Festival dell'Economia

sabato 27 Maggio, 2023

Grandi carnivori e ambiente, Trento e Bolzano chiedono più competenze. «Autonomia differenziata? Un beneficio per tutti»

di

Fugatti e Kompatscher in dialogo con il ministro Ciriani che spinge per una nuova riforma elettorale. «Serve una riforma profonda dell'assetto istituzionale del Paese»

Il tema delle autonomie speciali così come accolto nel testo scritto del disegno di legge Calderoli non rappresenta un pericolo per le Province autonome di Trento e Bolzano: «Abbiamo l’ambizione di essere un modello di riferimento, grazie ai nostri Statuti speciali e alla nostra storia, ma anche grazie alla responsabilità che ci siamo saputi assumere in tanti anni di gestione dell’Autonomia», ha sottolineato il presidente della Provincia autonoma di Trento Maurizio Fugatti in occasione del dialogo con il ministro per i rapporti con il Parlamento Luca Ciriani e il presidente della Provincia autonoma di Bolzano Arno Kompatscher, avvenuto questa mattina nella Sala Depero del palazzo di piazza Dante in occasione del Festival dell’Economia di Trento. A moderare l’incontro, Barbara Fiammeri, giornalista Il Sole 24 Ore esperta di questioni relative al governo e all’attività legislativa.
Kompatscher ha invece ricordato il lungo e difficile cammino che ha conosciuto l’implementazione dell’Autonomia altoatesina, tanto che il rilascio della quietanza liberatoria da parte dell’Austria avvenne 20 anni dopo l’approvazione del Secondo Statuto e sono state alterne le fasi che hanno interessato il riconoscimento delle competenze. «Vediamo con favore l’autonomia differenziata: se è gestita bene l’autonomia non dà benefici solo al territorio interessato, ma è a favore del sistema Paese. Più ci lasciate fare e più possiamo contribuire», ha detto ancora il presidente della Provincia autonoma di Bolzano.

Da parte del Trentino, il presidente Fugatti, sollecitato dalla moderatrice, ha evidenziato anche che di fronte ai temi delle riforme vale sempre la pena riflettere sull’opportunità dei cambiamenti proposti. «Ci sono specificità che devono ritornare alle competenze originarie delle Province autonome, come abbiamo già segnalato al Governo. Questo poi è un momento particolare per il nostro territorio, ci sono temi, come quello dei grandi carnivori, ma anche sulla tutela dell’ambiente, per i quali abbiamo un obiettivo di completa autonomia gestionale», ha detto Fugatti.
Il confronto sul tema dell’Autonomia ha coronato un incontro con al centro l’importanza delle riforme istituzionali, che il ministro Ciriani ha affrontato in apertura. «Dobbiamo dare forza all’esecutivo, dignità e autorevolezza al Parlamento: i Governi in Italia si succedono ogni dodici-quattordici mesi, ma la società pretende risposte immediate, serve una riforma profonda dell’assetto istituzionale del Paese», ha detto, ricordando la complessità che riveste il tema, a partire dai problemi dei diversi regolamenti che attualmente disciplinano il funzionamento delle due camere. Sono due i pilastri su cui fondare le riforme: quello delle regioni ordinarie e quello dell’assetto istituzionale, per il quale serve un Governo autorevole, con l’obiettivo della stabilità, ma anche autonomie locali rafforzate, in un sistema dove ognuno faccia la propria parte. In questa direzione è necessaria una riforma anche del sistema elettorale, «Per un Paese più moderno e un sistema Paese più forte», ha sottolineato ancora Ciriani.

Riguardo al Pnrr, il ministro ritiene che sia necessaria un’operazione di puro pragmatismo. «Il Governo ha ereditato un piano elaborato in un’epoca storica precedente: prima della guerra in Ucrania, dell’innalzamento del prezzo del gas e dei costi delle materie prime, della stagione dell’inflazione e dunque il lavoro per tenere sotto controllo tutto richiede uno sforzo gigantesco. Gli Enti locali, le Regioni e le Province hanno un ruolo fondamentale per mantenere questo impegno e realizzare questo progetto», ha evidenziato. Sull’emergenza attuale in Emilia Romagna e Marche Ciriani ha portato all’attenzione della platea i due miliardi di euro stanziati dal Governo per la ripartenza, ricordando la grande forza con la quale le popolazioni locali hanno reagito, rimboccandosi le maniche fina da subito per affrontare la catastrofe.