Abitare
mercoledì 4 Settembre, 2024
di Simone Casciano
Affitti turistici brevi, anche la giunta provinciale è entrata in azione. Dopo l’appello lanciato da molti amministratori locali del Trentino, che chiedono una regolamentazione del fenomeno per proteggere la residenzialità, e dopo le proposte di legge arrivate dalla minoranza con il Partito Democratico e il consigliere di Onda Filippo Degasperi, anche l’esecutivo conferma di aver preso in mano il dossier. «Siamo al lavoro per un disegno di legge specifico – annuncia Roberto Failoni, assessore provinciale al turismo – Renderemo pubblico il nostro piano trasversale a tempo debito». La parola d’ordine qui è «trasversale», si perché il tema interseca competenze diverse, turismo, casa e urbanistica, che devono intrecciarsi in una risposta sinergica univoca.
Failoni: «Lavoro condiviso»
Secondo l’assessore la prima cosa da fare è una mappatura precisa del fenomeno. L’inchiesta del «T» aveva rilevato più di 5mila appartamenti in Trentino sul mercato degli affitti turistici, gestiti in larga parte da agenzie e multinazionali del mercato, per un guadagno medio per proprietario che poteva superare i 30mila euro annui nei comuni più richiesti. Ora la Provincia vuole fare la propria analisi approfondita. «Serve un lavoro molto serio trasversale tra casa, turismo, e urbanistica per fotografare in maniera precisa la situazione – spiega Failoni – Dobbiamo ragionare su fatti certi, inquadrare la condizione sociale. Una volta fatto questo la nostra intenzione è arrivare nei prossimi mesi con un disegno di legge completo sul tema». Un ddl che, promette l’assessore, sarà frutto di un percorso partecipato in cui si darà ascolto a tutte le parti interessate. «Vogliamo raccogliere le sollecitazioni che arrivano dal mondo delle imprese, dai sindacati, dai Comuni, dai proprietari e anche dalla minoranza in Consiglio provinciale. Finito il percorso faremo una sintesi che sarà poi il centro del ddl».
Gottardi: «Tema da affrontare»
Che sia arrivato il momento di affrontare il tema lo pensa anche l’assessore provinciale all’urbanistica Mattia Gottardi. «Il tema è, come noto, molto dibattuto e, nelle zone ad alta densità turistica – pur con sfumature diverse da zona a zona – va affrontato, senza demagogia – spiega Gottardi – . La situazione ha più profili, dall’emersione del sommerso, ai profili di imposizione fiscale (compresi i tributi locali), turistico recettivi oltre che, pro futuro, di natura urbanistica. I territori citati, il Garda in particolare, stanno lavorando per mappare e proporre ipotesi di lavoro che dovranno essere concordate con i Comuni e con la Provincia». Secondo l’attuale assessore all’urbanistica poi non è necessaria una revisione della legge Gilmozzi. «La Gilmozzi ha stabilito contingenti sulle nuove edificazioni a partire dal 2005 e non è la responsabile degli affitti brevi che, nella quasi totalità, avvengono in edifici preesistenti – spiega l’assessore – Non è all’ordine del giorno una modifica della Gilmozzi».
Marchiori: «Ricostruire fiducia»
Secondo l’assessore provinciale alla casa Marchiori bisogna lavorare su due binari. La regolamentazione degli affitti turistici brevi deve andare di pari passo con l’incentivo ad affittare ai locali. «Va ricostruita la fiducia tra proprietari e chi cerca casa in affitto – spiega Marchiori – Stiamo studiando la formula del progetto Locazione. Mettere allo stesso tavolo le parti e dare a entrambi garanzie. Un fondo dedicato può essere la strada giusta, ma non può essere il pubblico a farlo. Il pubblico può stimolare, può incentivarne la nascita». Sul tema degli affitti turistici brevi, l’assessore predica pazienza. «La logica deve essere quella di limitare la speculazione, ma non l’integrazione al reddito di una famiglia che ha investito i risparmi o ha fatto il mutuo per un singolo appartamento. Dico che la giunta conosce il problema e ci sta lavorando». Con quali strategie? «Penso che una proposta sensata che ho visto è quella di pretendere standard precisi per gli alloggi che vogliono proporsi al mondo del turismo». Una proposta, questa, presente anche nel ddl avanzato dal Pd sul tema. «L’intenzione è lavorare per arrivare a un ddl di giunta senza preclusione a quanto proposto dai banchi della minoranza – conclude Marchiori – Restando nell’ambito di ciò che è ragionevole e fattibile».