La crisi
mercoledì 22 Novembre, 2023
Giunta, la questione adesso è nazionale. Interviene Lollobrigida: «Gerosa vice o stiamo fuori»
di Donatello Baldo
Il ministro sulla partita trentina è stato chiarissimo: «Noi siamo persone di parola, persone leali», spiegando che qui c’è un patto che non è stato rispettato

C’è chi descrive quello che sta succedendo con la metafora del domino. Il Trentino, con Fugatti che disattende l’accordo sulla vicepresidenza a Francesca Gerosa di Fratelli d’Italia — e non risarcendola con deleghe forti in giunta — avrebbe fatto cadere la prima tessera che a cascata avrebbe fatto cadere tutte le altre: Basilicata e Sardegna, dove Lega e Fratelli d’Italia aprono ora un duro confronto su chi dovrà rappresentare la coalizione alle imminenti elezioni regionali. Di questo quadro, che vede le questioni locali assumere rilievo nazionale, ne hanno parlato ieri il Corriere della Sera, La Stampa, Libero, Il Fatto Quotidiano, Italia Oggi. Testate che, all’unisono, inseriscono la crisi di giunta trentina in un duello che si gioca tutto a Roma, tra le segreterie di Giorgia Meloni e Matteo Salvini, nientemeno.
Lollobrigida (FdI): patto tradito
Oltre ai giornali, che ricostruiscono la vicenda attraverso i retroscena della politica capitolina, dei dissidi interni alla maggioranza di centrodestra ne ha parlato anche Ping-Pong, trasmissione di RadioRaiDue che ha intervistato il ministro Francesco Lollobrigida. Che sulla partita trentina è stato chiarissimo: «Noi siamo persone di parola, persone leali», spiegando che qui c’è un patto che non è stato rispettato. Mette le mani avanti, spiega che non si tratta di una polemica per occupare posti in giunta: «A noi delle poltrone non interessa granché, altrimenti — afferma — saremmo stati negli ultimi anni nei governoni e nei governicchi che si sono succeduti, quelli che secondo noi non hanno fatto bene all’Italia, ed evidentemente i cittadini hanno avuto la nostra stessa opinione visto che poi hanno premiato la nostra posizione». Ma tornando al Trentino, dice questo: «Se in campagna elettorale il candidato presidente Fugatti ha presentato la nostra Francesca Gerosa come sua vice, all’interno di un ticket, invitandola quindi anche a ritirare la sua candidatura alternativa perché si sarebbe fatto squadra… Ecco — osserva il ministro meloniano — gli impegni crediamo che debbano essere rispettati». Altrimenti? «Altrimenti noi lavoreremo nell’interesse del Trentino, ma senza dover avere per forza la poltrona in giunta. Si va avanti — afferma — e ciascuno si assumerà la responsabilità delle proprie scelte».
Urzì: «L’autonomia? Ha-ha-ha»
Le parole di Lollobrigida galvanizzano Alessandro Urzì, che finalmente dimostra — come sempre ha sostenuto — che la partita non si gioca a Trento ma in quel di Roma. Il commissario trentino di Fratelli d’Italia è talmente felice che diffonde a destra e sinistra gli articoli dei giornali nazionali che parlano della questione trentina in chiave più ampia. E spiega, rivolto forse ai giornali locali o forse a tutti i trentini: «Voi a farvi le contorsioni intellettuali sulle vicende “autonome” del Trentino senza avere alcuna visione del quadro nazionale, mai così perfettamente ordinatorio di tutte le decisioni dell’autonomo (ah-ah-ah, che illusioni che vendete) Trentino. Soprattutto di chi governa il Trentino. O crediamo nelle coincidenze? Almeno la stampa nazionale, rispetto a voi, descrive le cose pane al pane e senza cervellotiche fantastiche ricostruzioni». Ed è questa la sintesi di tutta la vicenda secondo il commissario meloniano: «Patti ignorati, non si vuole riconoscere a Fratelli d’Italia il ruolo che le spetta. Semplice».
Vicepresidenza, si riparte da lì
Dopo lo strappo — con Francesca Gerosa e Claudio Cia che hanno «congelato» la loro presenza in giunta, di fatto assenti anche se non risulta alcuna rinuncia all’incarico — è ripartita di fatto la trattativa. Trattativa che a questo punto, dopo le affermazioni di Lollobrigida e di Urzì, riparte da zero, e quindi ritorna sul tavolo la questione della vicepresidenza. «Sulla vicepresidenza il nazionale non molla — fa sapere il partito locale — Perché è diventata una questione di principio. Si riparte da lì, poi si vede come evolve la trattativa». Non si torna però nemmeno indietro, a un solo assessore nel ruolo di vice, e non a caso nessuno dei due nominati hanno rinunciato all’incarico. «La vicepresidenza e maggiori competenze», sempre le stesse, o quasi. Informalmente, infatti, si apprende da fonti di Fratelli d’Italia che quelle a Claudio Cia sarebbero sufficienti, mentre chiederebbe di più Gerosa: «Istruzione e Cultura, ma assieme a Università e Ricerca. Oppure, visto che le deleghe di Giulia Zanotelli le ha ancora tutte in mano il presidente (che fino alle dimissioni dal Consiglio provinciale non è assessora, ndr) — spiegano le fonti meloniane — A Gerosa sia data l’Agricoltura e vengano date a Zanotelli Cultura e Istruzione».
La Lega: «Si decide a Trento»
Nonostante l’evidenza, il Carroccio fa l’autonomista e rivendica la potestà trentina sulle questioni trentine. «Che decida Roma è l’idea di Fratelli d’Italia, un loro desiderio. Io sono convinto — spiega Diego Binelli, commissario leghista — Che le questioni locali si sbrigano a livello locale, come si è sempre fatto. Non c’è bisogno del tutore romano». E poi, per quanto riguarda la partita trentina da considerare assieme alle partite delle altre regioni che presto andranno al voto: «Non è che il tema delle presidenze di Basilicata e Sardegna nasce adesso. C’era a prescindere». E aggiunge: «Qui si vuole enfatizzare l’esistenza di un quadro nazionale, il tutto per porre la questione a Roma. Ma ripeto — dice Binelli — Le questioni trentine ce le sbrighiamo in Trentino, come abbiamo sempre fatto». E il leghista risponde anche a chi ritira in ballo la vicepresidenza da assegnare a Francesca Gerosa: «Noi i patti li avremmo anche rispettati, ma sono stati loro a dire che preferivano due assessori al posto di uno solo con la vicepresidenza».