Politica
giovedì 7 Dicembre, 2023
di Simone Casciano
Chi non vince, si rivede. Nel caos che circonda la giunta provinciale del Trentino è tornato in auge il nome di Simone Marchiori, segretario del Patt, per cui si sono spalancate le porte della giunta attraverso la nomina come assessore tecnico. Merito dell’ultimo rimpasto, che ha visto Gerosa diventare vicepresidente, come richiesto da Fratelli d’Italia che ha deciso di rinunciare al secondo assessorato, per ora in mano a Claudio Cia. Quando Fugatti toglierà al consigliere provinciale le deleghe, Giulia Zanotelli diventerà assessora senza doversi dimettere per entrare da tecnica. Ecco spiegato l’incastro che ha spalancanto al segretario del Patt le porte della giunta.
O Marchiori o Bosin
Nella serata di ieri sera Fugatti ha preferito non assumersi la responsabilità di decidere lui il componente della giunta e demandato la decisione al Patt. Un aut-aut in pratica: o sarebbe stata nominata Maria Bosin presidente del Consiglio provinciale oppure Simone Marchiori assessore tecnico. Le Stelle alpine ieri sera si sono riunite in un lungo conclave e alla fine hanno deciso di dare la priorità al proprio segretario. Questo nonostante Marchiori, con la regia di Franco Panizza, sia stato l’architetto di un passaggio a destra che non ha premiato il Patt alle ultime elezioni (quarto posto nella coalizione con poco più dell’8%) e il suo risultato personale sia stato tutto sommato deludente: terzo dei non eletti, dietro a Lorenzo Ossanna e Mauro Fiammozzi, e con meno della metà delle preferenze di Maria Bosin. Una sconfitta netta che però ora si tramuta magicamente in vittoria spalancadogli le porte della giunta provinciale come assessore tecnico.
Soini verso la presidenza del Consiglio
La decisione del Patt di puntare su Marchiori porta la presidenza del Consiglio provinciale verso la terza forza della coalizione di centrodestra: la Lista Fugatti. Il nome individuato è quello di Claudio Soini, ma non sarà così semplice. Per risolvere il quadro di giunta infatti è importante prima sistemare quello dell’ufficio di presidenza del consiglio e questo le opposizioni lo sanno e non hanno intenzione di semplificare il gioco a Fugatti che dal canto suo stamattina ha presentato una nuova forzatura
Lo strappo istituzionale
L’ufficio di presidenza del Consiglio provinciale è composto da cinque membri selezionati tra i consiglieri eletti. Un/a presidente, un/a vicepresidente e tre segretari questori. la prassi istituzionale vuole che alla maggioranza spettino il presidente e solo uno dei segretari questori, mentre alle minoranze la vicepresidenza e due questori. La novità di questa mattina è che sembra che Fugatti voglia invece due questori oltre alla presidenza per il centrodestra, forse perché ad ulteriori nomine e cariche è legata la tenuta della coalizione. Uno strappo istituzionale che non va giù alle opposizioni, contrarie al venire meno anche di queste prassi consolidata.
Lo scontro Fugatti-Valduga
Per questo motivo questa mattina, dopo l’appello che ha dato il via ai lavori del consiglio provinciale, Francesco Valduga, a nome del centrosinistra ha chiesto una sospensione dei lavori, così di dare la possibilità di trovare un accordo con la maggioranza ed è qui che si è consumato il primo botta e risposta tra il governatore eletto e il suo principale sfidante alle ultime elezioni. La presidente del Consiglio facente funzioni Lucia Coppola infatti ha chiesto: «Di quanto sospendiamo? Facciamo un’ora?», una proposta che ha fatto sbottare Fugatti. «Eh sì così tanto? Tanto vale allora che torniamo alle tre» ha commentato il governatore. Netta la risposta di Valduga: «Da 45 giorni tenete paralizzata quest’aula, i lavori del Consiglio e quelli della Provincia. Non siete nella posizione di dire nulla»
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