L'evento

giovedì 30 Novembre, 2023

Gli artisti raccontano la «ferita aperta» della Sloi in tre istantanee

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A Le Garage a Trento l'artista Elisabetta Palisi, il drammaturgo Andrea Brunello e la regista Katia Bernardi ragionano su come l'arte ha raccontato il dramma dell'azienda a Trento nord

La Sloi è una ferita aperta nella memoria, ma anche nel tessuto urbano della città di Trento. Impossibile per chi aveva un familiare che ha lavorato nell’azienda non pensare con dolore a quella storia, ma anche per tutti i cittadini di Trento ogniqualvolta passano dalle parti del cavalcavia Caduti di Nassirya o di via Maccani. Mentre la città cresceva tutto intorno, e le periferie si facevano sobborghi residenziali, nell’area Sin tutto è rimasto fermo ai tempi dell’incendio del 1978. Gli unici a varcare quella soglia, oltre ai tecnici incaricati negli anni di effettuare analisi e rilievi, sono state quelle persone che lì hanno cercato, per assenza di alternative, di costruirsi una casa di fortuna. Le stesse persone che proprio nelle scorse settimane sono state costrette ad andare via. Sì perché dopo decenni di immobilismo l’area ex-Sloi è stata investita da una nuova accelerazione, quella del progetto del bypass ferroviario di Trento. Ma tra possibili svolte e rischi di nuovi stop il destino dell’area Sin rimane ancora un punto interrogativo. Il suo cemento, i suoi ruderi in lotta con la vegetazione e il veleno nascosto nel suo sottosuolo rimangono fonte di preoccupazione per i cittadini, ma anche di forte attrazione per gli artisti. Di tutto questo si parlerà venerdì 1 dicembre nello spazio de Le Garage nell’evento dal titolo «Territorio, arte, memoria: tre artisti a confronto con la storia della Sloi di Trento». Nello spazio in vicolo dalla Piccola 8, a partire dalle 18.30, si terrà una tavola rotonda aperta a tutti in cui prederanno la parola tre artisti diversi che con il loro lavoro hanno raccontato la storia dello stabilimento e dei suoi veleni e si sono interrogati sulla sua pesante eredità: Elisabetta Palisi, Andrea Brunello e Katia Bernardi. Proprio dal lavoro che sta portando avanti Palisi è nata questa serata. «Stiamo ospitando Elisabetta Palisi in una residenza qui al Garage – spiega Michaela von der Heyde, una delle coordinatrici de Le Garage – Si tratta di un’artista visiva e filosofa bolognese che sta portando avanti un lavoro in tutta italia sul tema della catastrofe ecologica legata alle aree Sin (Sito di interesse nazionale)». Proprio attraverso la sua frequentazione de Le Garage, Palisi era venuta a conoscenza della storia della Sloi. «Era venuta un anno fa ad un evento che avevamo organizzato, una volta scoperta la vicenza ha pensato fosse perfetta per il lavoro che stava portando avanti». Da settimane quindi Palisi sta interrogando testimoni, recuperando materiale d’archivio e ricostruendo la storia della Sloi. Un lavoro che poi andrà a confluire nel suo lavoro, dal titolo Sin/Sloi, che sarà presentato sempre a Le Garage in una mostra dedicata. «Durante le mie ricerche quello che mi ha stupito è che, sulla questione della Sloi, le persone o non la sentono oppure la sentono tantissimo. È una ferita nascosta oppure sempre aperta e dolorosa – racconta Elisabetta Palisi – L’idea che mi sono fatta io è che si tratti di una storia molto importante su cui tornare a riflettere. Anche per usarla come lente per ragionare sui disastri ecologici di oggi». In dialogo con la sua ricerca, tutt’ora in corso, ci saranno i lavori, già realizzati di Katia Bernardi e Andrea Brunello. La regista trentina ha realizzato «Sloi, la fabbrica degli invisibili» nel 2009. Il film ripercorre le tappe della storia della fabbrica Sloi di Trento, dalla sua nascita negli anni del Fascismo fino alla sua drammatica chiusura, avvenuta nel 1978 in seguito all’esplosione di un incendio che avrebbe potuto contaminare l’intera città. «Sloi Machine» di Andrea Brunello è ancora precedente, spettacolo di teatro civile che attraverso la narrazione del drammaturgo e attore porta in scena, protagonisti, vittime e carnefici della vicenza. Nell’appuntamento a Le Garage troveranno spazio quindi le arti visive, il teatro e il cinema. la Sloi raccontata attraverso tre istantanee diverse. «Esatto lo scopo è proprio analizzare come linguaggi artistici diversi si interroghino sulla stessa storia». La continua attenzione artistica attorno a questa vicenda conferma come essa sia ancora una ferita aperta. «Lo è sicuramente, lo testimonia sia la continua attenzione artistica sia la sensibilità del pubblico». Riflettere sul passato per immaginare anche il futuro vista la nuova rilevanze che l’area è tornata a ricoprire nel dibattito pubblico attraverso l’opera della circonvallazione ferroviaria.