AMBIENTE
domenica 10 Marzo, 2024
di Chiara Turrini
Un boato sordo e profondo accompagnato dal suono di rami e alberi spezzati come grissini e poi un tonfo netto che ha fatto tremare la terra per lunghi e interminabili secondi. Il più grosso dei massi, da ben 20 metri cubi, si è conficcato nell’asfalto della Gardesana occidentale poco prima dell’imbocco della galleria Casagranda, la prima dei trafori che portano verso Limone.
Un masso da 20 metri cubi
Tutto è avvenuto intorno alle 22 di venerdì richiedendo l’immediato intervento del vigili del fuoco di Riva e delle forze dell’ordine che hanno immediatamente chiuso la viabilità stradale. Il masso è caduto esattamente sull’incrocio del sovrappasso che permette l’inversione a «U» per le vetture e i mezzi che desiderano non immettersi in Gardesana, oltre che tratto di strada che conduce all’inizio del sentiero della Ponale. A valle del giardino a gradoni di una villa al fianco della quale i 20 metri cubi di materiale sono ruzzolati, sfiorandola ed evitandola per pura fortuna. La casa in questione è stata evacuata almeno fino a quando non saranno ultimati i controlli del versante montano della Rocchetta.
Gardesana chiusa nel weekend
Nel frattempo la viabilità rimarrà interrotta da e verso Limone per tutto il fine settimana. Ieri mattina alle 9 è stato attivato il sopralluogo del servizio geologico della Provincia che ha sorvolato l’intero versante con l’ausilio dell’elicottero per esaminare il punto di distacco. «In base alle prime verifiche – fa sapere la Provincia – la carreggiata è stata investita dalla caduta dei materiali provenienti da un masso di 20 metri cubi che si è staccato dalla parete sovrastante e si è frantumato. Per precauzione un’abitazione che si trova nei pressi è stata evacuata».
Evacuata un’abitazione
Una precauzione dovuta al fatto che, sebbene l’edificio non sia stato colpito, vari punti del giardino e le cancellate dello stesso sono state letteralmente sradicate e gettate a valle dall’irruenza della caduta a valle del maxi masso. Allo stesso modo è stata piegata e divelta la maggior parte della cartellonistica presente sull’incrocio. Inevitabile, quindi, la scelta di imporre l’evacuazione fino a quando non sarà rientrato il pericolo di ulteriori distacchi, soprattutto in considerazione di ulteriori precipitazioni, previste già nella giornata di oggi.
«Disgaggi e pulizie a breve»
Inoltre – continua la Provincia – è stata già contattata la ditta specializzata che finito il sopralluogo, se le condizioni di sicurezza lo consentiranno, interverrà subito per effettuare i disgaggi in parete e la pulizia del versante e della strada». Pulizia e manutenzione che dovrà essere fatta anche sul sentiero «O405» dei Fontanoni letteralmente scomparso a seguito della frana. «Il sentiero dei Fontanoni – fanno sapere dalla sezione della Sat di Riva – è inagibile in attesa del sopralluogo geologico e dell’ordinanza di chiusura». Dopo i tubi delle ex condotte della centrale idroelettrica, proprio in prossimità di un punto attrezzato dove c’è il cordino, ora non solo è sparito il cordone metallico di sicurezza, ma anche tutto il sentiero.
«Stop alla ciclovia subito»
Inevitabili le ricadute dell’ennesima frana avvenuta lungo la costa occidentale del lago di Garda, proprio in virtù del fatto che sarà oggetto della realizzazione della ciclovia del Garda con alcuni punti a sbalzo. Da tempo alcune associazioni e comitati stanno lottando per segnalare la pericolosità di una ciclabile che a detta loro sembra destinata ad esser investita, prima o dopo, da un evento franoso capace di comprometterne la sicurezza e quindi l’incolumità di chi la percorrerà. «Sbaglio o è ormai chiaro e difficilmente negabile che le energie (fisiche, progettuali ed economiche) – scrive Paolo Malvinni – dovrebbero essere impiegate per la riduzione del rischio, non per altre fantasiose idee? Mi permetto di aggiungere – continua nella sua riflessione – che ci sarebbe solo da guadagnarci: in sicurezza, come cittadini e anche come turisti. E non smetterebbero di campare nemmeno gli studi di ingegneria, le ditte e i lavoratori del settore. Si tratta di cambiare strada e di farlo in fretta. Ma è la manutenzione che piace troppo poco. Prevenire non dà lustro». Della stessa opinione Italia Nostra che proprio a seguito di questa nuova frana chiede al Presidente della Provincia Maurizio Fugatti di «prendere coscienza delle pericolosità che la stessa comporta e di esplicitare inoltre le motivazioni per cui la sua realizzazione non possa essere fermata. Chiediamo la sospensione immediata di tutte le progettazioni esecutive e la sospensione dei lavori relativi alla U.F. 3.1, in relazione alla quale si spendono 2.620.000 di euro per la realizzazione di 98 metri di passerella. Così come progettata dalla Provincia – sottolineano – con lunghi tratti di passerelle a sbalzo sulle falesie rocciose, la ciclovia è estremamente pericolosa, anche in considerazione del fatto che il progetto prevede un abbondante e significativo afflusso di turisti». Infine le minoranze hanno richiesto la convocazione urgente di un consiglio comunale sul tema.
L'annuncio
di Leonardo Omezzolli
A comunicare la notizia la vice sindaca di Riva Silvia Betta, felice per l’obiettivo raggiunto anche grazie alla disponibilità di spazio messa a disposizione dall’associazione Luogo Comune