L'intervista
martedì 21 Marzo, 2023
di Benedetta Centin
Loro, sportivi autentici, tanta forza sulle gambe, resistenza e fiato da vendere, lo sanno bene: mai dare nulla per scontato. Eppure questa volta si sono davvero fatti sorprendere dalla vita. Si conoscevano da sempre, lui è Francesco Moser, fra i più grandi campioni di sempre del pedale tricolore; lei l’imprenditrice Mara Mosole, trevigiana di Lovadina, la giovane atleta (ex ciclista professionista e già campionessa italiana) che lo guardava «con venerazione e un po’ di soggezione» ammette. Lui, il capitano e lei la mascotte allo stesso Mondiale. Si sono ritrovati «da grandi» agli eventi legati al mondo del ciclismo, a partire dalle «Eroiche», il periodo covid li ha avvicinati e ha fatto scoprire loro di avere molto in comune, di essere quell’incastro che funziona. Come racconta la stessa Mosele, persona vulcanica, grinta e determinazione, cresciuta a pane e ciclismo e impegnata nell’azienda paterna. Fisico atletico e un’indiscussa eleganza.
Ci aveva mai pensato o sperato in questa relazione?
«E chi ci pensava, no, non mi sarebbe mai passato per l’anticamera del cervello, tanto meno fare il primo passo, cosa che non ho fatto. È piovuto dal cielo. Ammetto che sulle prime ero titubante, non me lo sarei mai aspettato..»
Come è successo che vi siete avvicinati?
«Ci sentivamo al telefono durante il Covid, facendoci compagnia, poi, quando sono venute meno le restrizioni della pandemia, ci sono state le sciate, le pedalate e i momenti assieme, gli eventi legati al ciclismo. E quell’invito al suo compleanno, il 19 giugno di tre anni fa…».
Ed eccovi qui..
«Già, stiamo bene assieme, condividiamo tutto, le nostre passioni per il ciclismo, lo sci e il nuoto. C’è una bella intesa, ridiamo, scherziamo, ci canzoniamo.. sempre con il sorriso. Non ci annoiamo mai, e se bisticciamo non riusciamo a rimanere arrabbiati per molto. E sì, ci completiamo. Mi rendo conto che non è facile tutto questo, niente di scontato».
Ad ufficializzare la relazione è stato lo stesso Moser..
«Gliel’ho detto che ha fatto un bel casino, che poteva limitarsi a dire che aveva una compagna senza specificare chi. Siamo persone riservate, io temo malelingue e gelosie, che qualcuno possa ricamarci sopra. Anche sulla differenza d’età (lui 71 e lei 54 ndr). Ma io voglio davvero bene a Francesco, non nutro alcun altro tipo di interesse».
Chi vi conosce parla di due personalità agli antipodi..
«In effetti lui è l’orso, quello riservato, che non si lascia andare a complimenti, a gesti e parole affettuose ma che trova comunque il modo per farmi capire che ci tiene ad avermi al suo fianco. Che raccoglie per me i fiori nel suo maso o mi mette la mano sulla spalla dicendomi “Andiamo?” quando è il momento di salutare. E, ancora, è un instancabile, sempre attivo, e un’enciclopedia, che sa tutto, che guarda trasmissioni in tv. E se anche è un disordinato sa sempre strapparmi un sorriso con il suo humour inglese: è davvero simpaticissimo. E poi è un bell’uomo, fisico scolpito, insomma, posso dirlo? Un figo».
Lui lo sa?
«Quando gliel’ho detto, a una serata di gala in cui indossava giacca e cravatta, si è anche commosso».
Dovesse invece descriversi?
«Io sono quella affettuosa, coccola, maniaca dell’ordine, esuberante e socievole, molto social e autoironica. Un tempo ero quella che lo salutava con un “buongiorno capitano” alle storiche e lo avvicinava a nome di chi non aveva il coraggio di chiedergli di fare una foto con lui. Ora, quando siamo assieme in giro, io sempre tre metri dietro a lui (che è costantemente di corsa e devo sempre inseguire), capita che la gente guardi lui e poi la sottoscritta. Io rispondo con un cenno della testa già sapendo che vogliono avvicinarlo».
È vero che gli amici dicono che ha contagiato Moser?
«Sì, è così, sostengono che l’ho fatto diventare più simpatico e loquace. E poi, quando sentono che ci punzecchiamo, ci danno della Sandra Mondaini e del Raimondo Vianello. Io con lui sto davvero bene, riesco ad essere sempre me stessa, che sia truccata o meno, stanca o super attiva».
E invece in famiglia che dicono?
«Le sue sorelle sono meravigliose e Ignazio l’ho visto crescere, lo conosco da sempre, correva con mio figlio. Con lui ho maggiore confidenza».
Progetti a breve o lungo termine? Qualche viaggio assieme?
«Tra due anni andrò in pensione e da tempo programmo di fare il giro dell’Italia in camper e bici. Ora conto di farlo con lui».
Nella vita di tutti i giorni quando riuscite a vedervi?
«Nel fine settimana, ma non solo. Quando posso mi ritaglio del tempo dal lavoro. Lui viene da me nel Trevigiano, e capita anche che assista alle gare del mio gruppo sportivo Mosole di Lovadina, con bambini dai 7 ai 14 anni. Oppure sono io ad andare da lui».
E certo capiterà di mettere a confronto Veneto e Trentino, no?
«Nonostante il bel panorama fuori dalla finestra di casa mia lui mi dice “vuoi mettere il maso?”. Quanto ai vini è convinto esistano solo i suoi».
Che certo le ha fatto assaggiare…
«Niente vino: sono astemia. E infatti se capita che andiamo a cena faccio io da autista».
Ad ubriacare entrambi, stavolta, ne siamo certi, è stata la felicità.