Terra Madre

sabato 24 Giugno, 2023

Fridays a processo, esplode la protesta

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Udienza rinviata, in cinquanta fuori dal tribunale: «Criminalizzano il dissenso»

Se qualcuno pensava che la multa salata da 50mila euro che pende, come una spada di Damocle, sulla testa di 4 giovani attivisti dei Fridays for future trentini, avrebbe scoraggiato la protesta dovrà ricredersi. Alle 10 del mattino, proprio nell’ora in cui era prevista l’udienza dei 3 ragazzi e della ragazza chiamati a rispondere dei reati di di interruzione di pubblico servizio e invasione di edificio, tante persone si sono riunite davanti al tribunale di Trento per manifestare contro la «criminalizzazione del dissenso». I fatti risalgono al 2021, per la precisione al 22 ottobre di quell’anno. Un venerdì e quindi, come spesso capitava in quel periodo, un giorno di sciopero per il clima. In quell’occasione i giovani attivisti si erano recati al liceo artistico Vittoria di Trento e lì organizzato un’assemblea sul tema della crisi climatica nel cortile della scuola invitando anche quella parte di studenti rimasti in classe ad unirsi a chi già si trovava nel piazzale. La loro dimostrazione però fu accolta contrariamente dalla dirigente che chiamò anche le forze dell’ordine e sporse denuncia per i reati a cui ora i giovani sono chiamati a rispondere dopo aver fatto opposizione al decreto penale di condanna che tramutava la pena in una multa di 12.250 euro a testa. A prendere la parola per primo, davanti al tribunale, è stato Andrea Stella, uno dei giovani attivisti coinvolti nella vicenda. «Siamo stati colpiti per aver fatto un’assemblea all’interno di una scuola – ha detto – Quindi si sta mettendo in dubbio il diritto assembleare, il diritto di trovarsi e parlare tra pari e vediamo la macchina repressiva attivarsi in maniera sempre più feroce». Terminato l’intervento i giovani sono entrati in tribunale fuori rimanevano le tante persone e realtà arrivate a esprimere solidarietà. Tra i primi ad arrivare c’è stata una rappresentanza dell’Associazione nazionale partigiani del Trentino, tracciando così un filo rosso tra le lotte di resistenza di 80 anni fa e quelle climatiche di oggi. «A me preoccupa una legislazione che sta diventando sempre più giustizialista – dice Mario Cossali presidente dell’Anpi del Trentino – E anche l’atteggiamento di una dirigenza scolastica che secondo noi è sconcertante, siamo qui in solidarietà agli studenti multati, ma anche a tutti quelli che si battono per questa grande questione del clima». Presenti altre realtà ambientali come Mountain Wilderness, ma anche esponenti di partiti come Futura, Sinistra Italian e Europa Verde. «Siamo qua perché crediamo che questa protesta sia il segno che questa non è una cosa normale, che non va bene che 4 giovani siano in tribunale per una manifestazione» dice Jacopo Zannini di Si. «Condanniamo la formula del decreto penale, una forma repressiva e chiediamo alle istituzioni di fare un passo indietro e aiutare e ascoltare questi ragazzi» aggiunge Emanuele Benvenuti di Europa Verde. E sono proprio i giovani i protagonisti degli interventi al microfono. «C’ero anche io quel giorno al Vittoria, la mia scuola – dice Filippo Zuin – Siamo arrivati con un corteo di studenti, volevamo solo portare i temi climatici dentro la scuola in maniera pacifica. Abbiamo provato a entrare, ma siamo stati respinti e siamo rimasti fuori a fare un’assemblea. Trovo sia parecchio inquietante che dei miei coetanei siano a processo per questo». L’udienza in realtà è durata poco, il giudice ha rinviato tutto al 31 di ottobre. Ci sarà ancora da aspettare per i giovani. «Il tempo è sempre più stretto noi chiediamo azioni nette per contrastare il surriscaldamento globale – conclude Andrea Stella – Non ci facciamo intimidire da questa vicenda, abbiamo fiducia che alla fine non ci sarà una condanna, ma comunque non influisce sul nostro modo di fare attivismo. Non ci tiriamo indietro».