canonici, la possibilità di fare una vacanza in Val di Fassa per passeggiare, usufruire delle terme o solo trascorrere un fine settimana in tranquillità».