L'intervista

mercoledì 20 Marzo, 2024

Fugatti: «Difficile riformare la Regione. La priorità rimane l’intesa»

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Il presidente: «L’Euregio sta crescendo. I giovani? Parlano inglese»

Le parole di Arno Kompatscher rilasciate al T in occasione della sua elezione a presidente della giunta regionale sono state apprezzate dal governatore Fugatti: «Riconosce l’importanza dell’autonomia trentina in relazione all’autonomia di Bolzano. Non avevo dubbi, ma ha fatto chiarezza. Lo apprezzo».
Dice che lo Statuto è unico, e che questo definisce il quadro regionale imprescindibile.
«Parole che contrastano quella narrazione che a volte emerge, che Bolzano vorrebbe fare da sé, come se all’orizzonte ci fosse un nuovo Los von Trient. Ma al di là delle questioni formali, statutarie, io e Kompatscher lo sperimentiamo nei fatti che Trento e Bolzano lavorano meglio assieme. Se andiamo a Roma compatti, portiamo a casa di più».
Per metà legislatura sarà lui il presidente, poi lei. La staffetta è salva, ma non c’è più la coabitazione. C’è chi ha criticato questa nuova architettura dell’esecutivo regionale.
«Abbiamo trovato la soluzione migliore possibile. La staffetta infatti è salva e c’è la presenza di una donna in giunta. Poi, se non c’è la coabitazione dei due presidenti in giunta, cambia poco. Io e Kompatscher ci sentiamo quotidianamente».
Ma davvero anche cinque volte al giorno?
«Succede, nei periodi più caldi delle trattative con Roma, succede. E anche in questo caso, vengono smentite altre narrazioni, quelle che vorrebbero rapporti distanti tra me e il presidente della Provincia di Bolzano. Il rapporto c’è e credo si veda anche dai risultati che abbiamo raggiunto assieme».
Uno dei risultati raggiunti, anche se bisognerà vedere come andrà a finire, è il disegno di legge di modifica costituzionale che introduce l’istituto dell’intesa con i territori per la modifica dello Statuto di autonomia.
«La premier Meloni ha dato garanzie su questo, e lo ha fatto nella sua ultima visita a Trento e a Bolzano. C’è la volontà di arrivare fino in fondo, il percorso va avanti. Poi è vero, è un percorso lungo e non scontato, ma abbiamo fiducia».
Senta, Kompatcher ha parlato della necessità di aggiornare la Regione. Lei che ne pensa?
«Penso che sento ancora che qualcuno chiede più competenze alla Regione, quando sappiamo benissimo che a Bolzano non ne vogliono sentir parlare. E gli stessi che vorrebbero più competenze sono gli stessi che si dimenticano che molte competenze sono state perse nelle legislature passate, non certo in questa o in quella precedente».
Detto questo?
«Dico che in ogni caso dobbiamo essere realisti, che è difficile mettere mano alla Regione. Che in ogni caso si parte dal fatto che non tutti vogliono rafforzarla».
Kompatscher immagina una riforma, un aggiornamento. Pensa al Consiglio regionale che possa incontrarsi su ordini del giorno strategici, alle due giunte che si incontrano anch’esse su temi strategici a scadenze definite. Questa non è anche per lei una suggestione?
«Un passo alla volta. La scorsa legislatura abbiamo fatto molto in questa direzione, votando mozioni e firmando protocolli per dare alla Regione un ruolo di raccordo tra le due Province su alcuni temi. Abbiamo lavorato in ambito sanitario, ad esempio. Temi su cui è meglio fare sistema, massa critica. Questa è la strada, e condivido la proposta di Kompatscher di far lavorare assieme le due giunte».
D’accordo, ma tutto questo un giorno sarà lo schema della nuova Regione inserito nello Statuto?
«Si fa una cosa alla volta. Intanto portiamo a casa l’intesa, questo è fondamentale. E così si rafforza anche la configurazione regionale, perché vuol dire blindare l’unicità dello Statuto. Vuol dire che nessuno può fare fughe in avanti senza l’accordo di tutti. Facciamo questo passo, poi si vedrà».
Potrà partire un dibattito su cosa farne della Regione? Il suo assessore alla Promozione dell’Autonomia Marchiori è convinto che sia arrivato il tempo per farlo.
«L’obiettivo è ambizioso, ma meglio stare con i piedi per terra».
A proposito di Marchiori, e in particolare sull’Euregio. L’assessore ha detto al T che un limite per vivere il rapporto tra i tre land è la lingua, e che l’insegnamento del tedesco andrebbe implementato. Cosa ne pensa?
«La lingua è sicuramente un limite, ma credo che anche in questo caso occorra essere realisti. Il mondo va avanti e in un mondo internazionalizzato è più facile che un giovane trentino e un giovane tirolese si parlino in inglese».
Sull’Euregio, negli scorsi giorni, il T ha intervistato la direttrice generale del Gect, che in modo appassionato ha parlato di questa realtà che si sta sempre più implementando. Lei che ne pensa?
«L’Euregio è cresciuta molto, e quanto fatto in questi ultimi anni è stato un grande passo avanti. Abbiamo istituzionalizzato la presenza dei Comuni, un fatto importante per collegare tra loro i territori e i territori con l’Euregio. E la riunione del Gect non è più solo l’incontro tra i tre presidenti dei tre land. Si incontrano anche le giunte per affrontare temi strategici condivisi, come è stato per la Protezione civile e come sarà a breve sul tema della politiche sanitarie».
Tornando ai rapporti con Roma e alla visita a Trento di Giorgia Meloni, i sindacati hanno detto che oltre al tema dell’intesa da inserire nello statuto sarebbe stato opportuno discutere anche sulla clausola di neutralità fiscale. Una questione importante: il governo abbassa le tasse, e a rimetterci è il Trentino che vede diminuire il gettito nelle sue casse.
«Questa è una questione importante, hanno ragione. Ma riguarda le questioni finanziarie, non statutarie».
E si è iniziato ad affrontarle il tema?
«Non ancora, ma forse è più difficile del tema statutario».
Non sembra ottimista…
«No, non è così. Ma è anche vero che non abbiamo lavorato su questo negli ultimi mesi, ci siamo concentrati su altro, sull’intesa. Ma il tema, ripeto, va affrontato».