la critica

venerdì 31 Maggio, 2024

Giuseppe Laterza critica il Festival dell’Economia su Rai Radio1: «Cosa c’è di economia? È solo intrattenimento»

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Lo storico fondatore della kermesse (ormai 15 anni fa), nel 2021 venne sfrattato assieme al direttore scientifico Tito Boeri

Era il 2021 quando la giunta provinciale di Trento sfrattava dal Festival dell’Economia i suoi fondatori storici, l’editore Giuseppe Laterza — che aveva creato l’evento 15 anni prima — e il direttore scientifico Tito Boeri. Una decisione, allora, non senza polemiche.
Proprio Laterza ieri si è tolto qualche sassolino dalla scarpa, senza risparmiare critiche alla rassegna di Trento chiusa domenica. Lo ha fatto ospite della trasmissione «Zapping» di Rai Radio 1, quale presidente di Editori Laterza e componente del comitato editoriale del Festival Internazionale dell’Economia di Torino (che ha aperto ieri, alla sua terza edizione). Un appuntamento, questo, ideato e organizzato appunto dagli Editori Laterza con la direzione scientifica di Boeri. «Due festival uno appresso all’altro, non vi disturba un po’, non vi sembra strano?» lo ha incalzato il giornalista conduttore Giancarlo Loquenzi. «Ma sono così diversi — ha chiosato Laterza — Scorrendo il programma del Festival a Trento esito un po’ a definirlo un Festival dell’economia: si parla della caduta dell’impero romano, di bambini felici, dello sguardo femminile sul museo e tra l’altro ne parla un uomo. Non capisco bene, sono panel su panel con 5-6 persone che non sembrano avere alcuna competenza, di argomenti più diversi. E poi c’è tantissimo spettacolo con cantanti, attori, comici, persone della tv. Quindi non riesco neanche più a capire cosa ci sia di economia». Laterza è un fiume in piena. «Mi sembra più il festival di Confindustria, cioè è un festival molto orientato ideologicamente, fatto da Confindustria, per carità rispettabile associazione, ma dove è chiaro che l’opinione prevalente è quella di Confindustria e del giornale che la rappresenta». Ed evidenzia le differenze: «Qui a Torino non c’è un’opinione prevalente, c’è un direttore scientifico, che ha una sua idea, ma invita le persone anche molto lontane. E La Terza, fin dai tempi della genesi con Benedetto Croce, è liberale: abbiamo pubblicato autori di destra, anche abbastanza radicale, e di sinistra. Per noi il festival deve essere un luogo di pensiero e non di intrattenimento».