La storia

sabato 25 Febbraio, 2023

Gramola e quell’intervista a Maurizio Costanzo: «Mi disse che voleva essere ricordato come una persona perbene»

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L'intervistatore seriale dei Vip ricorda il giornalista scomparso: «Regalò a me e mia moglie due tartarughine in ceramica che lui considerava come dei portafortuna»

Due piccole tartarughe portafortuna in ceramica e una foto con dedica. Sono questi tre dei ricordi forse più belli che Gianfranco Gramola (il noto intervistatore di Molveno di personaggi famosi del mondo dello spettacolo e della cultura) conserva di Maurizio Costanzo, scomparso a Roma all’età di 84 anni.
Il celebre giornalista, scrittore, autore e sceneggiatore che ha cambiato il volto e il linguaggio della televisione italiana, è stato intervistato da Gianfranco Gramola nel 2013. Un’esperienza, per l’intervistatore molvenese, indimenticabile, sia per la gentilezza e la disponibilità del noto personaggio televisivo, sia per l’articolo sul quotidiano «Il Tempo» che lo stesso Maurizio Costanzo gli dedicò dopo il loro incontro.

«Sapevo che durante l’anno Maurizio Costanzo fosse sempre molto occupato – racconta Gianfranco Gramola – così, per intervistarlo, attesi il mese di agosto, quando lasciava Roma per recarsi ad Ansedonia, sul monte Argentario, per rilassarsi un mese con la famiglia. Attraverso una sua segretaria mi rispose dicendomi che era disponibile per l’intervista, ma che dovevo, però, prendere un appuntamento con la sua segretaria, la signora Concetta. Così prima di partire per le mie solite vacanze romane telefonai alla segretaria che mi diede un appuntamento per il 2 ottobre, alle 17, in via Boezio, dove si trovava l’ufficio romano di Costanzo, a due passi da Castel S. Angelo. Quando io e mia moglie ci presentammo, davanti all’ufficio c’erano due carabinieri in borghese (dopo l’attentato del 1993 aveva, infatti, diritto ad una scorta) che, avvertiti del nostro arrivo, con fare cortese ci fecero accomodare in una saletta dove ad attenderci c’era la signora Concetta. Dopo avere scambiato alcuni convenevoli la stessa signora ci accompagnò da Costanzo che ci stava aspettando nel suo studio, piccolo, con una grande scrivania e alle pareti quadri raffiguranti momenti particolari della sua vita professionale: premi alla carriera, foto con amici cari, caricature, la laurea alla Iulm, una foto di Federico Fellini con dedica personale e una con il giudice Giovanni Falcone. Un ufficio pieno di scaffali, stracolmi di libri, giornali e piccoli oggetti e ben 8 televisori appesi al muro di fronte alla sua scrivania: “Per tenermi aggiornato su quanto accade sui vari network”, mi disse».

Tra gli aspetti che Gianfranco Gramola ricorda maggiormente di quell’incontro (uno dei più importanti della sua carriera con 1.000 interviste a vip) uno dei più significativi è la disponibilità manifestata dal celebre personaggio televisivo che alla domanda di cortesia «So che lei è sempre molto occupato, mi dica quanto tempo mi può dedicare?», rispose con altrettanta cortesia: «Di quanto tempo ha bisogno, non c’è problema».
Durante l’intervista alla domanda «Ma un domani come vorrebbe essere ricordato?», il noto giornalista risposte: «Sostanzialmente come una persona perbene. E vorrei essere ricordato anche per essere stato il primo in Italia a fare il talk show».
Un format, questo, inventato proprio da Costanzo nel 1976 con la trasmissione televisiva “Bontà loro” e poi con il famoso “Maurizio Costanzo Show”.
«È stata proprio una bella intervista, alla fine della quale Maurizio Costanzo ci regalò due tartarughine in ceramica che lui considerava come dei portafortuna».
Due ricordi personali che per Gianfranco Gramola da oggi acquisteranno ancora più valore.