Festival dello Sport
domenica 13 Ottobre, 2024
di Redazione
“Buona sera a tutti, belli e brutti”. Si è presentato così George Weah al Festival dello Sport, con una delle sue frasi più famose. Attaccante del Paris Saint Germain e del Milan con cui ha vinto due scudetti, pallone d’oro nel 1995 (il primo calciatore di nazionalità non europea a vincerlo), è divenuto celebre anche per il gol segnato contro il Verona nel campionato di Serie A 1996/97: una rete coast to coast replicata un’infinità di volte in ogni dove ancora oggi, a quasi trent’anni di distanza. Uno dei calciatori più amato dai tifosi rossoneri che, tolte scarpe e parastinchi, ha studiato da presidente e poi ha guidato la Liberia, il suo paese d’origine, dal 2018 al 2024.
“Il lavoro è andato bene – ha esordito Weah – e sono contento. Ho rappresentato il popolo della Liberia, ho sostenuto la Liberia e il suo popolo durante la crisi, sia come giocatore sia come ambasciatore di pace. Finita la carriera sono tornato in Liberia per lavorare per il mio Paese e per i sei anni in cui sono stato presidente abbiamo fatto tantissime cose, sono molto felice del lavoro svolto; venivo dal pallone e questo fatto mi ha portato molte critiche perché pensavano tutti che un calciatore non avrebbe avuto le capacità per guidare una nazione. Invece, abbiamo aiutato le persone meno fortunate, costruito strade e ospedali e istituito l’istruzione gratuita. Anche per questo spero di tornare alla guida della Liberia nel 2029”.
Poi un ricordo del periodo in Italia: “Appena arrivato – ha ammesso Weah – ho subito sbagliato un rigore proprio contro la Juve e tutte le tv hanno iniziato a dire che non ce l’avrei mai fatta e non ero bravo. Ho accettato le critiche, ma per fortuna il presidente Berlusconi disse che pur avendo sbagliato il tiro dal dischetto ero dotato di forza e tecnica e che avrei giocato bene e a lungo per il Milan. Aveva ragione. Quelle frasi mi hanno dato una carica e una fiducia incredibile, ho iniziato a mettere tutto quello che avevo in ogni allenamento e alla fine ho vinto due scudetti. Ho fatto tutto il possibile per il Milan e sono felice di aver vissuto in Italia, al punto che posso dire di aver vissuto in italia come un italiano. Ero straniero ma non mi sentivo straniero, tanto che non solo i tifosi del Milan mi applaudivano, tutti i tifosi mi applaudivano e questo è stato meraviglioso”.
Foto Emanuele Zanlucchi