Sport
giovedì 5 Settembre, 2024
di Matteo Arnoldo
Nel variopinto mondo degli sport alternativi spesso si rischia di imbattersi in attività più o meno improbabili. Alcune sono destinate a rimanere tali mentre altre, inizialmente sottovalutate, riescono a sviluppare un seguito grazie a chi in quell’attività insolita riesce a vederci qualcosa oltre la risata. È questo il caso di Giacomo Lasta, diciassettenne, che con il suo monociclo sta girando il mondo.
Giacomo, classe 2007, si avvicina a questa disciplina quando la scopre per caso e alla fine del 2018 e riceve in dono il suo primo monociclo per Natale. Le cose cominciano a farsi più serie quando grazie al suo primo allenatore, Giovanni Nebel, l’anno successivo inizia a partecipare alle prime competizioni.
È in questo periodo che ha un incontro quanto meno determinante per l’avvio della sua carriera da atleta: invita le società presenti sul territorio che praticano la disciplina a riunirsi nell’ampio giardino di casa sua. Inaspettatamente, queste accettano e regalano al ragazzo una giornata indimenticabile nella quale ha anche l’opportunità di conoscere il proprio mito, il pluripremiato campione Florian Rabensteiner.
Da circa due anni Giacomo si è unito alla prestigiosa squadra degli «Ac Villanders Einrad» che ad oggi conta un’ottantina di iscritti ed è considerata una delle società più importanti nel settore. Grazie all’impegno profuso, ha avuto la possibilità di partecipare a più di una gara all’estero, riuscendo a viaggiare spesso in Europa dove questo sport riscuote un interesse maggiore. Quest’estate ha toccato anche il suolo americano con la partecipazione ai Mondiali svoltisi in Minnesota nei quali si è classificato sesto nella classifica assoluta. «Durante le trasferte il focus è principalmente sulla gara. Bisogna provare i percorsi, allenarsi e farsi trovare in perfetta forma per il giorno della gara», racconta. A volte però ci sono delle eccezioni e Giacomo è ben consapevole della fortuna che ha nel poterle vivere. «Sono belle esperienze. Non tutti hanno quest’opportunità. Sono andato negli Stati Uniti proprio per partecipare al Mondiale altrimenti non penso che ci sarei mai stato». Un vero e proprio atleta adolescente, insomma, con la passione per gli sport montani e che non disprezza aiutare il padre in casa. Tra la ventina di diverse specialità che accompagnano questo sport, quella in cui il ragazzo è specializzato è la Muni (monocliclo di montagna) e divide i suoi allenamenti tra Villandro in Alto Adige e i boschi sopra la sua Pergine. Uno sport completo, assicura lui, ma alla portata di chiunque abbia voglia di applicarsi con regolarità.
A fare il tifo per lui, oltre le sorelle, ci sono sempre stati mamma Sandra e papà Maurizio. Nonostante all’inizio Giacomo patisse un po’ le prese in giro dei coetanei e quelle meno goliardiche dei cultori del ciclismo tradizionale, ha sempre trovato il sostegno della propria famiglia. «All’inizio mi arrabbiavo molto, lo ammetto. Poi impari che è meglio riderci sopra. Preferisco dimostrare agli altri ciò che so fare e lasciarli stupiti», confessa il giovane. In famiglia un po’ tutti si sono dilettati a provare il veicolo, chi con più abilità chi invece con risultati disastrosi. «Questo sport incuriosisce molto anche noi. Ad ogni gara permette di vedere qualcosa di nuovo, di mai visto prima. È bellissimo vedere tutte le cose che riescono a fare», racconta mamma Sandra. «Non siamo una famiglia affezionata agli sport tradizionali – aggiunge invece papà Maurizio – l’importante è che lui si diverta. Il bello di questo sport è che ci vuole coraggio e forza di praticarlo».
Ed è proprio il divertimento l’ingrediente principale del successo del ragazzo. La scoperta, il superamento dei propri limiti (e quello degli altri) e l’unità fanno il resto. Intorno al mondo del monociclo, infatti, si è formata una rete solida di appassionati che si incontrano per il piacere di condividere questa particolare attività che una volta era generalmente associata solamente all’attività circense. «Non credo che continuerei a praticarlo se non facessi parte di un gruppo così affiatato e disponibile», conclude Giacomo con un sorriso.