Il caso

giovedì 24 Aprile, 2025

Giustino, dopo la chiusura della Famiglia Cooperativa addio anche al bar. E i cittadini lanciano una petizione: «Ora il centro è un dormitorio»

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L'elenco delle chiusure nel paese è lungo. Nel corso degli ultimi anni hanno chiuso rendendo Giustino sempre più «un semplice dormitorio»: la macelleria, il tabacchino e il salone del parrucchiere

Tristezza, rabbia e sconforto sono i sentimenti manifestati dagli abitanti di Giustino che nella giornata di ieri, accompagnati dalla forte pioggia caduta nell’arco di tutta la mattinata, hanno assistito all’ultimo giorno d’apertura della Famiglia Cooperativa situata nel centro del paese. Da oggi il piccolo comune della Val Rendena perde definitivamente l’unico punto vendita alimentare posizionato nel cuore dell’abitato, mentre a partire da ottobre chiuderà anche il bar Ancora – da sempre luogo di ritrovo delle persone del posto – in attesa di un nuovo affittuario. Nel giro di pochi mesi, quindi, a Giustino spariranno i due principali servizi della piazza. Una situazione che nel complesso ha scatenato le polemiche dei residenti, molti dei quali hanno preso parola nella giornata di ieri in occasione della chiusura del supermercato.

Lo stato d’animo e il pensiero comune sono chiari: «Nessuno ci ha coinvolti nella decisione. La Cooperativa non rappresenta solo un semplice negozio, ma risulta un luogo fondamentale per la socialità delle persone e soprattutto per mantenere vivo il centro. Chiudendolo – sottolineano in coro – si perde un punto di riferimento e si crea disagio a tutti quegli anziani che senza auto sono impossibilitati a raggiungere la Coop posizionata nei pressi della Pineta».

Il dispiacere dei residenti, poi, aumenta ricordando tutte le attività che nel corso degli ultimi anni hanno chiuso rendendo Giustino sempre più «un semplice dormitorio»: la macelleria, chiusa circa un anno fa, il tabacchino e il salone del parrucchiere. «Ai nostri tempi c’erano tre negozi di alimentari, tre bar, una macelleria, un calzolaio, un meccanico e una parrucchiera. Attività, queste, che erano tutte in centro» afferma un gruppo di persone sulla settantina. Ricordi, quindi, di un paese che non c’è più e che nel corso del tempo ha perso (quasi) tutti i propri servizi centrali, creandone di nuovi solamente in luoghi lontani dall’abitato. Con l’obiettivo di trovare una soluzione e cercare di mantenere aperto il punto vendita, nel corso dei giorni scorsi è stata portata avanti una petizione che ha raccolto un totale di 108 firme tra residenti e proprietari di seconde case. Una petizione organizzata da Francesca Rodigari, consigliera di minoranza del Comune di Giustino, che ha voluto sollevare la questione anche in consiglio comunale : «Riteniamo che tale decisione comporti gravi ripercussioni per l’intera comunità, sia dal punto di vista sociale che economico. Il supermercato rappresenta un servizio essenziale per i residenti, in particolare per le persone anziane, sole o prive di un mezzo di trasporto, che trovano in questa attività un riferimento quotidiano di primaria importanza».

Rodigari pone poi particolare attenzione al turismo, settore fondamentale per l’economia del paese: «Il nostro è un paese a vocazione turistica e la presenza di un punto vendita alimentare facilmente accessibile nel centro storico è un servizio fondamentale anche per i visitatori, contribuendo alla vivibilità e all’attrattività del territorio. Siamo convinti che l’amministrazione comunale avrebbe potuto e potrebbe tutt’ora intervenire per evitare la chiusura, cercando soluzioni alternative». Tra le ipotesi proposte quella di mettere a disposizione strutture comunali o incentivi che possano consentire all’attività di restare aperta «nell’interesse collettivo».