Politica
domenica 3 Dicembre, 2023
di Donatello Baldo
La vicepresidenza della giunta provinciale per Francesca Gerosa, Claudio Cia ridotto a consigliere senza più l’assessorato, la presidenza del Consiglio regionale, un assessorato in Regione e un posto in uno degli Uffici di presidenza. La lista contenuta nella proposta del commissario Alessandro Urzì a Fugatti per chiudere la partita che tiene in scacco le istituzioni trentine (il T Quotidiano del 2 dicembre), sta facendo discutere. E all’interno della coalizione di centrodestra c’è chi sta perdendo la pazienza: «Non stiamo giocando alle figurine».
Bisesti: «Hanno stufato»
La battuta delle figurine è di Mirko Bisesti, ex assessore e ex segretario del Carroccio: «Le figurine Panini. Quelle che ci si scambiava quando eravamo alle medie. Ecco — afferma — non credo che assessori e rappresentanti istituzionali possano essere scambiati e trattati in questo modo». Bisesti dice espressamente che quelli di Fratelli d’Italia «hanno stufato» con tutte queste richieste. «Mi sembrano francamente esagerate, ci sono anche altre forze politiche nella coalizione». La proposta Urzì è infatti vissuta come una provocazione quando chiede la testa del leghista Roberto Paccher: «È appena stato eletto come presidente del Consiglio regionale. Abbiamo fatto finta?», afferma un altro dirigente leghista. Che aggiunge: «Anche Cia, come possono chiedere a Fugatti di togliergli le deleghe? È un assessore a tutti gli effetti, come gli altri». E su Cia, soprattutto, c’è chi ricorda la sua lealtà: «La Lega non dimentica. Non dimentichiamo che è stato il primo ad appoggiare Fugatti nel 2018».
Binelli: «Nulla è definito»
Nemmeno il commissario trentino del Carroccio Diego Binelli intende accettare le imposizioni di Urzì. «Vediamo, ma non c’è nulla di definito. Anche perché c’è da capire se tutti i consiglieri di Fratelli d’Italia sono d’accordo. Se fossero d’accordo in tre o in quattro su cinque, cambia tutto». Nel senso che a quel punto il peso del gruppo meloniano peserebbe meno, «e questo va considerato».
Spinelli: «Riconoscimento»
Nella proposta Urzì, la vicepresidenza passerebbe da Spinelli a Gerosa. Ma la Lista del Presidente ha raccolto quasi l’11% dei consensi, a soli 4mila voti dai Fratelli d’Italia che si sono fermati al 12%. «La lista del presidente ha avuto un risultato importante — sottolinea infatti l’assessore — ed è corretto che abbia un giusto riconoscimento. Questo lo voglio ribadire». Anche se poi ci tiene a sottolineare che «siamo nelle mani del presidente Fugatti, ed è giusto così». E aggiunge: «Per essere chiari, io non avevo chiesto la vicepresidenza. E non è stata nemmeno posta da me sul tavolo la presidenza dell’Aula per Claudio Soini», l’ex sindaco di Ala eletto nella Lista del Presidente dato per quel ruolo come ricompensa per lo «scippo» della vicepresidenza a Spinelli.
Il Patt: «Decida la coalizione»
Simone Marchiori, segretario delle Stelle Alpine, rischia di rimanere schiacciato dall’eventuale patto Fugatti-Urzì. La compensazione per la mancata vicepresidenza a Spinelli potrebbe portare alla presidenza del Consiglio provinciale Claudio Soini della Lista del Presidente: salterebbe dunque l’accordo per l’autonomista Maria Bosin per quella stessa carica. «Ora l’importante è definire il quadro interno alla giunta. Capire se passerà la proposta sul solo assessorato a Gerosa con la delega di vicepresidente. Ma per tutto il resto, per definire l’intero assetto, è necessaria la convocazione di un vertice di coalizione».
Zanotelli, niente dimissioni
In ogni caso, se passasse la proposta Urzì tra i consiglieri provinciali di Fratelli d’Italia— anche se non è detto, sotto lo spieghiamo meglio — in giunta si dovrebbero rimescolare le carte. Il primo effetto sarebbe l’ingresso della leghista Giulia Zanotelli senza doversi dimettere dal Consiglio provinciale per aggiungersi come tecnica. L’assessore esterno, a quel punto, potrebbe essere un tecnico puro, che però non permetterebbe un riequilibrio tra le forze politiche. La Lista Spinelli sarebbe sotto-rappresentata, e potrebbe chiedere di far entrare da tecnico il secondo degli eletti, Claudio Soini, con lo stesso stratagemma prima ipotizzato per Zanotelli. A quel punto la presidenza del Consiglio andrebbe agli autonomisti con Maria Bosin, e tutti sarebbero accontentati.
Nella foto Roberto Paccher e Mirko Bisesti, entrambi consiglieri della Lega, durante una seduta del Consiglio provinciale. Foto Federico Nardelli
comunali
di Redazione
Nuova legge regionale: limite dei due mandati per i sindaci di Arco e Pergine, che non potranno più ricandidarsi alle comunali del 2025. Zampiccoli, Andreasi e Ioppi tra i possibili nomi per il dopo Betta. Emer: «Autonomisti si sono adeguati alla legge nazionale»
Elezioni
di Johnny Gretter
Insieme ai partiti provinciali entreranno nel progetto anche «Prospettiva Futura», che dal 2015 sostiene il sindaco Oss Emer, e il gruppo di Sergio Paoli, ex assessore della maggioranza