Femminicidi
domenica 19 Novembre, 2023
di Redazione
“L’amore vero non umilia, non delude non calpesta, non tradisce e non ferisce il cuore. L’amore vero non urla, non picchia, non uccide”. Questo il post sui social di Gino Cecchettin, il papà di Giulia. Ieri è stato trovato il corpo di Giulia nella zona del lago di Barcis, in provincia di Pordenone dopo una settimana in cui della giovane non si avevano più notizie. Per l’omicidio è ricercato il suo ex fidanzato, Filippo Turetta. Oggi a Vigonovo (Venezia) alle 19 è prevista una fiaccolata in memoria della giovane 22enne uccisa.
Il ritrovamento
Dopo i giorni di apprensione, è arrivato il giorno straziante del dolore. In pochi minuti, ieri, le speranze di ritrovare viva Giulia Cecchettin sono sfumate. Il corpo della 22ene è stato ritrovato nel lago di Barcis, in provincia di Pordenone. Dal parcheggio della zona industriale, il suo ex Filippo Turetta ha percorso quasi 175 km tra autostrade e strade di montagna tra i tornanti della Valcellina fino ad arrivare agli oltre 400 metri di altitudine, quindi al lago artificiale di Barcis. Il cadavere di Giulia aveva gli stessi abiti che indossava al momento della scomparsa. I carabinieri hanno bloccato le strade per impedire l’accesso al lago e per permettere ai tecnici del Ris di effettuare i rilievi.
“Una parte di me se ne va”
“Il dolore è tanto, inimmaginabile, atroce. Una parte di me che se ne va. Aveva solo 22 anni… una vita davanti spezzata, senza un motivo logico. Posso capire una malattia, un incidente, ma questo è il modo più inconcepibile. Non te ne fai una ragione. Ma devo essere forte, per gli altri ragazzi, Elena e Davide. Devono, dobbiamo ripartire. Erano tre fratelli unitissimi”. Gino Cecchettin, papà di Giulia, in un’intervista a Repubblica, racconta lo strazio e l’orrore di questi giorni. “Sono andato lì, sul luogo del ritrovamento – ha detto -. Ma c’erano ancora i medici per i rilievi e non l’ho vista”. Quindi Cecchettin ha rivolto un pensiero ai genitori di Filippo Turetta, accusato di aver ucciso sua figlia: “Ringrazio i genitori, anche loro stanno vivendo un dramma e quindi sono vicino anche a loro. Certo, io pensavo a Giulia, volevo il suo ritorno. Per me è finita qui”. La sorella di Giulia, “Elena, ne farà la battaglia della sua vita – conclude Cecchettin -. Ma anch’io voglio fare qualcosa, è giusto così. Per Giulia e per tutte le altre che potranno trovarsi nella sua condizione”.
Il lutto regionale
“Ho dato disposizioni perché nel giorno delle esequie di Giulia sia dichiarato il lutto regionale. Avremo tutte le bandiere delle istituzioni a mezz’asta e l’intero Veneto si stringerà in un abbraccio alla famiglia, gli amici di Giulia, a tutti coloro che le hanno voluto bene. Il dolore e lo sgomento coinvolgono, in queste giornate, l’intera comunità veneta: ci si interroga sui perché di una vita spezzata senza senso, sull’oltraggio a una ragazza che era simbolo per il proprio impegno nella vita e per il suo sorriso gentile, che abbiamo imparato a conoscere anche dai racconti di chi più le era vicino”. Lo rende noto il presidente della Regione Veneto Luca Zaia, all’indomani del ritrovamento del corpo senza vita di Giulia Cecchettin. “Dopo questi giorni di frenetiche ricerche, di speranze, di dolore la dichiarazione del lutto regionale vogliamo diventi anche, nel ricordo di Giulia, un segnale estremamente determinato contro la violenza sulle donne”.
“Propongo quindi di indossare non solo il 25 novembre (Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza di genere), ma anche nel giorno dei funerali il fiocco rosso, divenuto simbolo contro la violenza di genere, e di esporre nei luoghi pubblici e privati oggetti di colore rosso – prosegue il presidente veneto Luca Zaia -. Invito quindi anche le amministrazioni locali ad operare in questo senso, secondo le iniziative che vorranno adottare: una panchina di colore rosso, per ogni comune, potrebbe ad esempio essere importante, ma sono certo che anche i Sindaci nei giorni delle esequie ed in seguito sapranno realizzare adeguate iniziative ad alto impatto comunicativo e simbolico. Il Veneto, nel ricordo di Giulia, lancerà nel giorno delle esequie un forte segnale contro ogni, odiosa, violenza sulle donne”.
Filippo Turetta, gli appelli prima dell’arresto e i dubbi sulla premeditazione
Di Turetta ancora nessuna traccia. Nel cielo gli elicotteri cercano di individuare la sua Grande Punto Nera vista l’ultima volta in Austria. Filippo potrebbe essere in Carinzia: secondo quanto accertato dall’Interpol il giovane, su cui pende un mandato di cattura internazionale, avrebbe attraversato il confine a Tarvisio per poi proseguire via Villach fino a Lienz dove mercoledì è stato registrato il suo numero di targa. Dopo tre giorni di assenza, la targa dell’automobile di Turetta, sarebbe riapparsa proprio a Lienz in Austria dalla parte del versante del Tirolo Orientale.
Sono proprio i genitori di Filippo, colpiti da un «dramma che ci fa cadere il mondo addosso» a lanciare l’ultimo disperato appello al figlio chiedendogli di costituirsi. «Filippo si avvicini alle forze dell’ordine e si costituisca», dice a LaPresse Emanuele Compagno, il legale di Stefano Turetta, sperando che «il figlio si assuma le proprie responsabilità». Stesso appello viene lanciato anche dal Procuratore capo di Venezia, Bruno Cherchi: «La ricostruzione che potrebbe fare il Turetta sarebbe molto importante anche per lui stesso. Quindi l’invito è a non continuare questa fuga verso l’Austria e si costituisca».
Mentre a casa Cecchettin dopo una settimana di ansia e attesa per Giulia di cui non si avevano notizie da sabato è il «momento del dolore -. come ha spiegato l’avvocato Stefano Tigani -. Ma il dolore non è solo della famiglia ma è di tutta l’Italia». Una delle prime a darne voce è proprio la presidente del Consiglio Giorgia Meloni: «Ho seguito con apprensione gli aggiornamenti sul caso e, fino alla fine, ho sperato in un epilogo diverso. Il ritrovamento del corpo senza vita di Giulia è una notizia straziante. Ci stringiamo al dolore dei suoi familiari e di tutti i suoi cari. Mi auguro sia fatta presto piena luce su questo dramma inconcepibile. Riposa in pace».
Procura e carabinieri continuano a lavorare e a breve arriveranno i risultati degli esami sulle macchie di sangue e alcuni capelli trovate la mattina dopo la scomparsa di Giulia e Filippo nella zona industriale di Fossò (Venezia). Si lavora inoltre per capire se Turetta abbia agito con premeditazione. Al vaglio degli inquirenti ci sono alcune ricerche effettuate dal suo pc: kit di sopravvivenza in alta quota e abbigliamento per escursioni in montagna. Insieme ad itinerari estremi nel versante Tirolese meridionale dell’Austria. Teoria esclusa dall’avvocato del giovane, Emanuele Compagno, secondo cui se avesse deciso di ucciderla prima del loro incontro «Filippo non avrebbe accompagnato Giulia a casa dopo che sono stati al centro commerciale» e «avrebbe preso più soldi o magari una valigia con dei vestiti».
il caso
di Redazione
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