L'intervista
venerdì 1 Novembre, 2024
di Andrea Scalet
Il calcio, come forma d’arte. Si potrebbe riassumere così Giulia Rosa, attaccante classe 1995, una delle giocatrici di maggior talento delle aquilotte. Ben 15 stagioni in gialloblù, per quella che può essere definita a tutti gli effetti la bandiera della squadra. Oltre al calcio, Giulia Rosa, riesce a coniugare l’arte e il lavoro. La forte giocatrice ha una laurea triennale in beni culturali e una laurea magistrale in storia dell’arte. Adesso lavora come bibliotecaria. «Studiare questo ambito era una sfida con me stessa e ottenere la laurea è stato un grande desiderio che si è realizzato – spiega Giulia Rosa -. Un’altra mia passione, collegata a ciò che faccio, è leggere. Ciò che mi piace e che mi soddisfa è quello di riuscire a trovare il libro giusto che cercano gli utenti che vengono in biblioteca. Amo relazionarmi con chi frequenta gli scaffali di libri: sia che sappiano già il titolo del libro desiderato quanto lasciarsi trasportare dalla fiducia del mio consigliare e ispirare da ciò che ho letto». Il Trento Calcio Femminile che, dopo aver conquistando il derby trentino a Mattarello contro l’Isera 10 giorni fa, batte il Ravenna 2-0. Ancora protagonista Rosa, autrice di 3 reti nelle ultime 2 gare.
Rosa, lei è una bandiera del Trento. Da quanti anni veste questa maglia?
«Sono al Trento da 15 anni. Compreso questo. Questa maglia possiamo dire sia quasi una seconda pelle. Ho iniziato a giocare a calcio a 7 anni nei primi calci della Condinese. Questo fino ai 14 anni. Da qui poi sono arrivata al Trento. Parliamo del Trento presieduto da Mauro Baroni che ha militato anche in serie A. Poi la società ha fatto la fusione con il Clarentia».
Qual è il suo ricordo più bello legato al calcio?
«Ne ho diversi, collegati alle vittorie di campionati, ad esempio in serie A2 molti anni fa. Però il ricordo più bello è legato alla promozione ottenuta nella stagione 2021-2022 passando così in serie B, anche perché abbiamo vinto il campionato nel derby contro il Brixen».
Come è iniziata la stagione con i colori gialloblù?
«La stagione è iniziata bene, soprattutto per prestazioni e approccio. Ovviamente perdere contro il Venezia è un punto negativo».
Quali sono gli obiettivi che vi siete prefissate ad inizio stagione?
«Arrivare tra le prime 3, migliorando la classifica dello scorso anno. Come obiettivo personale vorrei riconfermarmi sia in termini di gol fatti (20, ndr) sia come prestazioni nelle partite. Anche perché ripetersi e tenere le stesse buone prestazioni della scorsa stagione non è semplice».
Riesce sempre a coniugare l’impegno lavorativo con quello calcistico?
«Purtroppo non sempre. Lavoro in biblioteca e a volte finisco i turni alle 19.30 quindi, con l’allenamento in corso o che sta per iniziare. Comunque ho trovato un equilibrio cercando di sfruttare i tempi e arrivare subito pronta al campo. Poi a fine allenamento recupero la parte di forza o la parte che non sono riuscita a fare a inizio allenamento».
Cosa manca secondo lei al calcio femminile per fare un ulteriore step in avanti?
«L’affiliazione, il supporto e il confronto con le società maschili ha sicuramente portato a un grande passo avanti negli ultimi anni sia da un punto di vista economico, di competenze e di strutture. Questo può portare anche a una maggiore visibilità. In futuro spero che tutto questo sia sempre più inclusivo e fondamentale. Auguro al calcio femminile la possibilità di implementare tutti i settori giovanili, fondamentali per poter continuare a crescere».
Come giudica il campionato che state affrontando?
«Ci sono tante insidie. Succede, come sempre, che si divida subito la classifica tra parte alta e parte bassa. Però anche le partite che sembrano più facili a volte non lo sono. Entrare in campo con poca concentrazione e determinazione porta a perdere anche quelle gare che, sulla carta, potresti aver già vinto. Noi lo sappiamo bene perché la scorsa stagione, all’ultima giornata di campionato, ci è successo contro il Chieti. Quindi non do nulla per scontato in questo campionato».