L'intervista
giovedì 27 Marzo, 2025
Giulia Primon e la «via trentina» all’hip hop: «I miei ragazzi e le mie ragazze ai mondiali in Spagna»
di Adele Oriana Orlando
Figlia di Paolo, rifondatore degli Schützen in città, dopo essere stata ballerina è diventata insegnante: «La cultura rap qui c'è dagli anni '80, sentivo che serviva una scuola»

Il Trentino colleziona un altro successo, questa volta nel settore della danza con una schiera di ballerini formati da Giulia Primon e da tutto il suo staff all’asd Nta Dance School. Quello ottenuto dalle ballerine e dai ballerini lo scorso fine settimana è una qualificazione nella prestigiosa competizione internazionale Dance World Cup 2025 che si è tenuta a «La Città del Teatro» di Pisa e che li porta direttamente alla finale mondiale che si terrà a luglio a Burgos, in Spagna. Un successo, questo, resto possibile indubbiamente dal talento e l’impegno di ballerini e ballerine della scuola, ma soprattutto da chi, prima di loro, ha creduto nel sogno di portare l’hip pop in Trentino, come ballerina professionista, insegnante e coreografa. Questa persona è Giulia Primon, trentina classe 1985 che ha mosso i primi passi verso la danza da piccolina, negli anni Novanta, nella scuola di Giovanna Melegari, approcciando con la classica. Nel1998 si è spostata al club «La Fourmie» ampliando il suo studio coreutico a 360 gradi. Primon è specializzata nel modern e nell’ hip hop, ha affiancato lo studio di ulteriori discipline coreutiche come danza classica, ragga jam e body percussion. Dal 2002 al 2015 ha fatto parte della compagnia di danza «La Fourmie» e dal 2016 al 2018 alla compagnia «Artedanza»
Ballerina, insegnante, coreografa. Insomma, lei è stata la pioniera dell’hip pop in Trentino.
«Grazie per il titolo, ma io sono una persona umile e credo che nella vita ci sia sempre la necessità di mettersi in gioco e studiare, darsi da fare. L’hip-hop è una disciplina in continua evoluzione. In questi giorni parlavo con dei miei conoscenti che avevano iniziato con me, erano miei amici quando avevo 18 anni e mi hanno detto: “Ma tu te lo saresti aspettata che saresti arrivata qui?” e ho risposto di no, non lo avrei mai immaginato».
La sua carriera da ballerina è iniziata presto, quando è avvenuta la prima svolta importante per la sua carriera?
«Nel 2013 avevo creato la “Nta Crew” che poi ha dato il nome alla scuola. Poi, nel 2015, quando ho preso la mia strada, ho iniziato a studiare tantissimo in giro per l’Italia, mi sono rimessa in gioco, avevo già 30 anni. La svolta è arrivata con l’apertura della nostra associazione di danza, dopo il Covid, che ha dato uno sbarramento a tante attività e situazioni. Lavoravo con partita iva con la mia professione di ballerina e poi, dal giorno alla notte nel nostro settore ci siamo trovati senza lavoro, è stato un momento un po’ particolare. Nel 2022 con il mio team abbiamo aperto la scuola di danza, ora capitana da Gabriele Pegoretti e Bogdan Zhyrov. Le persone hanno creduto in me, visto che io faccio la direzione artistica. Dal 2023 abbiamo provato a creare il percorso pre-accademico, con docenti che venivano dall’Academy of Excellence di Lucca, portando anche coreografi internazionali, soprattutto francesi, per ampliare questa cultura. È importante, per me, sottolineare che soprattutto l’appoggio della mia famiglia è stata fondamentale in tutto il mio percorso. Il mio papà, Paolo Primon (il rifondatore degli Schützen a Trento e leader indipendentista, ndr), ha sempre creduto in me. È mancato qualche anno fa, sarebbe stato orgoglioso di questo risultato».
Eccellenza, è bene ricordarlo, richiede impegno e nel caso della danza, in un’età più complicata.
«Abbiamo allievi e allieve che hanno 14, qualcuno 12 anni e arrivano fino ai 20. Ovviamente la provincia coi tutoraggi sportivi sta aiutando l’avvicinamento e poi, è un lavoro di squadra, ho un team che mi segue nel quale fa parte anche Pegoretti, appunto, che aveva portato la cultura hip pop in Trentino negli anni Ottanta. Ci vuole proprio un circolo di persone che spingono, che aiutano a portare avanti la realtà e per questo devo ringraziare tutti gli insegnanti dell’Nta School, oltre a Teresa Tonelli e Mark Dellai della segreteria che ci supportano in tutto».
Il Covid, dunque ha portato un’evoluzione, corretto?
«Sì, mi ha fatto dire “Voglio una scuola di danza” e la volevo per portare avanti la cultura dell’hip pop. Il Trentino è molto ricco, ha molta offerta anche di alto livello. Noi, io e la mia squadra abbiamo anche una sinergia con altre scuole della provincia e collaboriamo per poter dare tutti i generi della cultura hip pop e ricordo che siamo in continua evoluzione, perché bisogna continuare ad aggiornarsi, prepararsi».
È stato difficile promuovere, portare tutto questo in giro per il Trentino?
«Nel 2015 io ero soprattutto una ballerina di danza moderna. Le richieste di lavoro per me sono state soprattutto l’hip-hop, attraverso i social stava partendo è maturato l’interesse nelle persone, ma in quegli anni non c’erano tantissimi docenti sul territorio, ci contavano sulle dita di una mano. Il Trentino è un po’ indietro tutt’ora, non ci sono i locali dove si suona solo musica e hip-pop o si balla, come magari in altre zone d’Italia. Se andiamo a guardare l’estero, c’è proprio un altro mondo. In alcuni Paesi esteri, ovunque si vada si vedono i ragazzi e le ragazze che ballano per strada. La gente va e balla, fa freestyle, qui non c’è questa mentalità. Non è molto facile invogliare i ragazzi a fare freestyle, a fare battle, improvvisazioni dal vivo. Per fare questo ci vuole veramente un allenamento di altissimo livello, sia musicale sia fisico e di preparazione tecnica. Tantissime ore di allenamento. I nostri allievi e le nostre allieve si allenano per diverse ore al giorno, comunque, ma è un lavoro graduale e che deve essere anche sostenuto dalle famiglie».
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