Giudicarie
sabato 30 Settembre, 2023
di Adele Oriana Orlando
Una convivenza tutt’altro che pacifica tra vicini di casa, vittime di danneggiamento da parte di uno di loro a inizio anno. La situazione è finita sotto la lente dei carabinieri della stazione di Ponte Arche che hanno appurato come l’uomo, un sessantenne in pensione, si fosse reso responsabile di danneggiamento delle auto di proprietà di alcuni condomini residenti in alcuni appartamenti che si trovano sul territorio delle Giudicarie Esteriori. I danneggiamenti a volte consistevano in profondi solchi lasciati sulle fiancate dei vari mezzi in sosta nel parcheggio pubblico o in macchie di acido versato sulle carrozzerie, altre volte i malcapitati si sono trovati gli pneumatici forati. Le vittime di questi episodi, preoccupate per il ripetersi degli eventi, si sono rivolte a più riprese ai carabinieri che, fin da subito, hanno individuato come possibile responsabile un sessantenne che abita in quello stesso condominio e che nutre dei sentimenti di ostilità con gli altri per quelli che gli inquirenti hanno definito “futili motivi di vicinato”. Per lui, a febbraio, era scattata la misura cautelare del divieto di avvicinamento alle vittime e alle loro proprietà, disposta dal Giudice per le indagini preliminari del tribunale di Trento, misura che aveva portato alla normalizzazione della situazione per qualche mese. A inizio settembre, però, si era registrata una nuova escalation di questi eventi, con la foratura di quattro pneumatici di un’auto in sosta e un condomino aveva addirittura accertato che un cestino di funghi che aveva lasciato ad essiccare vicino al proprio garage era stato avvelenato con dell’insetticida. A quel punto, i militari hanno immediata informato la Procura della Repubblica del Tribunale di Trento e durante una perquisizione domiciliare a casa del pensionato sono stati rinvenuti gli strumenti utilizzati per i vari danneggiamenti e una bottiglia contenente lo stesso insetticida utilizzato per avvelenare i funghi. Per il sessantenne, è scattata quindi una nuova denuncia a piede libero alla Procura della Repubblica di Trento e la misura cautelare più oppressiva del divieto di dimora nel paese di residenza.
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