Il femminicidio

venerdì 24 Novembre, 2023

Giulia Cecchettin, la chiamata al 112 e il mancato arrivo della pattuglia: «C’erano altri interventi»

di

Il papà della studentessa e la denuncia di scomparsa il giorno dopo: «Temo per la sua vita». Ma fu rubricata come allontanamento volontario

Mentre si attende l’estradizione in Italia di Filippo Turetta, il 22enne che ha ucciso a coltellate Giulia Cecchettin, emergono ulteriori dettagli sulla sua scomparsa. Non c’è stato un sopralluogo dei carabinieri a Vigonovo la notte in cui un testimone chiama il 112 per segnalare l’aggressione nel parcheggio a pochi metri da casa di Giulia. Quella telefonata fatta alle 23.18, «parlava di una lite tra due persone che erano già risalite in auto e si erano allontanate» spiegano i carabinieri, con il testimone che «non era riuscito ad annotare la targa». Quella notte, spiegano ancora i carabinieri «c’erano altri interventi in atto da parte delle pattuglie», inoltre non era stata presentata una denuncia di scomparsa, nessuno immaginava che dentro quella macchina ci fossero Giulia Cecchettin e Filippo Turetta.

Ufficiale è invece la denuncia di scomparsa che presenta Gino Cecchettin ai carabinieri alle 13.30 di domenica 12 novembre. Una denuncia rubricata come «allontanamento volontario» e «persona non in pericolo di vita» dai militari della stazione di Vigonovo. Due particolari che stridono nettamente con tutto quello che ora sta emergendo del trascorso tra Giulia e Filippo, ossia le manie di controllo del giovane padovano, e i timori della giovane, preoccupata più per un possibile suicidio di lui che per sé stessa.
Quel giorno Gino aveva spiegato ai carabinieri di essere preoccupato per l’incolumità di Giulia. «Mia figlia Elena mi ha raccontato che Turetta non aveva mai perso la speranza di tornare assieme a Giulia, pertanto a volte era insistente e possessivo al punto che lei aveva deciso di troncare definitivamente — scrive Gino nella denuncia — tuttavia Giulia aveva continuato a frequentarlo perché lui era depresso ed era preoccupata per qualche suo gesto inconsulto, temo quindi per l’incolumità di mia figlia».