Femminicidi
domenica 19 Novembre, 2023
di Redazione
Sono più di 20 le coltellate inferte da Filippo Turetta che hanno ucciso Giulia Cecchettin. Il medico legale di turno ieri, che ha effettuato l’ispezione cadaverica sul corpo della 22enne, ne ha repertate diverse su varie parti del corpo, sparse fra la testa e il collo, dove si ipotizza possa essere stata sferrata una di quelle rivelatesi mortali. Solo in sede di autopsia, prevista già da domani, lunedì 20 novembre, potrà essere stabilito con certezza quanti sono stati i fendenti inferti dalla mano del presunto assassino e, in quella sede, si potrà circoscrivere l’ora della morte. Questo elemento sarà fondamentale per stabilire la competenza territoriale della procura e del tribunale dove si incardinerà il processo per omicidio nei confronti di Filippo Turetta.
Intanto le procure della Repubblica di Venezia e Pordenone, l’una competente per territorio per il reato di tentato omicidio, l’altra per omicidio nel confronti della 22enne Giulia Cecchettin, ritrovata cadavere ieri mattina sulle sponde del lago di Barcis, valuteranno l’inserimento delle aggravanti specifiche al capo d’accusa di omicidio contestato a Filippo Turetta, l’ex fidanzato della giovane, fermato questa mattina dalla polizia stradale tedesca in Germania, sull’autostrada A9 nel comune di Bud Durremberg nella regione della Sassonia. Il giovane Turetta, secondo quanto dichiarato dal ministro degli affari esteri Antonio Tajani, dovrebbe arrivare in Italia entro 48 ore per essere consegnato alla giustizia.
L’autopsia sul cadavere di Giulia Cecchettin, insieme ai rilievi scientifici sull’automobile, forniranno elementi utili alla ricostruzione della dinamica. Insieme a Turetta, dichiarato in stato di fermo dalle autorità tedesche, rientrerà anche in Italia la Fiat Grande Punto nera ‘protagonista’, insieme al presunto killer, della rocambolesca fuga all’estero. La polizia tedesca ha sequestrato anche l’autovettura sulla quale dovranno essere effettuati i rilievi di polizia scientifica dai carabinieri delegati all’indagine. La cattura di Turetta è stata possibile grazie allo Scip, il ‘Servizio di cooperazione internazionale di polizia’ con sede a Roma, in via Torre di Mezzavia, dove è presente la sala operativa internazionale interforze, di cui fanno parte la polizia di Stato, l’arma del Carabinieri, la guardia di Finanza e polizia Penitenziaria, da dove vengono coordinate le operazioni e le informazioni dell’ Interpol gestite dalla polizia criminale.