L'assemblea dei soci

martedì 21 Novembre, 2023

Fusione Novella-Trento. Anche Trento dice sì

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Dal primo gennaio nasce il nuovo istituto di credito. Fracalossi: «Radicati nella comunità». Delmonte: «Nel 2026 impieghi per 2,26 miliardi e 6 miliardi di raccolta»

I soci di Cassa di Trento dicono sì alla fusione con la Cassa Rurale Novella Alta Anaunia. Il primo gennaio 2024 nascerà la Banca per il Trentino Alto Adige – Bank für Trentino-Südtirol – credito cooperativo italiano. Una realtà che nel 2026, in due anni, arriverà a contare 2.260 milioni di impieghi lordi alla clientela, 6 miliardi di raccolta e 410 milioni di patrimonio. Ieri dall’assemblea straordinaria dei soci è arrivato il via libera che consente di avviare l’ultimo atto della fusione tra Cassa di Trento e Cassa Rurale Novella Alta Anaunia. A «Il T quotidiano Arena» erano presenti 2.765 soci, e 4.499 votanti su circa 28 mila (il 14%). Per alzata di mano hanno detto sì alla nuova impostazione di una Banca regionale. Ben 4.461 i voti a favore, solo 32 i contrari e 6 gli astenuti. Una decisa approvazione a un progetto su cui inizialmente si erano affollate alcune preoccupazioni, tra cui quella del presidente della Federazione trentina della Cooperazione Roberto Simoni e di un gruppo di Rurali trentine.
Alla fine è andato tutto liscio. Anche I 10 interventi in assemblea sono stati quasi interamente a supporto dell’operazione. Qualcuno ha sollevato una timida perplessità sul nome, qualcun altro una richiesta sui piani futuri di espansione della banca. Il presidente Giorgio Fracalossi ha ribadito che l’obiettivo è creare una banca «innovativa, proiettata nel futuro». Non solo: sarà una realtà «estremamente importante anche all’interno del gruppo», ha aggiunto. Il nuovo istituto sarà infatti sia per dimensione che per connotazione territoriale il secondo player del Gruppo bancario nazionale Ccb. La sfida è trasformare la Cassa Rurale da soggetto provinciale a regionale. E da Cassa a Banca. «Vogliamo essere pionieri per scoprire e promuovere nuove strade e possibilità di crescita per il nostro territorio, rimanendo ben radicati nella nostra comunità», ha ribadito Fracalossi.
I numeri oggi
Dopo la sigla dell’accordo di fusione, ufficializzato nel marzo scorso dai consigli di amministrazione di Cassa di Trento e della Cassa Rurale Novella Alta Anaunia, agli sgoccioli della primavera è stato predisposto il piano industriale e il progetto di fusione. Poi c’è stato il passaggio con la Banca centrale europea, che ha autorizzato in via preliminare la nuova formulazione. Con il sì di ieri, la banca nascerà ufficialmente il primo gennaio 2024. Una realtà da 400 dipendenti, 32.539 soci e 47 filiali, che coprirà uno spazio di 97 Comuni, 500 mila abitanti e 30 mila imprese. Per rendere l’idea, i confini della Banca per il Trentino Alto Adige – Bank für Trentino-Südtirol – credito cooperativo italiano arriverebbero a sud fino a Marco e a nord fino a Merano. Un’area vasta per una massa gestita altrettanto importante. Il patrimonio complessivo ammonta ad oggi a 352,3 milioni di euro, con 2.022 milioni di euro di crediti e 5.283 milioni di euro di raccolta. Numeri che nel piano industriale al 2026 si prevede di accrescere.
Testa in Trentino
Gabriele Delmonte, direttore generale di Cassa di Trento da luglio, ha spiegato nella sua relazione altri dettagli del progetto sottoposto alla delibera assembleare. Un progetto che consentirà di «affrontare a testa alta le sfide del mercato che ci vengono presentate», ha ricordato. Non sono tempi facili per essere Rurali. «La dimensione purtroppo non è più secondaria – ha detto Delmonte – Normative sempre più stringenti e investimenti sempre più importanti da fare ci portano a guardare al futuro considerando le economie di scala». Nella morsa dei progetti delle grandi banche e con l’ascesa rapida di realtà online, il rischio della Rurale era di perdere segmenti di soci. Sfide che ora si vogliono affrontare con spalle più larghe, pur mantenendo «la testa in Trentino». «Saremo una banca per il Trentino e per l’Alto Adige», ha concluso Fracalossi.
Nuovi settori
L’espansione guarda verso un territorio nuovo e verso l’Alto Adige. Ma la fusione è anche «un’operazione di diversificazione settoriale», come spiegato da Delmonte. La banca regionale arriverà a rivolgersi a imprese del settore di allevamenti, di realtà lattiero casearie e a strutturale la presenza nel settore agricolo – e di cooperative melicole – che in val di Non rappresentano una fetta consistente del tessuto d’impresa.
Con la fusione decisa ieri – che si rafforza con il sì pronunciato giovedì scorso dei soci di Novella Alta Anaunia – le Casse Rurali trentine scendono a 10. Erano 40 una decina di anni fa. Questa è la quarta fusione che interessa la Cassa Rurale di Trento. Prima con Aldeno, poi con Lavis e Mezzocorona, Valle di Cembra e Alta Vallagarina. Per la piccola Rurale nonesa inglobata garanzie di rappresentanza nel nuovo soggetto sono cristallizzate nello Statuto nel periodo transitorio che durerà fino al 2029. Fino al 2026 ci saranno 13 componenti nel cda, con 3 rappresentanti dei soci della val di non. «Dal 2028 inizia il percorso di riduzione che porterà a un cda di 9 componenti nell’assemblea del 2029. In questo periodo transitorio il Vicepresidente non vicario sarà nominato tra i soci della val di Non».