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lunedì 16 Settembre, 2024

Frane, lavori «urgenti» in crescita: oggi la Provincia spende oltre 50 milioni di euro all’anno

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Aumentano le spese legate a fenomeni estremi. Attualmente ci sono 40 casi sotto la lente

Sono lavori necessari, urgenti. Lavori che servono a rimarginare o a prevenire una ferita aperta da eventi estremi. I cantieri di somma urgenza sono una spia quotidiana dei cambiamenti climatici. Da un punto di vista scientifico risulta complicato certificare un incremento dei fenomeni estremi: la banca dati è ancora povera, solo da un tempo relativamente breve si è cominciato a tracciare eventi come frane, siccità, forti piogge ed esondazioni. I climatologi, però, concordano sul probabile aumento di frequenza e intensità degli eventi nei prossimi decenni. Quel che è certo è che i lavori di somma urgenza sono cresciuti negli ultimi anni. Oggi la Provincia spende oltre 50 milioni di euro all’anno per le attività legate al dissesto idrogeologico, di cui circa la metà delle risorse è destinata a interventi di somma urgenza.
Oltre 40 frane monitorate
«Attualmente abbiamo più di 40 frane monitorate sul territorio, con interventi più o meno frequenti a seconda della gravità — riferiscono dagli uffici del Servizio geologico della Provincia — I fenomeni sembrano aumentare, ma anche in passato abbiamo avuto periodi critici, con situazioni particolarmente preoccupanti specialmente nei primi anni 2000».
Sono diverse le strutture della Provincia che si occupano degli interventi contro il dissesto idrogeologico. Il Servizio geologico, ad esempio, si occupa del monitoraggio, anche attraverso radar, stazioni Gps e droni, e investe in sicurezza in sinergia con università e centri di ricerca.
I cantieri comunali
Per quanto riguarda i lavori, il Servizio prevenzione rischi si occupa del finanziamento degli interventi di somma urgenza richiesti dai Comuni. Nel 2023 sono stati spesi 5,5 milioni per lavori resi necessari da eventi estremi, come le forti piogge dello scorso autunno. Una cifra in crescita rispetto all’andamento dell’ultimo decennio, fatta eccezione per il periodo Vaia (si veda l’intervista a fianco). Altri 4,6 milioni sono stati destinati a opere di prevenzione altrettanto urgenti. Infine, poco meno di 5 milioni sono stati dirottati a lavori non urgenti di mitigazione del dissesto idrogeologico. In totale, quindi, sono stati investiti circa 15 milioni lo scorso anno.
Lavori post-esondazione
Chi si occupa invece dei lavori di ripristino e sistemazione degli alvei dei corsi d’acqua è il Servizio bacini montani.
Dal 2023 a oggi è stato speso oltre 1 milione per cinque diversi interventi di somma urgenza, tra cui spiccano i cantieri legati all’esondazione del torrente Noce nell’agosto 2023 e dei rii Stanghet e Lavina, rispettivamente nei territori di Mattarello e Vigolo Vattaro, durante la tempesta avvenuta il 28 luglio di quest’anno.
Frane su strade
Sono invece una quarantina i cantieri ancora aperti o chiusi nel 2024 per la difesa, urgente, della rete viaria, da frane, smottamenti e crolli (si veda la mappa sopra). I lavori spettano al Servizio gestione strade: il costo stimato di tutti questi interventi (al lordo degli oneri fiscali) si attesta a 12,5 milioni.
Infine, nel corso del 2023 e di quest’anno il Servizio opere stradali e ferroviarie ha finanziato e in parte realizzato 9 opere per un totale di 24,4 milioni, tra cui la messa in sicurezza della strada statale di Folgaria e Valdastico, interessata da tre frane in pochi mesi.