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venerdì 10 Gennaio, 2025

Fugatti incontra Giacca ma l’imprenditore non scioglie la riserva

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Nel centrodestra adesso prevale il pessimismo: «Alla fine dirà di no». Nel toto nomi anche Bisesti

L’ultimatum, era un penultimatum: Mauro Giacca chiede altro tempo. Doveva decidere entro mercoledì sera, dopo le 48 ore che i partiti di centrodestra gli avevano dato per sciogliere la riserva sulla candidatura a sindaco. Ma la stessa sera, all’interno di un vertice ad alto livello, ha chiesto un surplus di riflessione. All’incontro, che si è tenuto in un bar alla periferia della città per non dare nell’occhio, ha partecipato anche il governatore Maurizio Fugatti, che evidentemente non è riuscito a convincerlo.

L’incontro
Dopo più di due mesi da quando ha iniziato a girare il nome dell’imprenditore trentino come ipotesi per la candidatura a sindaco, i partiti della coalizione hanno aumentato la pressione per un sì. Mercoledì, quindi, il primo incontro ufficiale: l’intenzione era di chiudere la partita. C’erano il presidente e il segretario del Patt Franco Panizza e Simone Marchiori, il capogruppo della Lega in Consiglio provinciale Mirko Bisesti, l’ex presidente di Patrimonio del Trentino Andrea Villotti, che vanta un passato da sondaggista, e il governatore Maurizio Fugatti, nientemeno. Si è aggiunto, indirettamente, anche il deputato di Fratelli d’Italia Alessandro Urzì, che avrebbe chiamato Giacca per assicurargli il pieno sostegno del suo partito se decidesse di candidarsi per il centrodestra. Ma niente da fare: né sì né no.

Ancora qualche giorno
«A questo punto — fanno sapere dal centrodestra — non è più questione di convincerlo. quello che potevamo fare lo abbiamo fatto. A questo punto deve fare una valutazione tutta personale, e per questo ha chiesto ancora un po’ di tempo». I punti critici sono sempre gli stessi: il suo lavoro di imprenditore, che se diventasse sindaco sarebbe trascurato, e soprattutto il Calcio Trento. Su questo punto sembra che «siano molte le pressioni», e c’è chi spiega come siano alcuni sponsor a chiedere a Giacca di non schierarsi nella contesa elettorale.

Si studia il piano B
Se nemmeno Fugatti è riuscito a convincere Giacca a dire sì durante il vertice di mercoledì, nel centrodestra cresce il pessimismo: «Alla fine dirà di no». E quindi? «Sarà difficile trovare un profilo simile». Tradotto: è improbabile che un altro imprenditore, una figura di area ma non di partito, accetti di candidarsi al posto di Giacca. Sembrerebbe una seconda scelta. Si guarda quindi alla candidatura di bandiera, al politico, all’espressione di una delle forze della coalizione. Torna dunque a salire il nome di Mirko Bisesti, della Lega, un nome che — sembra — andrebbe bene anche a Fratelli d’Italia. Il ragionamento tra i meloniani è questo: se si perde la responsabilità sarà del candidato sindaco, mentre il partito che ora è dato come traino del centrodestra potrebbe comunque festeggiare.