la petizione
mercoledì 7 Agosto, 2024
di Riccardo Hoffer
Neanche un mese fa è stata lanciata da una comunità trasversale che gravita intorno a San Martino (ma non solo) una raccolta fondi per salvare la libreria per bambini «La Seggiolina blu» di Soledad Rivas diventata nel corso degli anni un vero e proprio punto di riferimento del quartiere organizzando incontri, appuntamenti, confronti ed eventi. Un’attività culturale a 360 gradi che è stata messa a rischio negli anni post pandemia. Ad oggi, a 23 giorni dall’uscita del crowdfunding sulla piattaforma online produzionidalbasso.com sono stati raccolti 22.650 euro. L’obiettivo è 25mila, quindi praticamente raggiunto.
«Ci siamo dati una data di scadenza, ovvero 100 giorni, un omaggio alla canzone di Caterina Caselli. Sicuramente non ci aspettavamo una risposta così forte da parte della comunità» spiega la titolare del negozio, ancora oggi sorpresa da come una comunità si sia stretta attorno ad un’attività commerciale nel momento del bisogno.
«La Seggiolina Blu» è una libreria indipendente nata nel 2014, ed è suddivisa in due parti, la libreria, concepita come un «luogo dello stare», uno spazio accogliente e familiare dove la gente si siede sulle panche che accompagnano gli scaffali per sfogliare i libri con tranquillità e dove vi sono albi illustrati d’autore, libri per i più piccoli, prime letture e narrative per giovani lettori. L’altra parte invece è dedicata a giochi e giocattoli d’infanzia.
Il punto vendita, in dieci anni di attività, è diventato un luogo di incontro per l’intero quartiere e ogni giorno continua ad espandere la sua attività in tutto il territorio cittadino attraverso moltissime proposte culturali e didattiche di alta qualità. L’apertura della libreria ha contribuito addirittura ad avviare un processo di ripensamento degli spazi di San Martino che, dopo dieci anni, è diventata una via pedonale e «casa» di tante piccole realtà indipendenti che insieme contribuiscono alla crescita di una città attenta ai bisogni e ai desideri di tutta la comunità.
Si parla quindi di «attività» che supera di gran lunga la dicitura approssimativa di attività commerciale e va incontro a quello che viene ed è riconosciuto come presidio culturale e sociale fatto, pensato, finito e dedicato all’infanzia, ma non solo. C’è infatti il pensiero che la città si stringa intorno a questo luogo come una comunità importante responsabile ed attenta per il futuro dei bambini.
«Tutto questo amore ci ha lasciati sorpresi e attoniti per una frazione di secondo, dopo di che è stato come…come “il calcio in culo” rispetto ad una convinzione che avevamo di star facendo la cosa giusta, una spinta carica di amore di cui avevamo bisogno per essere ancor più sicuri che quello che stavamo facendo era la cosa giusta». Visto l’andamento della campagna si spera di arrivare all’obiettivo prefissato per, appunto, estinguere il debito. Quello che faranno successivamente è un estratto conto con chiara documentazione di che cosa andranno a sanare con i soldi che sono stati donati.
«C’è poi anche un’idea di nuova governance che stiamo studiando che, rispetto a 20 giorni fa, ha avuto negli ultimi 8 giorni un’ulteriore accelerata data anche dalla velocità di come sono arrivate le prime donazioni della campagna, e che affronteremo con estrema serietà». Non è ancora loro intenzione parlare di quelli che saranno i futuri progetti, ma vogliono sottolineare che le basi e lo studio ci sono, come ci sono anche le proiezioni e le potenzialità convertitesi ora in concrete possibilità. «Il 6 settembre, in vista dei 10 anni dalla fondazione dell’attività, stiamo organizzando come ringraziamento e come restituzione di tutto questo amore, una grande festa rivolta a tutta la comunità e oltre, per segnare la fine di questo periodo buio e suggellare un nuovo inizio tutti insieme».